Brett Felton, il giovane veterano americano tornato in Iraq per addestrare i cristiani a difendersi dai jihadisti

Di Benedetta Frigerio
25 Marzo 2015
Una troupe della Cbs è andata a Baqofa, vicino a Mosul, per incontrare il 28enne soldato Usa in missione solitaria: «Il pazzo è chi non fa la sua parte»

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A Baqofa, un paesino iracheno a nord di Mosul, a poche miglia dai territori occupati dallo Stato islamico, un manipolo di cristiani ha deciso di rimanere a difendere i villaggi vicini (sono gli “armati cristiani” di Dwekh Nawsha, di cui a dicembre ha raccontato la storia l’inviato di Tempi in Iraq Rodolfo Casadei). Al loro fianco c’è ora un piccolo numero di soldati stranieri che arrivano qui apposta per addestrarli a difendersi. Il programma televisivo della Cbs 60 Minutes ha mandato una troupe proprio a Baqofa per incontrare uno di loro, Brett Felton, giovane veterano del Michigan. 

iraq-milizie-cristiane-cbs-60-minutes-3«È TUTTO TATUATO». Il produttore televisivo Jeff Newton ha incontrato il 28enne soldato americano per la prima volta a febbraio, ed è rimasto subito impressionato da lui. La prima cosa che balza agli occhi, dice, è che «è letteralmente tutto tatuato». Ma poi «se guardi bene da vicino i suoi tatuaggi, noti che ci sono lacrime insanguinate di Gesù che escono dai suoi occhi e cose di questo tipo, si vede che è un cristiano di quelli duri». Le riprese di Newton mostrano Felton che insegna agli iracheni a perlustrare edifici, sventare attentati suicidi, soccorrere feriti, rispondere al fuoco. La corrispondente Lara Logan, giunta a Baqofa con la troupe delle Cbs, spiega che «quando stai con loro hai la sensazione terribile che molti finirebbero per essere massacrati se lo Stato islamico ci ripensasse e tornasse indietro per riprendersi questi villaggi».

«NON SONO IO IL PAZZO». Felton aveva già combattuto in Iraq nel 2006 con l’esercito degli Stati Uniti, ma adesso è tornato nel paese da solo per aiutare quelli che da cristiano considera fratelli. «È una persona sincera – continua Newton – che crede che quanto sta facendo serva ad aiutare altri cristiani nel bisogno». Non ha alcun timore il giovane veterano, anche se all’orizzonte vede sventolare le bandiere nere dei jihadisti: «Non ho paura, penso che siano dei pagliacci», spiega nell’intervista a 60 Minutes. «C’è un verso della Bibbia che è il mio preferito. Dice: “Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita”». Sono in tanti a dargli del folle, ma a tutti Felton risponde che «se questo è essere matto allora ben venga. Credo invece che il pazzo sia chi non fa la sua parte, ad essere sincero». «Quante persone – osserva l’autore del servizio – hanno detto le stesse cose a me in questi anni: “Sei matto, non sei tenuto a farlo, sei solo un giornalista”. Ma ognuno riceve una sua chiamata». La collega Logan invita invece a farsi qualche domanda: «Pensate a cosa significa per dei cristiani che hanno perso tutto sapere che ci sono altri cristiani che vogliono resistere e non essere spazzati via senza prima lottare». Felton la risposta all’interrogativo ce l’ha chiara: «Sarebbe un onore per me dare la vita per aiutare queste persone».

@frigeriobenedet

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43 commenti

  1. Elisa

    E pensare che esiste ancora gente convinta che l’11 settembre 2001 sia stato fatto da dei beduini comandati da un tizio sofferente di dialisi nascosto in qualche grotta in Afghanistan !

    1. Raider

      E via con i multinick – quando si dice la coicindenza! Stesse farneticazioni; stesso linguaggio; stessa ora di chi è falso e vigliacco a tutte l’ore – e con le solite tiritere, una più assurda dell’altra:
      – gli americani hanno pianificato gli attacchi a Fallujah: che cosa strana! Come si permettono? Dovevano, invece, andarci a passeggiare, farsi sparare da gente che spara nel mucchio, che ammazza gente indifesa che partecipa a un pellegrinaggio, che si mette in fila davanti a un ufficio di collocamento, che va a fare la spesa, che assiste all’inaugurazione di un’opera pubblica, che va a far visita ai parenti in un ospedale, che si trova nell’atrio o nel cortile di una scuola superiore, media o elementare: se gli amerciani fossero giunti disarmati e in ordine sparso, allora, a quel punto, sì!, che le cose sarebbero state proprio come piace ai terroristi jihadisti-saddamiti e ai loro fanatici sostenitori sedicenti cristiani;
      – se le cose fossero andate come sostiene delirando a colpo sicuro uno dei travestimenti digitali dei soliti due, forse, tre mentecatto-islamisti, di Fallujah non sarebbe rimasto nulla e di una popolazione di 400-500.000 mila persone, ben poche sarebbero sopravvissute;
      – la follia dei filo-islamici gli fa dire non solo che fu programmato un annientamento che non c’è stato, ma che “i marines avanzarono gradualmente, quartiere dopo quartiere, via dopo via, da nord verso sud, metodicamente, casa per casa, uccidendo chiunque fosse rimasto vivo, bambini inclusi”: questa (poi, “da nord verso sud”: vorrebbe essere un riferimento topologico per dare concretezza geografica a tutta un’opera di fantasia, quando lo stratega immaginario che è nel paranoico reale ha sottolineato che Fallujah era circondata e l’azione era concentrica) è soltanto una delle corbellerie più fenomenali che gli avatar in A – Angelo, Antonio, Aurelio, Alessandro, Alberto, ecc…; perché i paranoici amano gli schemi, non solo ideologici, quando danno sfogo al loro estro patologico – abbiano escogitato o che altri ha ritenuto di formirgli;
      – i deliranti complottisti uniti nella lotta alla realtà dei fatti, alla semplice verosomiglianza e alla coerenza logica non dicono che Fallujah, l’anno scorso, cadde nelle anni dell’Isis: dopo tutto quello che hanno detto dell’Isis come agenti del “sionismo” e degli Occidentali: questi mestatori, su un punto così qualificante e probante dlel loro tesi folli, tacciono, non dicono che Fallujah è stata “liberata”, nulla dicono delle meraviglie, dei benefici, dei progressi segnati da questa città a vera, effettiva, “liberazione” apportata dai jihadisti che Brett Felton gli ammazza: non dicono una, neppure mezza parola sull’accoglienza dai “resistenti” riservata a questi servi dell’Occidente. servi, beninteso, allo stesso titolo e sullo stesso piano della Lega Mondiale Islamica – perchè una follia tira l’altra e tutte sono orientate verso La Mecca.

  2. Adolfo

    @Leo

    Anzitutto Buona Pasqua di Resurrezione a te e famiglia.

    Sì, purtroppo siamo di fronte ad un esempio di vera e propria deliberata distruzione di una nazione.

    Ma vanno citate anche altri fatti.

    All’indomani dell’invasione del 2003, la tomba del fondatore del partito Baath, Michel Aflak, venne profanata. Il fatto è sorprendente, sia perché la tomba si trovava nella sicurissima Zona Verde, sia perché un fatto del genere è estraneo alla tradizione irachena. Scrive a tale proposito Gilles Munier: «La storia dell’Iraq – fin dai tempi più antichi – è stata segnata da invasioni e massacri. Ma contrariamente a quanto è appena accaduto, il popolo iracheno ha sempre rispettato i morti, anche quelli dei suoi nemici. Ad esempio, la tomba del generale Maude – conquistatore inglese di Baghdad dopo la prima guerra mondiale – non è stata mai violata, così come le tombe dei soldati britannici che la circondano. Essi sono ancora sepolti in bella vista, in uno dei principali quartieri della capitale. Altro esempio: anche se criticati o odiati a loro tempo dalla popolazione, le spoglie di Faisal I e Faisal III, re hascemiti d’Iraq, hanno l’onore di un mausoleo, abbellito per ordine del Presidente Saddam Hussein».
    Un fatto simile a quello di dieci anni fa si è ripetuto alla fine di dicembre, quando è stata profanata la tomba del Presidente Saddam Hussein, situata a Al-Awja, suo villaggio natale presso Tikrit.
    Qual è il significato di questi atti così deplorevoli? Distruggendo la tomba di Michel Aflak o di Saddam Hussein, fondatore e presidente del partito della rinascita araba, gli Stati Uniti pensano di cancellare ogni traccia del baathismo dall’Iraq, cioè ogni velleità di riscatto facente riferimento a un ideale di nazionalismo arabo.

    1. Angelo

      La strage di Falluja è stata pianificata dagli Stati Uniti d’America facendo uso di forze aeree ed elicotteristiche, per compiere bombardamenti massicci al fosforo bianco sul centro abitato. Ai bombardamenti sarebbero seguiti la progressiva avanzata di mezzi corazzati e, infine, i rastrellamenti dei marines, con graduilità in modo da non esporre immediatamente i soldati alle pericolosissime polveri del Napalm MK77.

