I quaranta scatti esposti sono “l’esito di un pensiero – come scrive Roberto Mutti nel catalogo della rassegna- di un’idea, di un rapporto che si stabilisce in modo personale e profondo con la realtà”, con un universo in cui Gatti sperimenta sempre nuove soluzioni, realizzando prima delle diapositive che vengono poi proiettate su uno schermo e successivamente fotografate con una macchina digitale, generando in questo modo una serie di rimandi che danno vita un paesaggio del tutto nuovo.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi