Blade Runner è oggi
Al centro di Blade Runner c’è la visione di un futuro prossimo spaventoso. Come nell’Inferno di Dante le immagini concrete prese dalla realtà (fuoco, sangue, ferite eccetera) sono esasperate fino ad apparire, appunto, infernali, così nel futuro immaginario di Blade Runner tutti gli aspetti più negativi della società contemporanea (da uno sviluppo urbano-industriale sregolato alla manipolazione della vita) sono esasperati fino ad assumere proporzioni apocalittiche. Non a caso, il panorama della Los Angeles del 2019, in cui l’occhio dello spettatore viene “gettato” nelle prime sequenze, fa pensare ad uno degli inferni di Bosch (“La città che brucia” dal Giardino delle delizie). Da enormi ciminiere, assurdamente sparse fra gli abitati, si sprigionano ad intermittenza enormi nuvole di fuoco, che salgono verso un cielo oscurato da uno spesso strato di smog. E come nell’Inferno di Dante e negli Inferni di Bosch, in Blade Runner si compie il miracolo che solo nella grande arte si può compiere: le immagini più spaventose si rivestono di bellezza poetica. Quella visione del futuro è talmente orribile da apparire a suo modo bellissima.
“Liberato” dunque dalla fede e dalla tradizione, l’uomo moderno viveva guardando al futuro, che diventava il sostituto terreno della trascendenza. Ebbene, dopo cent’anni di modernismo, l’uomo si accorge che il futuro non basta a dare senso al presente. Come i replicanti di Blade Runner sono “affamati di ricordi”, così l’uomo post-moderno è “affamato” di passato, lo scruta alla ricerca di un senso. Ma i nessi con la tradizione del passato, che è una tradizione cristiana, sono stati tagliati. Quindi recupera ed osserva con stupita ammirazione le testimonianze culturali del passato ma non le sa interpretare, non sa andare al cuore della tradizione stessa, dove potrebbe trovare le uniche vere risposte alla domanda di senso: risposte cristiane. Inoltre, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e grazie alla globalizzazione economica, che avvicina i popoli, l’uomo post-moderno entra in contatto anche con le tradizioni delle altre civiltà. Non sapendo dunque più interpretare la sua tradizione e non sapendo più vagliare e trattenere ciò che vale delle altre tradizioni, mette tutte le tradizioni sullo stesso piano in maniera acritica. Tutte le tradizioni alla fine gli appaiono come scrigni di belle forme e simboli tanto affascinanti quanto incomprensibili. Nella Los Angeles del 2019, la città post-moderna per eccellenza, fra grattacieli di concezione modernistica-futuristica (evidenti i richiama a Metropolis di Fritz Lang, film di culto del 1926) emergono, come relitti, forme e simboli provenienti da tutti i tempi e tutti i luoghi. Nel corso del film vediamo grattacieli sembrano piramidi maya, enormi colonne barocche, interni in stile art déco, bonsai e stampe giapponesi, aquile e busti classici, mobili ottocenteschi, pesanti decori liberty, abiti in stile punk e abiti presi dai noir degli anni Quaranta, insegne con lettere dell’alfabeto e insegne con ideogrammi orientali e molto altro.
Ma non sono state le altre civiltà a ridurre in fin di vita la civiltà occidentale. La civiltà occidentale ha cominciato ad agonizzare nel momento in cui ha tagliato le sue radici cristiane e ha sostituito la fede con le ideologie utopiche. Ebbene, in quella Infernale Los Angeles, oscurata da una notte eterna e corrosa da una pioggia incessante, malata, tutte le ideologie utopiche della modernità mostrano il loro fallimento. Innanzitutto, i vecchi sogni architettonici dei razionalisti e dei futuristi (specialmente quelli dell’italiano Antonio Sant’Elia) si trasformano in incubi urbanistici. Se i grattacieli storici di New York si ergevano come simboli in cemento armato della grandezza dell’uomo e delle meraviglie del progresso scientifico ed economico, invece i grattacieli di Blade Runner, con la loro mostruosa altezza, opprimono l’uomo, trasformando la città in una prigione da cui è impossibile evadere.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”] Quando era ancora legata alla fede, da cui era nata, la scienza mirava a conoscere il creato per avvicinarsi di più a Creatore. Agli occhi del cristiano, i piccoli e grandi misteri dell’universo alludono al Grande Mistero di Dio. Quando si è staccata dalla fede, la scienza ha cominciato a perdere interesse per i misteri dell’universo. Secondo la mentalità oggi dominante, la scienza deve “piantarla” di guardare all’infinitamente piccolo e all’infinitamente grande e preoccuparsi unicamente di rendere più confortevole la vita dell’uomo. E infatti negli ultimi decenni la ricerca scientifica “pura” ha perso terreno rispetto alla ricerca “applicata” alla produzione industriale, che non ha altro fine al di fuori del profitto. Pure di raggiungere il suo unico fine, la ricerca applicata non si farà scrupolo di calpestare perfino le strutture fondamentali della vita. Per realizzare il profitto, bisogna soddisfare le richieste dei consumatori, che chiedono la salute a tutti i costi, la maternità a tutti i costi e bimbi sani e belli a tutti i costi. Per soddisfare la domanda di salute a tutti i costi, gli scienziati trattano le cellule embrionali come cose utili per curare svariate malattie. Per soddisfare la domanda di maternità a tutti i costi, anche in età molto avanzata, vendono la fecondazione assistita sia in versione omologa che in versione eterologa. Per soddisfare la domanda di bimbi sani e belli a tutti i costi, condannano a morte mediante la “diagnosi pre-impianto” i bimbi che non sono sufficientemente sani e belli. Per soddisfare la domanda di una immortalità puramente terrena, provano a realizzare la clonazione umana e perfino l’ibernazione. Ogni tanto salta fuori la notizia che qualcuno sta provando a produrre ibridi fra uomini e animali. Sì, la Tyrrel è già qui.