      L’esercito di Bush, prima di intraprendere la seconda battaglia di Falluja, aveva steso un anello di isolamento tutt’intorno alla città, chiedendo alla Gran Bretagna l’apporto di soldati nelle retrovie. Il piano di occupazione della città era stato concepito in maniera preordinata, premeditata: l’attacco iniziò con bombe al Napalm MK77. Il fosforo brucia ossigeno e tutto ciò che contiene acqua: inalandolo si muore, i corpi bruciano o addirittura si sciolgono, a volte lasciando intatti i vestiti. Ogni bomba di tale specie uccide chiunque vi si trovi intorno nel raggio di 150 metri. Gli USA li usarono A Falluja, in Iraq, così come fecero in Vietnam, violando i trattati internazionali sulle armi chimiche, utilizzando cioè armi di distruzione di massa, quelle stesse di cui accusarono Saddam di possedere. Al bombardamento al Napalm MK77 è poi seguita l’avanzata dei carri armati dal nord della città. Solo dopo queste operazioni dal cielo e da terra, allora i marines avanzarono gradualmente, quartiere dopo quartiere, via dopo via, da nord verso sud, metodicamente, casa per casa, uccidendo chiunque fosse rimasto vivo, bambini inclusi. A quel punto la strage fu completata e Bush festeggiò la vittoria di Falluja.

  3. ;Leo_1

    @Adolfo

    Tenga anche conto della immane catastrofe umanitaria dovuta ai tanti “reborn-christian(self-styled)-heroes” Feltons&Kyles S.p.A. (Soldiers Producing Atrocities)

    La distruzione dell’Iraq, con la sua storia millenaria, la sua scienza avanzata, la sua forte coscienza nazionale, non poteva non generare una forte reazione. La resistenza, diffusa in tutto il Paese, si è maggiormente concentrata nel triangolo sunnita: Baghdad, Baquba, Ramadi, Tikrit, ma soprattutto Falluja. E contro Falluja l’esercito statunitense si è accanito, devastandola con due attacchi, dove ha usato armi proibite: fosforo bianco, uranio impoverito, MK77, una variante del napalm. Si è poi cercato di impedire le indagini e di nascondere la tragedia di Falluja, una tragedia di dimensioni apocalittiche.

    Il professor Chris Busby, un’autorità scientifica nel campo degli studi sull’uranio e le contaminazioni radioattive, ha deciso di indagare su quanto accaduto a Falluja nel 2004. Ma né a lui né ai membri della sua squadra è stato permesso di entrare nella “città proibita”. Il coraggioso scienziato, però, nonostante i pericoli, le minacce di morte e le enormi difficoltà, ha deciso di affidare le ricerche a un gruppo di iracheni di Falluja. Inizialmente, i locali hanno avuto paura, soprattutto dopo che una stazione televisiva di Baghdad aveva affermato che dei terroristi stavano effettuando un’indagine e che chiunque fosse stato sorpreso a parteciparvi sarebbe stato arrestato. Ma l’indagine, condotta su 721 famiglie di Falluja, è andata avanti e ha portato ad alcuni risultati su quanto è veramente accaduto nella città-simbolo della resistenza irachena.

    Fra le conseguenze delle armi chimiche usate dalle “forze di liberazione”, il professor Busby ha riscontrato un tasso di leucemia infantile più alto di 40 volte rispetto agli anni precedenti gli attacchi statunitensi, un aumento abnorme della mortalità infantile e un gran numero di malformazioni genetiche.

    Ecco solo qualche esempio delle deformità osservate fra i bambini di Falluja: bambini nati senza occhi o con un solo occhio, nati con due o tre teste, o senza orifizi, con tumori maligni al cervello, all’occhio e alla retina, bambini nati senza alcuni organi vitali, o nati senza alcune membra o con membra di troppo.
    «La situazione a Falluja è spaventosa e orrenda, è peggio e più pericolosa di Hiroshima», è stato il commento del professor Busby.

    Intanto a Falluja i medici hanno ufficialmente sconsigliato alle donne di partorire, fatto commentato da Layla Anwar con le seguenti parole: «…l’Occidente, che ha tanto a cuore i propri figlioletti, non ha assolutamente nessuno scrupolo a riversare tonnellate di prodotti chimici letali sotto forma di armi di distruzione di massa sulle popolazioni di Basra e Falluja – per dirne una, armi chimiche come l’uranio impoverito o il fosforo causano l’aumento di cancro tra i bambini e producono le più mostruose malformazioni – prodotti geneticamente modificati dalla “Libertà e democrazia”…».

    E Falluja non è il solo sito iracheno dove sono stati compiuti questi crimini. Ѐ solo il più colpito.

    1. Raider

      L’insistenza sulla distruzione deliberata dell’Iraq è degna tanto della propaganda saddamita quanto di quella dell’Isis, al Nusrea, ecc.., eserciti jihadisti che, a parole – una più falsa dell’altra -, i complottisti intercambiabili e multinick accusano di essere al servizio dell’Occidente. Motivazioni e metodi del regime baathista, dei “resistenti” come dell’Isis e di al Nusra sono perfettamente sovrapponibili, in tutto coincidenti: di “inevitabile” c’è solo la reazione sguaiata dei fanatici filo-islamici che devono mentire su tutto. “La storia millenaria dell’Iraq”, “la sua scienza avanzata”, “la sua forte coscienza nazionale”, non c’entrano niente:
      – i bombardamenti deliberati degli occidentali (perché solo degli U.S.A.? C’erano anche truppe inglesi, francesi, australiani, canadesi, italiani, spagnoli, portogehsi, danesi, ecc… e di molti Paesi arabi, non solo del Golfo) sono un’invenzione deliberata dei filo-islamici, mentre le distruzioni di siti archeologici, testimonianze delle civiltà pre-islamiche e monumenti “pagani” sono state (a parte illuminanti precedenti storici) una consuetudine dai talebani e affini in poi, che non sanno come spiegare lo splendore di civiltà non musulmane quando l’Arabia era tenuta ai margini del progresso storico e dunque, devono polverizzare le vestigia delle “superstizioni degli infedeli”;
      – gli scienziati iracheni non compromessi col regime – Alì il chimico e pochi altri, processati e giustiziati per crimini contro il popolo iracheno – erano interessati a proseguire la loro attività scientifica e sono stati minacciati e eliminati proprio dai “resistenti”
      – ma, forse, la menzogna più grossa, da vigliacchi per vocazione e mistificatori di professione, è quella della “forte coscienza nazionale” degli iracheni: quando l’iraq – che, a giorni alterni, i mentecatto-islamisti lamentano essere un'”invenzione” degli Occidentali – è un’accozzaglia di religioni
      e etnie, di cui gli scitti costituscono la maggioranza assoluta, assolutamente oppressa dai sunniti come Saddam Hussein, dal clan tribale di Saddam Hussein, dal Baath, di cui Saddam Hussein era il padrone assoluto;
      – per cui, solo per dirne una, agli sciiti era vietato il pellegrinaggio ai loro luoghi santi, come Nayaf e Kerbala: e quando gli sciiti, grazie alla coalizione messa insieme dall’O.N.U., hanno scalzato dal potere Saddam Hussein, il suo clan familiare e tribale, il Baath e i sunniti, questi pellegrinaggi sono stati bersagliati da autobomba, attentati suicidi e assalti armati dai “resistenti”;
      – “resistenti” concentrati “a Baghdad, Baquba, Ramadi, Tikrit, ma soprattutto Falluja” non per caso, ma perché – questo, neppure il capintesta dei falsificatori pro-jihadisti poteva nasconderselo – nel “triangolo sunnita” si trovava una più spiccata “coscienza nazionale” derivata dall’abitudine sunnita al potere e ai privilegi riservati dal costituire la base del regime baathista saddamita;
      – mentre i complottisti nulla hanno da riferire o copincollare sulle trame complottistiche dell’Iran per prendere la guida dello sciismo iracheno, storicamente più autorevole sul piano teologico (perfino Khomeini era stato trattato come un mezzo eretico da ayatollah e ulema iracheni ben prima che egli andasse al potere), non foss’altro come custode dei luoghi santi della Shia. Ci furono, infatti, contrasti sanguinosi fra le fazioni pagate e fomentate dagli iraniani e i gruppi maggioritari, davvero espressione di una “coscienza nazional-religiosa”, che avevano come guida spirituale l’ayatollah al Sistani.
      Con tutto questo, ancora una volta, emerge come i complottisti filo-islamisti pro-Hamas e pro-iraniani possono mentire (male) e mistificare (peggio): ma la realtà dei fatti, non dei retroscena schizoidi, li smentisce puntualmente.

  4. Adolfo

    @Yusuf

    Infatti a questo proposito c’è da ricordare che la violenta campagna contro gli accademici dell’Iraq è diventata uno degli argomenti principali degli appelli del Tribunale Russell (fondato nel 1966 per indagare sui crimini di guerra commessi dall’esercito statunitense in Vietnam).

