Il fotografo francese Henri Dauman, come ogni maestro del suo mestiere, ha avuto una vita lunga e fitta di avvenimenti. Dopo aver lasciato la Francia, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, come unico superstite della sua famiglia, si stabilità negli Stati Uniti, dove ha realizzato il suo grande sogno, quello di immortalare in modo sempre più originale il corso della storia e i suoi avvenimenti. Protagonista, dal 4 novembre al 4 dicembre 2014, della mostra The Manhattan Darkroom, presso il Palais d’Iéna di Parigi, ci racconta come si é sviluppato il suo universo raccontato da un obiettivo.
La mostra The Manhattan Darkroom racconta, attraverso le immagini, la storia recente degli Stati Uniti, il paese che ti ha adottato dopo la Seconda Guerra mondiale. Quali sono gli eventi più importanti catturati dal tuo obiettivo?
Come fotogiornalista che ha girato il mondo e ha visto il corso della storia, è impossibile distinguere o considerare un evento più importante di un altro. Ogni momento che ho avuto la fortuna di catturare con la mia macchina fotografica è stato significativo e unico, in quanto ha giocato il suo ruolo nel ricco tessuto della storia degli Stati uniti, e anche della vita stessa. Attraverso la mia carriera, ci sono tre cose che ho scoperto essere vere: raccontare in modo onesto e imparziale gli eventi, avere sempre un piglio originale ed esser sempre sulla cresta dell’onda.
Dopo la guerra, l’esplosione del benessere in America è stato, per certi versi, eccentrico, soprattutto per una fetta di popolazione. Ci sono esempi di questo genere nelle tue immagini?
Come fotogiornalista attivo durante la metà del secolo in America, ero molto esposto verso le due grandi entità che sarebbero state globalmente riconosciute come la quintessenza dell’America: l’Intrattenimento e il Consumismo. Guardando il mio lavoro in modo retrospettivo, queste due entità sono stata fortemente rappresentate all’interno delle mie serie fotografiche intitolate Living with Pop Art, Digging for New York e Rooftop Living, come le mie fotografie di film e di star della musica. Queste suddette serie e scatti celebrano il nuovo stile di vita e la cultura di lusso americana, che sebbene gustata soltanto da una elite, ha inciso esattamente il periodo seguente la Seconda Guerra Mondiale.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti?
Sono sempre stato più guidato dall’originalità che dall’effimero o dal sensazionale. Attraverso la mia carriera, qualunque sia stato il soggetto o il progetto, ho sempre inseguito questo linguaggio umano estetico, che ha reso il mio lavoro una voce senza tempo ed eloquente. In qualunque modo l’ho raggiunto, mi ha reso contento. Comunque è sempre l’ultimo soggetto quello preferito!