Dunque, i replicanti di oggi sono i bambini abortiti e le cellule embrionali usate come cose. Ma da un altro punto di vista, i replicanti siamo proprio noi. Programmati per vivere solo quattro anni, i replicanti non riescono a reprimere il desiderio di vivere più a lungo. Le parole che Roy Baty rivolge ad Eldon Tyrrel sono entrate nella leggenda: «Io ti chiedo più vita, padre». Certamente, egli chiede un prolungamento del tempo della vita terrena. Ma dentro la richiesta di più tempo, che finirebbe in ogni caso, si sente la richiesta della vera vita. Baty non chiede altro tempo ma la fine del tempo nell’eternità, chiede la vita eterna. Quando confessa alla sua creatura di non avere il potere di donargli più vita, il padre-costruttore asserragliato in cima al grattacielo-piramide, diventa quasi una personificazione simbolica della natura. Essendo decaduta a causa del peccato originale, la natura (che Giacomo Leopardi non sbagliava a chiamare “matrigna”) ci programma per vivere un tempo che, sebbene più lungo di quello concesso ai replicanti, è comunque limitato. Ma anche se non finisse mai, la vita terrena in sé stessa non potrebbe bastarci: infatti nessuna gioia terrena può soddisfare il desiderio del cuore, che è infinito. Solo l’Infinito potrà soddisfarlo. Nel XVIII secolo l’Occidente ha messo la natura e la scienza al posto di Dio. Dal XIX secolo al 2000, la letteratura non ha fatto altro che registrare l’avanzare della cancrena della disperazione nel cuore dell’uomo, scopertosi replicante. Nessun rimedio fabbricato dall’uomo può arrestare questa cancrena. Solo il vero Padre potrà dare “più vita” alle sue creature.
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10 commenti
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Non sono riuscito a vedere il film. Vo sono altre possibilità?
Purtroppo è passato al cinema per soli due giorni, senza adeguata pubblicità. Io l’ho saputo per caso all’ultimo momento. Non si trattano così i capolavori. Comunque nel 2016 inizieranno le riprese del sequel, che mai potrà eguagliare l’originale. Mi aspetto il peggio.
Splendido articolo, signora Jacob: il film è un capolavoro, non ho mai smesso di rivederlo, con gli amici ci riuniamo per mini-cineforum a casa degli uni o degli altri, cinefili e saggisti di cinema, per retrospettive e anteprime sottobanco: e fantascienza o no, “Blade Runner” c’è sempre. Lo stesso per il libro e per l’opera completa di Philip Kindred Dick: con discussioni a non finire sul rapporto fra film e libri di questo classico, non solo del genere.
Infine, la musica di Vangelis: un evergreen che è, per me, una costante, una colonna sonora da quando il film uscì – con, se posso dirlo, quella di Twin Peaks, del mio conterraneo Angelo Badalamenti.
avrò si e no 10 films in dvd: tra i quali : blade. apocalypto, 2001 odissea, il cacciatore, gesù di gibson, metropolis. se arriva il PARTITO DELLA NAZIONE posso finire agli arresti. devo procurarmi in fretta un castellitto e un veltroni.
Letta adesso la storia di Vincenti Lambert. Mi soono dimenticata di dire che fra i “replicanti” di oggi ci sono anche i pazienti in coma, i pazienti in stato vegetativo e i alati terminai condannati a morte da parenti e giudici.
Grazie, Signora Jacob per le sue profonde notazioni. Blade Runner è una ricca miniera. Anche il grande Vangelis, come giustamente ha fatto notare Lei, ha contribuito a fare di questo film una pellicola unica.
WOW….Che articolo ECCEZIONALE come il FILM
Splendido commento per un film splendido, per un grande capolavoro della “settima arte”.
Peccato che il regista Ridley Scott non abbia fatto pù dei film all’altezza di Blade runner: Ha rinunciato alla profezia per seguire il politicamente corretto e il suo livore anticattolico. Gesù ci avverte : “Senza di me non potete fare nulla” (di grande, ovviamente).
E’ vero, Ridley Scott non ha più raggiunto quei livelli stellari. Comunque, non sfugga che in Blade Runner il mondo non è più cristiano ma la vicenda è lo stesso disseminata di richiami nascosti al cristianesimo. Non ne ho potuto parare nell’articolo sennò veniva lungo il doppio (in realtà, si Blade runner ci sarebbe da scrivere un libro, tanto è ricco di richiami filosofici e significati nascosti). Indico solo due richiami: Zhora nel locale si esibisce come Salomé maneggiando un serpente, che richiama il giardino dell’Eden; Roy Baty cita un poema sugli angeli caduti (lui stesso è un angelo caduto, che da un ceto punto di vista ripete il gesto di Lucifero), viene accolto dal padre-costruttore come “figliol prodigo”, si infila un chiodo nella mano (che richiama la crocifissione) e poi lascia volare una colomba (che richiama la colomba dello Spirito Santo e simboleggia la sua anima, che vola in cielo). Buona visione a tutti.
P. S. la colonna sonora di Vangelis e gli effetti sonori 8il tappeto di rumori della città) sono semplicemente sensazionali.