    Il Tribunale Russell riporta una lista (aggiornata al 23 marzo del 2014) di 479 accademici iracheni assassinati durante l’occupazione statunitense.

    Le purghe sanguinose si sono verificate nelle più rinomate università, sparse in tutto il Paese: soprattutto a Baghdad, a Bassora e a Mosul, ma anche ad Anbar, Babilonia, Tikrit, Ramadi, Baquba, Dyala, Nahrain, Kerbala, Kufa, Falluja e Kirkuk.

    Sono stati eliminati centinaia di accademici di alto livello in tutte le branche del sapere: scienziati di rilievo, medici, direttori di istituzioni accademiche prestigiose, storici e studiosi di scienze sociali, fisici, biologi, ingegneri.

    L’obiettivo di questa campagna di terrore era quello di distruggere la nazione irachena, minarne la capacità di ricerca in ogni campo della scienza, impedire la capacità di educare il popolo; in una parola: distruggere una civiltà. Tale campagna criminale ha avuto come conseguenza la fuga all’estero di migliaia di scienziati, studiosi e professionisti.

    Risultato: l’Iraq è diventato un deserto culturale.

    Ma per fortuna ora è arrivato “l’eroe” Brett Felton a portare la ricchezza culturale americana sulle macerie di quella distrutta dai suoi sodali.

    1. Raider

      La lista dei docenti e intellettuali assainatio da chi, millantatori e mistificatori di marcas prettamente islamica? Uccisi dagli americani? O dai “resistenti” pro-sadam, cattivi perché hanno imparato da Saddam ai tempi in cui Saddam era cattivo; o buoni perchè “sfuggiti di mano”?
      E chi ha fatto fuggire gli scienziati e intellettuali che, guarda caso, gli amerciani non avrebbero fatto in tempo o pensato di eliminare? E soprattutto, dove sono fuggiti, questi scienziati e intellettuali braccati dai tagliagole e kamikaze “resistenti”? In Iran, forse? O in Pakistan? O in Sudan? No. In Occidente!
      E siamo al punto, dolente punto per i filo-islamici che vengono a boicottare e occupare questo sito: che Chris Kyle e Brett Felton combattevano contro i “resistenti” che minacciavano, braccavano, assassinavano fino in casa gli scienziati e studiosi che, in nome della rispettiva disciplina del sapere, volevano solo continuare a svolgere la loro attività di ricerca nell’Iraq non più succube di Saddam Hussein, del Baath, dei sunniti: e insieme e anzi, più ancora che dotti, medici e sapienti, i “resistenti” massacravano pellegrini sciiti, massaie, operai, disoccupati, bambini, insomma, poveri e ignoranti di cui si è perso il conto. Ora che Brett Felton combatte e insegna ai cristiani iracheni a combattere l’Isis come lui faceva contro i “resistenti”… Eh, la cosa dà tremendamente fastidio a chi, Isis vincente o Isis perdente, sempre con l’Islam sta. E dunque, una volta di più,
      W BRETT FELTON!

    2. Raider

      Chiedo alla Redazione di sbloccare il post che ho spedito ieri sera, cosa di cui vi sarei molto grato.

  5. Yusuf

    @Adolfo

    Permettimi di aggiungere che non solo è stato distrutto l’Iraq antico, ma anche quello moderno.

    La distruzione dell’Iraq moderno

    La distruzione della civiltà irachena è stata organizzata sistematicamente, al fine di cancellare la memoria del più avanzato sistema scientifico e culturale del mondo arabo.

    L’Iraq di Saddam Hussein prevedeva la laicità dello Stato, la tutela delle minoranze religiose e la parità fra uomo e donna. I pianificatori della guerra sapevano che nel Paese mediorientale c’era una forte identità nazionale, che con l’aggressione imperialista non poteva non rafforzarsi. Da ciò la necessità di eliminare coloro che questa identità nazionale avevano contribuito a costruire: gli scienziati, gli intellettuali e gli accademici.

    Secondo il Centro Studi Al-Ahram del Cairo, solo nei primi tre mesi di occupazione, sono stati eliminati più di 310 scienziati iracheni. Il Pakistan Daily, nel novembre del 2008, riporta un elenco di 283 accademici iracheni assassinati durante l’occupazione condotta dagli Stati Uniti d’America in Iraq. Un gran numero di loro lavorava nell’Università di Baghdad, una delle più importanti del mondo arabo.

    Prima dell’occupazione, c’era a Baghdad la più prestigiosa facoltà di medicina di tutto il Medio Oriente, ove si recavano centinaia di medici per la formazione avanzata. A questa facoltà è riferibile la più alta percentuale di docenti uccisi, seguita dalla facoltà di ingegneria e dalle facoltà di discipline umanistiche e sociali.

    1. Raider

      Le calunnie sparse a piene mani sulla tastiera da yusufi/adolfi sulla scia di chi li ha preceduti nel regno dei complottismi sono una più assurda dell’altra. “L’IIaq di Saddam Hussein prevedeva la laicità dello Stato…” e via dicendo idiozie: ma poco importa, i complottisti avevano appena sconfessato Saddam Hussein come agente degli U.S.A. nell’area: e addebitato al Saddam “agente del sionismo” la responsabilità di avere insegnato ai “resistenti” i metodi terroristici di cui a fare le spese sono stati e sono, principalmente, gli iracheni
      – sciiti, maggioranza oppressa da Saddam, dal suo clan, dalla sua clientela, dalla sua tribù e dal Baath;
      – i Curdi, minoranza “sbagliata”, sia in Iraq che in Iran: che non rientrano, evidentemente, nel panarabismo politico degli iranaini e dei loro portavoce in Rete;
      – gli oppositori politici e le loro famiglie;
      – gli iracheni che collaboravano, lavoravano col governo provvisorio e con i governi che gli iracheni stessi si sono dati successivamente.
      Tutto questo macello, in continuità ideale e pratica con quanto avveniva ai “bei tempi” – eh? – del Saddam facente funzioni del “sionismo” come del Saddam riabilitatosi come campione dell’islamismo, tanto da fare vergare un Corano col sangue fattosi cavare dalle sue vene, diceva lui: mentre sul sangue che faceva scorrere perchè fosse rimpianto da “resistenti” e scagnozzi vari, in Iraq e fuori, digitali e armi in mano, i duettanti e coristi pro-Islam non hanno nulla da millantare.
      Non solo, ma, dopo che manipolano la storia a loro comodo, con falsità grossolane, gli islamofili si lamentano delle distruzioni che ogni guerra comporta, sbizzarendosi con l’inventare la programmata distruzione delle vestigia antiche delle Mesopotamia. E quando i jihadisti islamicamente ligi al Corano distruggono deliberatamente le testimonianze di civiltà che erano semite, ma non arabe né islamiche, da Bamyan a Ninive, che problema c’è? basta dire che la colpa è degli occidentali, che quelli non sono islamici anche se sostengono le stesse cose dei complottisti: e la cavolata è servita.

  6. Leonkavallo

    Bombardamenti sulla storia, centinaia di scienziati deliberatamente assassinati, città devastate da attacchi con armi chimiche, esplosione improvvisa di mostruose malformazioni infantili, torture orrende e umilianti. Questa la realtà nascosta dell’Iraq di oggi, precipitato nel più nero abisso dell’umana miseria dall’ennesima “guerra di liberazione” statunitense operata da tanti “eroici” Brett Fetenton e Chris Kyller.

    1. Adolfo

      In effetti è dal 2003 che la storia dell’Iraq viene duramente bombardata. La memoria dell’Iraq e di tutto il genere umano è stata saccheggiata. Il Museo Archeologico di Baghdad, scrigno di tesori tra i più preziosi al mondo, custodiva millenni di storia, con reperti che risalivano alle origini della civiltà mesopotamica. I ladri e i militari lo hanno depredato ed i reperti sono stati venduti ai quattro angoli del mondo.

      Indimenticabile l’immagine dei soldati Usa che lasciano devastare il museo e ridacchiano di fronte allo scempio, mentre il solo Ministero del Petrolio viene protetto dai carri armati.
      Sulle rovine dell’antica Babilonia, per lungo tempo, ha operato una base americana dei mezzi corazzati.

      Cosa significava Babilonia per i soldati occupanti? Cos’era per coloro che gli iracheni chiamavano i “nuovi mongoli”? Forse nient’altro che un mucchio di pietre, solo un riparo per cecchini.

      La Biblioteca di Baghdad è stata incendiata, sotto lo sguardo indifferente dei soldati occupanti, mentre la ziggurat della favolosa città reale di Ur veniva deturpata dai volgari graffiti dei soldati nordamericani.

