CRITICA AL GOVERNO, SUBITO PORTATO VIA. Il giornalista della televisione tedesca stava intervistando un giovane, Jiang Di, sulla controversia tra il famoso giornale Southern Weekly e il partito comunista cinese, colpevole di avere pesantemente censurato l’editoriale di inizio anno che chiedeva democrazia e il rispetto della legge e della Costituzione. Dopo il passaggio attraverso la censura, l’editoriale glorificava la nuova guida Xi Jinping. Dopo essersi espresso a favore dei giornalisti, che hanno anche indetto uno sciopero, Jiang Di sotto gli occhi della telecamera tedesca è stato subito preso, trascinato in un camioncino e portato via da un gruppo di uomini in borghese, mentre la polizia guardava senza fare nulla. La pratica è conosciuta in Cina: agenti di sicurezza in borghese, soprattutto vicino a “obiettivi sensibili” come piazza Tienanmen, sono soliti prendere e portare via comuni cittadini (come i cosiddetti “petitioners”) colpevoli solo di esprimere la propria opinione, spesso in contrasto con quella del governo.
E LE RIFORME? Nonostante le tante promesse di riforme fatte da Xi Jinping, subito glorificato da tanti giornali (come Repubblica), in Cina ancora non esiste la libertà di espressione e ora Jiang Di rischia di essere rinchiuso in una delle tanti “prigioni nere” dove le persone possono rimanere anche fino a tre mesi senza processo e senza che la famiglia debba essere avvisata.