
Bonolis, il piccolo lord di mamma Rai
Nella notte in cui tutti gli italiani sono stati gabbati e in cui tutti i tarocchi vengono smascherati, Paolo Bonolis risulta positivo all’antidoping e finisce nel novero degli illustri accusati. Il 30 novembre scorso il conduttore di Domenica In invita in studio la presunta medium Palma Casalino, che vanta straordinarie capacità di comunicazione con l’aldilà. L’8 gennaio Striscia la notizia, il tg satirico di Antonio Ricci, rivela che la Casalino è in realtà una medium farlocca e accusa Bonolis di sponsorizzare chi sfrutta il dolore della gente per fini meschini. Il contrattacco arriva da Roma la domenica successiva: un inedito Bonolis in lacrime rispedisce le accuse al mittente con l’aggiunta di un «vergognati!». Apriti cielo! Ricci, ferito nel suo titanico amor proprio, puntata dopo puntata, dispensa proiettili sempre più letali per l’immagine dell’ex-conduttore di Striscia: i concorrenti di Affari tuoi sono «mezzi attori, mezzi noti, mezzi raccomandati, mezzi figuranti», quindi Bonolis passato a Rai Uno tenta di dar da bere al pubblico le stesse verità taroccate che a Striscia amava smascherare. L’uomo dei miracoli di Del Noce diventa per Greggio e Iacchetti «Paolo Tarocchis, king of the paraculs, re dei marpioni», mentre Ricci dichiara a l’Espresso che «Paolo non piange. Al massimo gli sudano gli occhi… Io metto le risate finte, gli applausi virtuali di un pubblico che si sa che non c’è. Bonolis fa parte di un sistema in cui non si vuole che la gente interpreti quel che vede». La Rai si schiera in difesa intentando l’ennesima causa contro l’autore di Striscia la notizia e sconquassando i palinsesti della prima rete per permettere al suo pupillo di replicare tempestivamente e in prima serata. Non se ne può già più quando finalmente, lunedì 19 gennaio, Paolo e Antonio si affrontano in diretta contemporanea. Paolo inscena l’arringa difensiva del suo quiz insinuando che l’attacco di Striscia sia animato dalla rabbia per la perdita di ascolti. Antonio dal canto suo continua a vibrar fendenti ricostruendo il “giro” dei concorrenti taroccati e delle scalette predeterminate di Affari tuoi e di altri programmi Rai. In effetti con Affari tuoi e Bonolis, dopo anni di inutile controprogrammazione, la Rai è riuscita a battere in termini di audience il suo nemico numero nel prime time, Striscia la notizia. Una vittoria strategica per il direttore generale della Rai Cattaneo e per i vertici tutti dell’azienda, che avevano il problema di portare a casa risultati da vantare in giorni in cui la Gasparri rischiava l’approvazione e le poltrone della Tv di Stato traballavano. Visti i personaggi e i numeri coinvolti nella bagarre, è naturale che fiocchino in proposito dietrologie e più o meno improbabili retroscena. Ma per gli insider di Mediaset e Rai l’intera sceneggiata non è altro che il “solito” scontro, inevitabilmente chiassoso, tra due giganti della Tv, cioè di «un mondo in cui – per dirla con Paolo Martini – ben presto l’ego si espande all’infinito, finché tutto diventa strumentale alla propria immagine», persino intere reti. Da una parte Antonio Ricci, sceriffo dell’etere, dall’altra Paolo Bonolis, campione d’incassi del piccolo schermo. È quindi la solita guerra fratricida scatenata dal solito moral-terrorista Tv che appioppa il solito scoop del tipo “per cinquant’anni, o allocchi, avete creduto che…, ma in verità, in verità vi dico…”? No, questa volta l’incidente è ben più grave del solito, perché ad essere taroccato è il programma di punta del primo canale della Tv pubblica (di un paese di teledipendenti), in gran parte sponsorizzato dalcanone dagli spettatori. Più grave perché al centro delle accuse è Paolo Bonolis, uno che, per l’indiscusso magnetismo che esercita sulla gente, la “trasmissione killer” forse avrebbe potuto costruirla anche senza appaltare in fretta e furia alla Endemol, uno che potrebbe resistere a qualsiasi pressione (anche di Cattaneo) e concedersi solo quando tutto è pronto per ruotare perfettamente intorno a lui. Che bisogno aveva Bonolis di condurre, su Rai Uno, una trasmissione drogata come quelle dei dilettanti sulle reti senza audience? Ha voluto ascoltare le suppliche di un direttore generale in difficoltà? Bisogno di royalties? Smania di venire eletto santo patrono della Tv di Stato? Quel che è certo è che da questo gioco al massacro non uscirà indenne: il pubblico – si sa – ha una forte propensione al giudizio moralistico sul comportamento dei suoi idoli, e un bidone così proprio dall’ex-paladino di Striscia rimarrà a lungo indigesto.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!