      1. Raider

        Ora che c’è un governo leggittimo in Iraq, un governo che rappresenta tutti – tutti gli iracheni -, ai filo-islamici la cosa, proprio, non gli va, non gli cala. E perciò, distruzioni e saccheggi sono roba degli occidentali, americani in testa, in Iraq per conto dellì’O.N.U.: e all’affronto subito i fedeli islamici saddamiti hanno rispsoto come sanno fare: e siccome lo sano tutti, cpme sanno fare, allora, la colpa è di Saddam che gli ha insegnato a opprimere gli iracheni. E siccome Chris Kyle eliminava gli attentatori suicidi e non e Brett Felton, che ha fatto lo stesso con “resistenti” che ai filo-islamici piacciono tanto anche se sono stati alla scuola di Saddam l’americano, insegna ai cristiani a difendersi dall’Isis, che sarebbero finanziati dagli americani che li bombardano – se non sfugge la strampalataggine di tutta queste teorie complottarde -: ecco che, come conclusione, di tutto questo, il cattivo, perchè ammazza i terrorisrio dell’Isis come faceva con i “resistenti” saddamiti è Brett Felton. Che dire?
        W BRETT FELTON!

  7. Rei_N_Vio

    “O Sion orsù canta le gesta potenti dell’eroico Brett Felton e dei suoi amici fetenti”

    Iraq – Falluja – 2007

    Autocarri guidati dai patrioti, uno carico di esplosivi e l’altro di gas tossici al cloro, riuscirono a penetrare nell’accampamento fortificato americano facendolo saltare.
    I ribelli intensificarono gli attacchi mordi-e-fuggi di giorno, e di notte avevano il completo controllo della città.
    Così, gli invasori montarono la terza pacificazione.
    Bombardamenti dal cielo, massacri a terra: , le operazioni USA avevano intento palesemente genocida, perché ormai era impossibile distinguere fra combattenti e civili, e la rovina, la fame, la sete, le ferite non curate avevano unito gli uni e gli altri allo stesso destino.
    Da soli, contro la superpotenza militare mondiale.
    Contro forze schiaccianti, contro una brutalità senza limiti.
    Senza alcuna speranza umana, senza alcun aiuto e appoggio da fuori.
    La cosiddetta «Al Qaeda», che si proclama la guardia armata sunnita, non ha mai combattuto a Falluja: faceva e fa il lavoro indicato dal Mossad, come attualmente l’ISIS o le varie sigle create appositamente.

  8. Re_In_Vio

    “Deh ancor o Sion dell’eroe Brett Felton canta la canzone per mostrare al mondo quant’egli è co…one”

    Falluja Iraq – 2004 :

    Gli abitanti di Falluja subiscono ogni sorta di umiliazioni quando entrano o escono dalla città. Nella loro vita quotidiana soffrono vari tipi di angherie e di minacce da parte delle forze occupanti americane, che li considerano terroristi semplicemente perché rifiutano l’occupazione. Ci sono continue uccisioni casuali, che non escludono bambini e vecchi, uomini e donne. Molti bambini hanno dovuto guardare i loro genitori uccisi davanti ai loro occhi. Uomini hanno dovuto assistere all’uccisione dei loro figli e delle mogli. Quasi ogni famiglia di Falluja ha dovuto seppellire un familiare nel cortile.
    La forza d’occupazione americana ha assegnato speciali carte di identità ai cittadini di Falluja, per impedire a visitatori di entrarvi. Ciò isola Falluja dai suoi dintorni e dal resto del Paese, e l’ha trasformata in una grande prigione.
    Come misura di punizione collettiva, la forza occupante ha sequestrato le scuole della città che usa come sue caserme, privando gli studenti della possibilità di continuare a studiare, e senza offrire un’alternativa.
    Avvengono ritardi deliberati nella ricostruzione di Falluja, e nel ripristino dei servizi essenziali.
    Gli annunci in questo senso sono pure menzogne, rivelate dal fatto che le persone che stanno lavorando alla ricostruzione di Falluja, per numero, non sono adeguate alla misura delle distruzioni. Gli americani stessi ammettono che sono state demolite 90 mila case.
    Non uno dei grandi media ha più parlato di Falluja dopo quel rapporto: la città era, comunque, «pacificata».
    Invece no.
    Nel settembre 2006, gli americani hanno dovuto dare una ripassata brutale: stavano perdendo il controllo della città e della provincia di Anbar.
    La resistenza, irriducibile, li ha messi di nuovo alle strette: fra l’altro ha abbattuto un F-16 con un missile a spalla «Strela».
    La gente (questa sì eroica) di Falluja non ha mai cessato di resistere, di infliggere colpi.

    1. Raider

      E già, è umiliante subire controlli per impedire attentati contro gente inerme, a Fallujah come a Baghdad – guarda caso, aree a maggioranza o forte presenza sunnita e saddamita -, come è umiliante subirli al Cairo, a Tunisi e a Gerusalemme: e così, la gente di Falluja – il cui “eroismo” kamikaze e terroristico in loco e in altre parti dell’Iraq era messo in conto a Saddam Hussein nel ruolo di dittatore per conto degli americani anche dopo la rottura (1990!) con gli americani: brava gente, i jihadisti di Fallujah, il cui eroismo si manifestava nell’applicare quanto diligentemente appreso da Saddam Hussein, non nel denunciare i criminali “resistenti” che uccidevano e torturavano (come continuano a fare) senza preclusioni anagrafiche: come aveva fatto Saddam Hussein e come fa l’Isis, sempre in nome dell’Islam, “religione di pace” – ritorna a “resistere”, a “infliggere colpi”: con attentati suicidi, assassini di singoli e gruppi, torture, di cui fanno le spese altri iracheni, beninteso: ma di queste vittime dei “resistenti” di Fallujah agli islamofili non importa nulla.
      E così, ora che Brett Felton elimina e insegna ai cristiani a difendersi eliminando gli islamici dell’Isis, a questi falsi – come sempre falsi: in tutto e per tutto, falsi – nemici dell’Isis, la cosa dispiace, urta, duole. Bene, benissimo!.
      W BRETT FELTON!

  9. Re_invio_W

    “Cantami o Sion le gesta l’armi e gli eroi : Brett Felton, complici e mandanti…..”

    Iraq – Nell’aprile del 2004, e poi di nuovo nell’autunno, gli invasori americani «pacificarono» Falluja, roccaforte dei sunniti fedeli a Saddam.

    Bombe al fosforo, napalm, volumi di fuoco superiori a quelli scatenati durante la seconda guerra mondiale.

    Questa città di 300 mila abitanti, di cui almeno 25 mila erano rimasti intrappolati nelle case, fu ridotta a un cumulo di rovine fumanti, dove, come a Stalingrado, i cani divoravano i cadaveri insepolti.

    Seguirono i rastrellamenti, casa per casa.

    Gli americani – lo provarono diversi video – finivano i combattenti feriti a mitragliate, per rabbia.
    Dopo un mese di diluvio di fuoco, i tikriti continuavano a combattere.
    «Sono pochissimi quelli che si arrendono», ammise un colonnello dei marine.

    Ma i marine spararono anche sui civili che, con la bandiera bianca, cercavano di uscire dalla città.
    Gli aggressori non permisero che aiuti medici e rifornimenti, organizzati dagli iracheni di Baghdad, entrassero nella città devastata.

    Lo vietarono perfino a delegazioni dell’ONU e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: prima, raschiarono il terreno completamente, per nascondere l’uso di fosforo e di tossici proibiti.

    I cecchini americani (ci sarà stato anche “l’eroe-reborn-christian” Chris Kyle ?) uccisero 17 fra medici e infermieri che cercavano di entrare nella città per curare i feriti.

    I feriti americani furono 417, i morti non sono stati comunicati.

    Nel marzo 2005, molti mesi dopo, un rapporto del Tribunale Russell definì il risultato delle operazioni a Falluja come «genocidio».

    «Al momento di diffondere questo rapporto», si leggeva, «il recupero dei cadaveri provocati dall’attacco del novembre 2004 continua. Gli operatori specializzati hanno trovato circa 700 corpi. Gli americani dicono di averne uccisi 1.300, ma non si sa dove i corpi siano stati sepolti. Il fatto che continuino a negare l’accesso ai delegati dell’ONU conferma che hanno riempito delle fosse comuni. I dispersi sono centinaia, ma le famiglie esitano a riferire i nomi dei loro familiari presso l’ufficio di registrazione dei dispersi, per timore di arresti e intimidazioni delle forze americane. I cittadini di Falluja detenuti soffrono di trattamenti inumani».

    1. Raider

      Sì, parapé parapà, cantagliele, Musa e musichetta araba, ecco che gli americani tornano “invasori” dopo che questi cialtroni filo-islamici hanno sostenuto che Sadam Hussein era
      – 1) un servo degli U.S.A. – e dunque, obbrobbrio su di lui -;
      – e dopo, 2) che era un “patriota”;
      – e allora, ne invocano il nome singhiozzando, dimenticando che,
      – fra la fase 1) 3 la 2), Saddam Hussein non smise mai di essere un oppressore sanguinario di sciiti, curdi, generi e parenti suoi e oppositori vari;
      – e che a proposito dei “sunniti fedeli a saddam” di Falluja, non avendo nulla che potessero obiettare al non aver mosso alcuna obiezione ai massacratori “sunniti fedeli a…” né alcun rimpianto o singhiozzo alle loro vittime: e anzi, i filo-islamici rivoltavano la frittata, gettando come bombe al napalm sui “sunniti fedeli” l’accusa di aver imparato tutto dal valentuomo nonché “fedele sunnita e patriota” Saddam Hussein: quello che gli U.S.A. su mandato dell’O.N.U. avevano abbattuto proprio per impedirgli di fare a sciiti, curdi, iarcheni, insomma, quello che i suoi “fedeli sunniti” continuavano a fare a Fallujah e altrove. Perciò,
      W BRETT FELTON!

  10. Leonardo_2

    Continuando sempre a cantare le gesta l’armi e gli eroi alla Brett Felton, parliamo sempre del luogo dove i reborn-christians statunitensi portarono la fede riformata e la democrazia occidentale. Volenti o nolenti i destinatari erano gli oppressi dal “mostro” Saddam a loro “sfuggito di mano” (more solito) residenti in Falluja.
    Dopo l’atroce battaglia di Falluja, l’armata americana vi entrò con bull-dozer e autobotti. I bull-dozer cominciarono a scorticare il terreno tutto attorno ai crateri di esplosione delle loro bombe. Asportarono accuratamente 200 metri quadri di terreno attorno ad ogni cratere, caricato la terra su autocarri e la portarono in località sconosciuta. La stessa cosa fecero con alcune delle case bombardate. Hanno abbattuto gli edifici e portato via il materiale. Queste operazioni sono state compiute soprattutto nei quartieri di Julan e di Jimouriya, teatro dei più feroci scontri, ma anche a Nazal, Mualmeen, Jubail. Attenzione, solo “alcune” case sono state demolite. Quelle dove erano cadute le “bombe speciali” usate dagli americani. Le stesse che avevano formato i crateri accuratamente ripuliti.
    Di che bombe si trattava? Tutti gli abitanti di Falluja che erano ancora in città durante i raid le hanno descritte così. “Facevano una colonna di fumo a forma di fungo. Poi, piccoli pezzi cadevano dall’aria, con una coda di fumo dietro ogni pezzetto”. Cadendo, questi “pezzetti” esplodevano con grandi fiammate che “bruciavano la pelle della gente, anche quando vi si gettava sopra dell’acqua. Molti hanno sofferto tanto per questo effetto, combattenti non meno che civili”.
    E’ la descrizione esatta degli effetti di bombe al fosforo, molto usate dai liberatori anglo-americani contro Germania e Giappone. Ma vietate dalle convenzioni internazionali, e perciò sostituite dagli Usa con l’invenzione del Napalm, mistura gelatinosa e adesiva di celluloide sciolta in benzina che ha il “vantaggio”, come il fosforo, di appiccicarsi alla pelle mentre brucia, ed è molto più economico (brevetto Dow Chemicals). L’uso del fosforo però è più “efficiente” se lo scopo è di ridurre corpi umani a tizzoni ardenti carbonizzati, con un effetto terroristico aggiuntivo.
    L’uso di queste armi è un crimine contro l’umanità. Ecco perché, dietro ai bull-dozer, il Pentagono ha inviato anche grosse autobotti: le quali hanno “lavato” con potenti getti forzati tutti i muri o quel che ne restava in piedi, evidentemente per dilavare il fosforo. E’ il tentativo di coprire il crimine, di farne sparire le tracce.

    1. Raider

      More solito, i compolittisti filo-islamici fanno finta di non accorgersi che Saddam Hussein teneva in stato di sudditanza sciiti, maggiornanza nel Paese e curdi, i più determinati nel combattere lIsis e non solo: e che, oggi, l’Iraq è più libero di quanto sai mai stato, nonostante tutto, nonostante le difficoltà di un Paese dove spadroneggiano le bande terroristiche nostalgiche dei “bei tempi” del regime baathista, assimilabili ai menagramo che sproloquiano di “patrioti resistenti” e poi, si scandalizzano dell’Isis, con cui condividono programma e paranoie.
      Fra questi terroristi al servizio dell’idea baathisa e del leader rimpianto dai complottisti che vengono qui q rendergli devoto omaggio, c’erano i sunniti di Falluja. ora, con la stessa coerenza isalmiamente corretta,. scaricati come “mostri” creati dagli U.S.A., mostri cui nulla avevano da obiettare quando massacravano come “resistenti” gente inerme o accusata di “lavorare per gli infedeli”, cioè, di lavorare: come impiegati, operai, personale amministrativo, agenti di polizia: ovvero gente accusata di fare la spesa, di andare a scuola, di salutare con entusiasmo l’apertura di un cantiere o la fine dei lavori.
      Allora, i complottisti fanatici quanto l’Isis di cui parlano male e con tanta ingratitudine, non avevano nulla da insultare contro quelli cui, ora, fano fare la figura dei mostri prezzolati, ancorché sfuggiti di mano (andassero a dirglielo, che erano servi degli U.S.A. sotto Saddam! E fatto questo, che sono diventati belve “resistenti” dopo): così’ da metterli sul conto dell’Occidente: e non dire lo stesso una parola sulle vittime del clan baathista/sunnita, prima e dopo l’èra felice della dittatura di Saddam.

  11. Re_Mando

    Lo studio epidemiologico intitolato Cancro, Mortalità Infantile e Tasso di Nascite Maschili a Fallujah, Iraq 2005-2009, ha condotto un sondaggio porta-a-porta di più di 700 famiglie della città. Il team di ricerca ha interrogato gli abitanti di Fallujah riguardo agli insoliti alti tassi di cancro e di difetti alla nascita.

    Uno degli autori dello studio, il chimico Chris Busby, ha detto che la crisi sanitaria della città rappresenta “il più alto tasso di danno genetico mai studiato in una popolazione”.
    La dr.ssa Mozghan Savabieasfahani è una tossicologa ambientale residente a Ann Arbor, in Michigan. È autrice di più di due dozzine di articoli, la maggior parte dei quali trattano dell’impatto sulla salute di contaminanti e tossine della guerra. Al momento la sua ricerca si concentra sull’inquinamento da guerra e sull’aumento dei difetti alla nascita nelle città irachene.
    “Dopo i bombardamenti, la popolazione colpita restava spesso tra le rovine delle loro case contaminate o in edifici dove l’esposizione ai metalli era continua”, ha detto la dr.ssa Sacabieasfahani ad Al-Jazeera.

    “La nostra ricerca a Fallujah ha mostrato che la maggior parte delle famiglie è tornata nelle loro case bombardate e vi ha continuato a viverci oppure hanno ricostruito sopra i resti contaminati delle loro vecchie case. Quando possibile, hanno persino usato i materiali di costruzione recuperati dai siti bombardati. Queste pratiche comuni contribuiscono alla continua esposizione del pubblico ai metalli tossici anche dopo che i bombardamenti sono finiti”.

    Ha sottolineato come grandi quantità di proiettili all’uranio impoverito, oltre ad altre munizioni, sono state disperse nell’ambiente iracheno.
    “Tra il 2002 ed il 2005, l’esercito americano ha usato sei miliardi di proiettili, secondo le cifre del Government Accountability Office statunitense”, ha aggiunto.

    Secondo la dr.ssa Savabieasfahani, i contaminanti metallici nelle zone di guerra derivano dai proiettili e dalle bombe, nonché da altri dispositivi esplosivi. I metalli, ed in particolare uranio, mercurio e piombo, vengono usati nella produzione delle munizioni e tutti contribuiscono ai difetti alla nascita, ai disordini immunologici e alle altre patologie.
    “Il nostro studio condotto in due città irachene, Fallujah e Bassora, si è concentrato sui difetti congeniti alla nascita”, ha dichiarato.

    La sua ricerca ha mostrato che entrambi gli studi hanno scoperto un numero crescente di difetti alla nascita, specialmente quelli al tubo neurale e i difetti cardiaci congeniti. Ha inoltre rivelato una contaminazione pubblica con due metalli neurotossici principali: piombo e mercurio.
    “L’epidemia dei difetti alla nascita in Iraq è, tuttavia, la punta dell’iceberg tra molti altri problemi di salute nelle città bombardate”, ha dichiarato. “I casi di leucemia infantile e altri tipi di cancro stanno aumentando in Iraq”.

    1. Raider

      Casi come quello di Falluja sono stati e sono discussi, ma l’insistenza protestaria a senso unico e puramente strumentale su di essi, senza che le stesse proteste e la stessa insistenza si siano avute in tutte – tutte – le occasioni che ricordavo, tende a far passare in subordine o a cancellare le questioni che non fanno comodo.
      Se le bombe all’uranio arricchito non fossero state usate, le accuse agli americani non sarebbero state certo venute meno, alla loro : e Falluja era in piccolo quello che era stato l’Iraq sotto Saddam Hussein, in cui non era ammesso il dissenso, pena la morte comminata nel modo più atroce, non era ammessa la collaborazione non con gli Occidentali, ma col governo democratico iracheno, non era ammesso nemmeno farsi curare dagli Occidentali, si fosse o no bambini, come era avvenuto con l’embargo, quando i bambini era lasciati morire dal clan saddamita pur di non cedere il potere non agli americani – giunti poi su mandato dell’O.N.U. – ma a governi democraticamente scelti dal popolo iracheno, senza embarghi né bombe.

  12. Leonardo

    @Brett Felton

    Caro Brett Felton,

    Essendo lei così preoccupato delle lacrime di Nostro Signore Gesù Cristo, la invito a recarsi a Falluja, luogo simbolo delle lacrime fatte versare anche da lei per le sofferenze inflitte ai popoli iracheni perchè lo credo utile per la sua coscienza di “fervente cristiano”.

    Sono passati undici anni da quando si erano viste le nuvole bianche illuminare il cielo di Falluja, la città più martoriata e distrutta dell’Iraq. I profughi rientrati nella città dopo i bombardamenti avevano raccontato di una polverina bianca depositata su tutti i mobili di casa, che appena si toccava provocava la rottura delle vene. I militari americani avevano allora raccomandato alla popolazione di ripulire tutto con detersivi speciali, di non toccare la verdura coltivata in quei campi, di non mangiare animali allevati nella zona e di non concepire bambini. Ma ci volle del tempo prima che alcuni militari americani ammettessero l’uso del fosforo bianco per bombardare Falluja, una micidiale arma chimica portata dall’esercito americano per combattere Saddam che non possedeva più armi di quel genere, ma con il pretesto del possesso di armi di massa era stato attaccato.

    Risultato: bambini nati con tre teste, con sei dita, con un solo occhio, con difetti al sistema nervoso (nel 2003 si riscontrava un caso sui bambini nati in un mese, ora un caso al giorno) e soprattutto con problemi cardiaci, i difetti congeniti al cuore riguardano 95 neonati ogni mille, tre/quattro casi al giorno, una percentuale 13 volte più alta di quella che si registra in Europa.

    Effetti della guerra, danni collaterali. Una tragedia per il futuro dell’Iraq, non nuovo a simili tragedie. Non era forse giù successo con le armi all’uranio impoverito usate durante la prima guerra del Golfo? In attesa della seconda guerra gli ospedali erano senza medicine (a causa dell’embargo) dove venivano ricoverati bambini con ogni tipo di deformazione. Immagini raccapriccianti come quelle che ci arrivano oggi da Falluja.
    Come ricordato questo era stato drammaticamente (ed inutilmente) denunciato dal compianto patriarca Bidawid (lui sì testimone di Cristo : prenda esempio da lui, la prego)

    Gli americani dicono di non essere in possesso di nessun rapporto che indichi gli effetti della guerra sulla popolazione, ma per loro si tratterebbe comunque semplicemente della guerra. Quella che ha come principali vittime le donne e i bambini. Soprattutto quelli di Falluja sottoposti a due offensive, in aprile e in novembre del 2004, che avevano distrutto la città. Perché? Perché era diventata per gli iracheni il simbolo della resistenza contro l’occupazione e prima delle elezioni del 2005 occorreva distruggerla.

    Non è escluso che pure lei si contamini con l’uranio ancora attivo e renda l’anima a Dio. Ma da buon cristiano americano catto-protestante, espertissimo di versi dell’Antico Testamento (del Nuovo molto meno, soprattutto quando si parla di sepolcri imbiancati) lei sa che c’è un verso della Bibbia che è il suo preferito che dice: “Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita”»

  13. Adolfo

    Si potrebbero scrivere volumi interi con tutti i dettagli degli orrori ambientali ed umani che gli Stati Uniti hanno portato a Fallujah ed altre parti dell’Iraq in sette anni d’uso di bombe al Fosforo Bianco, Uranio impoverito, Napalm, bombe a grappolo, bombe al neutrone, armi laser, armi a microonde ad alta energia e tante altre meravigliose invenzioni dell’arsenale fantascientifico del Pentagono… la lista degli abomini e delle mostruose maniere per morire è lunga, lunghissima, la sfrenata crudeltà della politica americana, sconvolgente. Nel Novembre del 2004, l’esercito statunitense colpì un ospedale a Fallujah “perché l’esercito statunitense credeva fosse alla fonte di voci su forti perdite”. Alla pari della famosa ed egualmente gloriosa battuta sulla guerra americana in Vietnam: “Dovevamo distruggere la città per salvarla”.

    Bimbi nati con due teste, altri che hanno tumori multipli, altri ancora con problemi al sistema nervoso: tutti casi senza precedenti, e inspiegabili, secondo i neurologi e gli ostetrici intervistati dal giornale.
    “Stiamo vedendo un aumento molto significativo delle anomalie del sistema nervoso centrale”, diceva nel 2010 il dr. Ayman Qais, direttore dell’Ospedale generale di Falluja. “Prima del 2003, le malformazioni nei neonati che vedevo erano sporadiche. Adesso la loro frequenza è aumentata in modo sorprendente”.
    E continua ad aumentare, a detta del medico iracheno: da due ricoveri ogni 15 giorni di un anno fa, si è passati agli attuali due al giorno. Qais diceva che la maggior parte di queste malformazioni riguardano la testa e il midollo spinale, ma ce ne sono anche molte degli arti inferiori. “Inoltre, c’è un aumento molto marcato nel numero dei casi di tumore cerebrale in bambini di età inferiore a due anni”.

    Brett Felton ! Cristo che piange, che tu ed i tuoi amici fate piangere è lì, a Falluja !

    1. Raider

      Tutti i complottisti filo-islamici hanno voglia di venire a dare la stura a tutte òle manipolazioni riprese pari pari dalla propaganda jihadista che dicono al servizio degli U.S.A.: la loro follia, se mai ce fosse bisogno, si palesa in questo, che dicono le stesse identiche cose dei jhadisti, non c’è alcuna differenza fra loro e quelli accusano di essere al servizio dei nemici. Non sono in grado di capire neppure questo e pretendono di spiegare quello che, in effetti, non spiegano, non facendo altro che sbraitare riportando riferimenti sballati e balle riferite a cose che non c’entrano nulla perché la pappa in cui se ne va il loro cervello gli riesca a puntino:
      – si parte da Falluja, una città in cui “resistenti” che usavano gli stessi metodi – gli stessi – dell’Isis, appresi da quel valentuomo di Saddam Hussein, torturavano, ammazzavano, minacciavano gente inerme, bambini compresi, perché figli di gente che lavorava per la nuova amministrazione dell’Iran libero dalla tirannia di Saddam Hussein: oppure, organizzavano attentati contro (anche) militari e civili iracheni, compresi bambini, donne, vecchi;
      – e questo avveniva senza che nessuno di quelli che fanno piangere ora Cristo versasse di suo una sola lacrima per la morte e il terrore scatenati da questi terroristi nobilitati come “resistenti”, benché professino le stesse idee dei jihadisti di Al Qaeda e dell’Isis;
      – Saddam Hussein e il suo clan familiare, la sua tribù, i membri della sua stessa confessione religiosa, gli scherani del suo regime, la clientela baathista, hanno preferito lasciare morire i bambini iracheni, non trovando, con tutti i capitali di cui disponevano, modo di aggirare, tramite la complicità di altri paesi islamici, un embargo che, con Oil for Food, li rimpinzava senza che sofffrissero il minimo disagio rispetto a una popolazione che erano abituati a tenere nel terrore e nella schiavitù, dagli sciiti, che erano maggioranza nel Paese, ai curdi;
      – tutte le fantasiose ricostruzioni sull’Iraq e l’Iran sorvolano allegramente il passaggio dalla politica mediorientale al tempo della Guerra Fredda all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, in barba alle “potenziali” alleanze con Arabia Saudita e Kuwait;
      – perché, certo, era giusto che a un così malvagio figuro, finchè faceva da gendarme degli U.S.A., ma brava, bravissima persona, indomito eroe, uomo poltico probo e onesto, patriota esemplare, padre di famiglia amorevole, islamico integerrimo quando sfidava gli U.S.A. a costo di far morire bamibini di cui se ne fregava altamente;
      – ecco, a una così brava persona bisognava fare invadere il Kuwait, gli Emirati, l’Arabia Saudita, la Giordania e finalmente, Israele: insomma, occorreva lasciargli fargli fare tutto quello che vorrebbe fare l’Iran;
      – e ora che Cristo è stato schierato d’ufficio con gente che non ha nulla di diverso da calunniare rispetto alle castronerie diffuse dall’Isis, se non millantare su Cristo e Cristianesimo, ecco che, se nessuno piange per i cristiani massacrati dell’Isis, Brett Felton insegna ai cristiani a fare piangere i jihadisti dell’Isis, subito i filo-Isis strepitano che no, non è giusto e non si fa. Brett Felton non li sente nemmeno: e combatte con i cristiani contro l’Isis. Dunque,
      W BRETT FELTON!

      1. Geppo

        Scusi raider ma letti i suoi soliti commenti perché non si trasferisce in usa ? Ci faccia un pensierino …

        1. Raider

          Non ho più motivo di cambiare un Paese occentale con l’altro più di quanti ne abbia lei di andarsene a vievre nell’Islamistan. E si porti pure i tifosi dell’Islam che vengono a fare azione di boicotaggio di questo sito: e si porti pure tutti i suoi islamici che fanno di tutto per venire a stabilirsi qui. Sarete più liberi e felici voi e anche quelli che rimaniamo qui.

    2. Raider

      Chiedo alla redazione di sbloccare il post che ho inviato ieri. Grazie.

  14. Al Basra

    Il 16 luglio 1979 il generale Saddam Hussein assunse la presidenza dell’Iraq, sempre circondato dal favore dei paesi occidentali, che provvedevano soprattutto ad armarlo.
    Gli Stati uniti difatti puntavano su Saddam Hussein come potenziale antagonista dell’Iran di Khomeini, e come potenziale alleato dell’Arabia saudita e della Giordania, e nel conflitto tra Iraq ed Iran, gli Stati uniti giocarono un ruolo determinante.
    L’Iran dello scià Reza Palhevi era infatti per gli Stati uniti una pedina fondamentale sullo scacchiere mediorientale, per la sua posizione geografica ai confini dell’Unione sovietica e per la disponibilità dello stesso scià ad agire come gendarme americano: il paese ospitava ben 30.000 consiglieri militari statunitensi.
    Saddam aggredì improvvisamente l’Iran, ricevendo il pieno sostegno americano; navi USA pattugliavano le coste dell’Iran fornendo a Saddam appoggio logistico, e giunsero ad abbattere un normale aereo di linea iraniano pieno di persone (il 655 della Iran Air, abbattuto il 3 luglio 1988).

  15. Leo

    @Adolfo

    “L’eroico” Brett Felton dovrebbe anche andarsi a leggere quello che diceva il compianto patriarca caldeo Bidawid nel 1998 sull’embargo USraeliano :

    “Nelle Sacre Scritture è scritto che il sangue innocente grida vendetta al cospetto di Dio. In sette anni di embargo sono morti un milione di bambini. Attualmente ne muoiono 4500 al mese. Ho assistito personalmente all’impotenza di un medico italiano in visita presso la mia gente: ha visto morire un bambino senza poter far nulla perché mancava una medicina che in Italia costa duemila lire. E poi parlano di diritti umani…”

    “L’eroico” Brett Felton è venuto al seguito dell’esercito USraeliano a combattere un popolo già stremato dal suo embargo e pure accusato di essere “collegato” con l’auto-attentato dell’11 settembre del 2001.

    Ma le cose stanno cambiando. La creatura occidentale dell’ISIS è in ritirata per merito dell’Iran e degli eserciti siriano ed iracheno.

    L’Impero del caos sta crollando e c’è solo da sperare che nella sua caduta, assieme a quella dello stato sionista, non trascini nella rovina il resto del mondo.

    1. yoyo

      L embargo su Baghdad è caduto da tempo. Secondo, che senso ha ripescare affermazioni risalentica situazioni, anche della Chiesa caldea, non più riscontrabili?

      1. Raider

        Yoyo, questi sciacalli si ricordano dei morti utili alla cuasa, non gli è mai venuto in mente di citare questo monsignore, né di informsrsi se Bidawid ha mai prostestato
        – per i bambini curdi gasati da Saddam Hussein;
        – per l’uso politico che il regime iracheno faceva di quei bambini morti pur di restare al potere, un regime contro cui nesun Bidawid protestava;
        – per i bambini adestrati nell’Islamistan a uccidere e a farsi saltare in aria com “martiri”
        – per bambini morti a causa degli attentati contro scuole e ospedali e rappresaglie contro i bambini che osavano farsi curare da medici e persoanle sanitario occidentale commessi dagli “eroici resistenti” saddamiti e islamici-modello, su cui gli scacialli complottisti nulla hanno da riferire su quanto Bidawid o altri hanno detto.
        Brett Felton combatteva i “resistenti” così cari al cuore, caspiterina!, “umanitario” e “pacificista” dei filo-islamisti sedicenti cattolici; sparava addosso a quegli assassini di regime per difendere i bambini iracheni e il popolo iracheno dal fanatismo saddamita presentato dai complottisti come espressione del patriottismo “anti-imperialista”: e ora che l’Isis continua con gli stessi metodi la stessa guerra in nome dell’Islam, Brett Felton insegna a difendersi a gente inerme, che elimina i jihadisti: e questo, questa coerenza, questo coraggio, questa determonzione, con cui eliminare gli assassini che – vede quanto sono svalvolati questo dementi -, come vediamo, ai filo-islamici, no, no, non piace, nion lo possono permettere, gli dà un tremendo fastidio. Dunque,
        W BRETT FELTON!

    2. Focauld

      @Leo

      Ti sei dimenticato di ricordare che la malefica interferenza anglo-sionista in Iraq risale anche a prima. La stessa guerra Iran-Iraq fu sostenuta dagli USA in chiave anti-iraniana.

      In ogni caso l’unico “aiuto” che sanno dare gli “umanitari” yankee alla Brett Felton è quello delle pallottole (inteso anche e soprattutto come business).

  16. Adolfo

    Caro Brett Felton, fai una bella cosa : vai a Falluja dove le lacrime di Cristo le puoi vedere nei bambini deformi, nei feti nostruosi, che le bombe lanciate dal tuo esercito all’uranio impoverito hanno provocato e continueranno a provocare per chissà quanto tempo !
    La Bibbia dice “Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita”. Allora niente di meglio che andare a soccorrere quelle povere creature a rischio di beccarsi le radiazioni disseminate dalla vostra merda tossica.

    1. Raider

      A intossicare è anche la menzogna instillata strumentalizzando il Cristianesimo per farne il veicolo dell’Islamismo: quando i dittatori islamici alla Saddam usavano gas e torture contro minoranze etniche – come i curdi – e dissidenti politici; quando lo scambio Oil for Foods strumentalizzava le sofferenze dei bambini per distribuire fra la canaglia di cortigiani al servizio del Baath i proventi delle transazioni autorizzate dall’O.N.U.; e a riprova del valore strumentale delle sofferenze inferte ai più deboli, quando i medici occidentali – americani, inglesi, francesi – curavano bambini e bambine, peraltro, colpiti a morte dai ‘patrioti’ saddamiti e sunniti, i bambini venivano braccati da questi campioni della ‘resistenza’ islamo-saddamita, tanto che dovevano portarli in Occidente per sottrarli alle rappresegalie di fanatici pari ai loro sostenitori qui.
      Brett Felton continua a combattere tutto questo: lo faceva prima con l’esercito americano e le truppe di 27 Paesi su mandato .O.N.U.; lo fa adesso con una coerenza che i suoi detrattori e ‘consiglieri’ interessati e non richiesti pro-islamici non hanno: e perciò, gli rode.

  17. Leo

    Recapitolando questo Brett Felton 9 anni fa collaborava con l’esercito del suo Paese a riportare l’Iraq all’età della pietra. Ora, dopo che i politici e le lobbies del suo Paese e dei suoi fidi alleati sionisti e wahabiti hanno creato l’ISIS armandolo e bombardandolo a giorni alterni in modo di mantenere alto il livello di destabilizzazione e di sofferenza dei popoli dell’area impedendo che si risollevasse dall’età della pietra in cui anche uomini come Brett Felton lo avevano gettato, si ripresenta per “aiutarli a difendersi”.
    Probabilmente ha fatto un profondo esame di coscienza e sentendosi colpevole della situazione creatasi laggiù vuole espiare in questa maniera.
    Voglio credere che sia così.

    1. Raider

      Ricapitolando, ovvero capitolando in modo grottesco di fronte alla realtà, i complottisti non vedono di buon occhio che i cristiani si difendano da coloro che i compolittisti filo-islamici accusano di essere al servizio degli U.S.A., specialmente se a istruirli è un soldato americano e per giunta, protestante: queste sono le cose che fanno dare di matto i complottisti pro-Islam.
      Infatti, il paranoide complottista n° 1 di questo blog, che ha fattto da apripista ai fuori di testa multi-nickname che si è portato dappresso come “Soccorso verde (islamista), sente il bisogno di spiegare la cosa che gli rimescola le meningi duramente provate mettendosi a questionare sulla psicologia altrui, profittando di quello che ha imparato dall’analista: e che viene a delirare? Che vuole “credere che sia così”: chi ne dubitava? Questa gente crede e vuole che gli altri credano tutto quello che gli passa per il cervello venendo da siti di provata fede islamica, anti-occedentale, pro-dhimmitudine.
      Così, dopo aver accusato gli U.S.A. – non gli Occidentali; né l’O.N.U.: solo gli U.S.A. – di aver invaso e poi (sentite che coerenza logica), abbandonato al suo destino l’Iraq, il complottista dimentica – perché? Perché vuole “credere che sia così” – che l’Iraq è stato consegnato a un governo eletto dagli iracheni;
      – che, con l’aiuto di tutti gli iracheni, sciiti, sunniti,ecc…, il governo legittimo del Paese sta combattendo l’Isis; e che, d’altra parte,
      – l’Isis, che i complottisti dicono braccio armato dell’Occidente, non fa che combattere gli stessi nemici – a cominciare dalla democrazia instaurata con l’abbattimento della dittatura di Saddam Hussein, così accoratamente rimpianto dai complottisti filo-islamici – di quelli che essi grartificavano come ‘resistenti’, come ‘veri’ patrioti, come “campioni dell’imperialismo anti-occidentale”;
      – i quali, in nome dell’Islam e di Saddam Hussein, seminanavano morte e terrore fra i civili iracheni (operai al lavoro nella ricostruzione, impiegati pubblici, disoccupati in fila per entrare nella polizia o nella nettezza urbana, donne al mercato, bambini nel cortile di una scuola, vecchi e bambini colpevoli di farsi curare in strutture e da personale sanitario occidentale e altre colpe non emendabili, per cui il mistificatore paranoide non ha nulla da obiettare né reclamare), a forza di attentati, suicidi e non, di guerriglia, urbana e non e di ricatti, sequestri di persona, torture di ogni genere equamente inflitti a tutti gli iracheni;
      – su questa continuità ideologica, politica e militare fra ‘resistenti’ e Isis, i complottisti non hanno nulla das rilevare.
      Perciò, dovendo/volendo “credere che sia così”, il complotista mentecatto-islamista deve folleggiare accusando di cattiva coscienza Brett Felton, che ha combattuto il jihadismo saddamita-islamista, prima per conto dell’esercito, esatatamenbte come fa ora, in proprio: sempre e in ogni caso in qualità di cristiano: e questo, proprio, fa andare fuori di testa un complottista che, obbedendo alla follia che gli ordina di “credere che sia così”, non gli fa accettare la realtà delle cose, né così né cosà né altrimenti.

  18. yoyo

    Felton ci ricorda cosa significa una fede con gli attributi cubici.

  19. Yusuf

    Stralci da un vecchio articolo di Charles Saint-Prot, Direttore del “Observatoire d’études géopolitiques” :

    La corrente evangelica, che dice di contare su più di 70 milioni di fedeli negli Stati Uniti e che sembra disporre di centinaia di migliaia di “pastori-propagandisti” pagati, si espande ampiamente attraverso l’America Latina , Giappone, Africa, Europa, India, Cina.
    Meno conosciuto è il ruolo degli evangelici nella politica degli Stati Uniti verso il mondo arabo.
    È risaputo che la Casa Bianca, il Congresso e la CIA seguono e favoriscono con grande interesse l’espansione delle chiese evangeliche. L’odio che queste professano verso l’Islam, così come il loro disprezzo per i cristiani arabi, ne fanno lo strumento favorito della politica statunitense, tendente a provocare rotture all’interno del mondo arabo, per riuscire ad organizzare un “Grande Medio Oriente” interamente sottomesso all’influenza di Washington e dei suoi alleati israeliani.
    L’azione delle chiese evangeliche nel mondo arabo ha tre aspetti.
    La propaganda antimusulmana, che conta su mezzi considerevoli ed attribuisce ai mussulmani tutti i problemi del mondo.
    Gli evangelici furono così i primi ad organizzare, in complicità con i neoconservatori statunitensi, i cui impegni a favore d’Israele sono ben noti, campagne tendenti ad associare Islam e terrorismo, ossia ad associare quella religione con l’ “Asse del Male”.
    L’utilizzazione delle comunità arabe cristiane che attualmente si sviluppano in Libano, Palestina, Siria ed Iraq.
    In Libano, missionari evangelici percorrono il paese ogni estate seguendo un itinerario tracciato in collaborazione con l’ambasciata degli Stati Uniti. Gruppi di giovani organizzano concerti, festival, incontri nelle spiagge, prima di passare a riunioni più precise destinate a convincere i giovani cristiani, soprattutto i maroniti, ad unirsi alla chiesa evangelica offrendo loro il pagamento degli studi, visti per andare negli Stati Uniti ed ogni tipo di vantaggi.
    Quelle attività vengono accompagnate da un forte proselitismo antimusulmano, che ha molto a che vedere con l’aggravamento del confessionalismo nel paese dei cedri. Gli evangelici usano quegli stessi metodi in Siria, anche se in modo più discreto per via della vigilanza delle autorità.
    In Iraq i missionari delle sette evangeliche arrivarono con le truppe statunitensi. A suon di dollari si sforzano di conquistare i cristiani iracheni, affinché abbandonino le loro pratiche tradizionali, di carattere orientale ed arabo, e si stabiliscano in comunità separate.
    Gli argomenti sono sempre gli stessi: si tenta d’incitare i cristiani arabi all’abbandono della loro religione tradizionale in cambio di un impiego, di sovvenzioni per i loro figli o d’una promessa di concessione di visti. Vaticano e chiese tradizionali irachene denunciarono il pericolo che rappresentano gli evangelici statunitensi.
    Il sacerdote del villaggio cristiano di Ain-kawa, vicino a Mosul, dichiarava: “Durante le cerimonie religiose spieghiamo ai fedeli che tali missionari sono in realtà agenti statunitensi che tentano di corrompere gli iracheni col loro denaro, stranieri che vogliono farla finita con la nostra storia e provocare conflitti confessionali in Iraq. Insistiamo affinché i fedeli non accolgano quella gente nelle loro case, né in luoghi dove si riuniscano i loro figli”. I cristiani iracheni affermano che gli evangelici “non soltanto possono causare la dispersione dei fedeli, bensì anche creare un clima di scontro confessionale prima inesistente in Iraq. Quegli stranieri cercano di perturbare le nostre buone relazioni coi musulmani e di porre fine ad un clima millenario di comprensione”
    .Un processo simile punto per punto si sviluppa nella Palestina occupata, dove gli evangelici compiono sforzi consistenti per conquistare fedeli e persuaderli poi ad abbandonare il paese.
    In terzo ed ultimo luogo, il lavoro di conversione di musulmani costituisce l’aspetto più spettacolare dell’attività degli evangelici.
    La strategia statunitense di evangelizzazione diretta verso i popoli musulmani conta sull’appoggio di vere e proprie reti, così come sull’elaborazione di un messaggio evangelico adattato al messaggio coranico.
    Quel tipo di evangelizzazione ha per bersaglio specifico certe comunità musulmane, le cui origini etniche potrebbero essere sfruttate nel quadro di progetti secessionisti ed antiarabi, come nel caso delle minoranze curde in Iraq e Siria, come i kabyle ed i berberi nel Maghreb.
    Ovviamente tale azione di presunta evangelizzazione, fomentata, finanziata e protetta dal governo di Washington, non risponde ad alcun sentimento religioso sincero. Il suo obiettivo è creare focolai di discordia all’interno dei paesi arabi, allo scopo di destabilizzarli ed indebolirli. Il suo sviluppo attizza artificiosamente lo scontro di civiltà e s’inserisce nel quadro del progetto avviato dall’11 settembre 2001 per demonizzare l’Islam. E’ semplicemente parte della politica USA tesa a rimodellare il “Grande Medio Oriente” e ad estendere l’egemonia statunitense.

  20. Alberto

    Questi Cristiani fanno le cose giuste perchè il nemico è potente. Certo il “manifesto dei nostri vent’anni ” è una cosa bella ma anacronistica se il regime gender prende il sopravvento e fa una retata le “belle anime” di chi ha firmato vengono eliminate in una notte e poi cosa resta….
    Prima di seminare bisogna mietere ed arare e ora e il tempo della mietitura e verrà quello ancora più duro dell’aratura e i campi saranno irrorati dal sangue dei martiri e io preferisco il martirio con un rosario in una mano e un kalashikov nell’altra.

  21. Menelik

    Brett Felton è un vero Cristiano, un eroe di guerra.
    Ce ne fossero più di Cristiani come lui…….
    E chiudo qua, se no attacco con una sequela di improperi contro i “prudenti” e i pacifisti, sia quelli scemi che quelli furbastri filo-islamici.
    A proposito, ho ricevuto una mail di Avaaz in cui mi si chiedeva di firmare una petizione da inviare da qualche parte in cui si chiedeva di fare qualcosa per fermare i bombardamenti di Assad, col solito frasario ipocrita dei bambini bombardati, le povere donne, i vecchietti, ecc…ecc…
    Mi sono chiesto: quando erano i daesh ad avere l’iniziativa Avaaz non ha mai inviato richieste di firme, adesso che l’isis si barcamena in acque non proprio tranquille e sta retrocedendo, Avaaz invia richieste di firme per fermare i bombardamenti.
    Chiaramente non ho firmato.

  22. recarlos79

    dovreste far leggere questo articolo a tutti i preti pacifisti italiani. vestiti di nero, di rosso o di bianco.

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