Berlusconi. Galantino dice una cosa giusta, ma al suo «discorso morale» manca un pezzo importante

Di Pietro Piccinini
13 Marzo 2015
«La legge arriva fino a un certo punto», ha detto il segretario della Cei. Questo vuol dire che «la Chiesa condanna l'ex premier»? Conclusione pericolosa

Quirinale: Cav, a nessuno conviene far saltare accordo“I vescovi contro Berlusconi. ‘Moralmente non è assolto'”. “Il gelo dei cattolici sull’assoluzione. ‘Il discorso morale è diverso dalla legge'”. “Per la Chiesa di Francesco è la morale che lo condanna”. E ancora: “Solo i vescovi parlano chiaro”. A leggere i titoli esultanti dei giornali di oggi sulle parole pronunciate ieri dal segretario generale della Cei Nunzio Galantino, appare evidente che la disputa sull’assoluzione di Silvio Berlusconi dall’accusa di concussione e prostituzione minorile sta scivolando un po’ troppo in là, e rischia di inaugurare una tradizione pericolosa.

Innanzitutto, cosa ha detto Galantino. Scrive per esempio Il Tempo di Roma:

«Il segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino si schiera con il quotidiano dei vescovi Avvenire [il riferimento è a questo commento del direttore Marco Tarquinio, ndr] nella vicenda processuale che ha visto l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby: “Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata” dice Galantino, che poi aggiunge: “La legge arriva fino a un certo punto, ma il discorso morale è un altro”. Il segretario della Cei precisa successivamente che “la questione non riguarda solo Berlusconi. Tutte le volte in cui c’è una assoluzione bisogna andare a leggere le motivazioni. Il dettato legislativo arriva fino a un certo punto, il discorso morale è un altro”. E fa l’esempio dell’aborto, una pratica legale, “ma – spiega – se un fatto è legale non è detto che sia morale”».

Ora, è chiaro che la questione posta dal monsignore è indiscutibile. Un conto è la morale, un altro la legge. È un principio assoluto che è giusto ripetere qui come in ogni occasione possibile. Tuttavia a proposito del cosiddetto caso Ruby ci sono molte altre cose da dire, tutte cose che Galantino evidentemente dà per assodate (a differenza di tanti osservatori in malafede) e che da cattolico e da cittadino di uno Stato di diritto non esiterebbe, crediamo, a sottoscrivere. Le ricordano in maniera pregevole due esponenti del centrodestra berlusconiano a Maria Antonietta Calabrò del Corriere della Sera:

«Antonio Palmieri, deputato del collegio lombardo di Cantù, ad esempio, si dice completamente d’accordo con Galantino. D’accordo? “Sì – risponde – perché anche monsignor Galantino e il direttore Tarquinio distinguono il peccato dal reato e sottolineano il rilievo istituzionale e morale del processo Ruby che è diverso dall’esito penale, visto che è servito ad abbattere un avversario politico e a cambiare il governo del Paese”. Quanto al “peccato”, Palmieri aggiunge che Berlusconi “non ha mai esibito la sua vita privata, che invece è stata spiattellata sui giornali in seguito all’inchiesta della magistratura” e che “un uomo politico si giudica per le sue azioni pubbliche e non per quello che fa o non fa a casa propria”. Infine, dice ancora: “Per il peccato, come ci ricorda tutti i giorni papa Francesco, c’è la misericordia di Dio”.
Per Gianfranco Rotondi, anche lui cattolico, ex dc, quello di Galantino “non è un attacco a Berlusconi ma la riaffermazione di un’ovvietà per un uomo di Chiesa. Anzi, un uomo di Chiesa ha il dovere di ricordarlo”. Rotondi aggiunge subito dopo: “Naturalmente Galantino sa che il precetto più importante per un cattolico è: ‘Non giudicare e non sarai giudicato'”. E che “un politico, laicamente, va valutato per quello che fa sul fronte dell’azione pubblica e lo sapevano bene i democristiani che hanno avuto santi come La Pira e gente magari sposata tre o quattro volte, e nessuno se ne è mai scandalizzato”. Proprio per questo Rotondi ricorda che “i governi Berlusconi hanno sempre sostenuto le linee etiche della Chiesa”, mentre, conclude, “la confessione non si fa in pubblico”».

fatto-quotidiano-berlusconi-ruby-galantinoQuindi. Ribadito che nessuno, tanto meno Tempi, si sogna di approvare in alcun modo le “cene eleganti” di Arcore, né tanto meno di assolverle moralmente, oggi tocca ripetere quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che il giudizio su un uomo politico deve basarsi sui suoi atti politici. Il discorso morale è un altro, per dirla appunto con Galantino. L’unico scandalo intollerabile del cosiddetto Rubygate è proprio l’indebito uso di un “discorso morale” contro un avversario politico. Discorso morale, per di più, alimentato ad arte grazie a “notizie” ottenute spiando la sua vita privata dal buco della serratura.

Le cose sarebbero dovute restare separate. Una giustizia che si dà il compito di mescolarle anche a costo di andare (consapevolmente?) a schiantarsi in Cassazione, è una giustizia da Stato etico (naturalmente severo o lassista a seconda di chi è l’imputato, se “nemico” o “amico”). E una stampa che le dà manforte è una stampa irresponsabile, oltre che bigotta. O peggio: peccatorofoba. Il vero crimine è fingere di non vedere la somma ingiustizia di questo scandalo, coltivato nell’illecita pretesa di spiattellare sui giornali cose che non a caso si fanno in camera da letto, e al massimo si sussurrano in un confessionale. Colpa dell’obbligatorietà dell’azione penale? Più verosimile che sia di Babbo Natale.

(Per altro, curiosamente, tutta questa confusione salta fuori proprio mentre una giornalista un po’ sempliciotta si mette in testa di fare la iena in confessionale, poveretta, beccandosi giustamente un cazziatone anche dallo stesso Galantino).

È quello che scrive chiarissimamente il nuovo direttore (renziano) del Foglio Claudio Cerasa, sebbene maltrattando Galantino invece che i colleghi furbetti:

«Da un pezzo grosso della Cei, dopo quello che è successo in questi anni attorno al caso Ruby, mi sarei aspettato, più che un banale sermone sulla morale, un sermone su quello che significa vivere in uno stato dove si confondono i peccati con i reati. E se c’è qualcuno a cui oggi sarebbe il caso di fare la morale, quel qualcuno, più che Berlusconi, coincide con chi prova a imporre la dittatura del processo mediatico».

Si può dirla contro Galantino o con Galantino, come fa l’onorevole Palmieri. In ogni caso, occorre stare attentissimi a non spingersi troppo in mare aperto quando ci si può aggrappare a una manciata di virgolettati striminziti. È l’errore che commette ingenuamente Marco Politi sul Fatto quotidiano.

«Le parole del vescovo Galantino, che definisce la posizione dell’Avvenire coraggiosa e da sostenere, indicano l’abisso tra due modi di concepire la responsabilità politica, sociale e istituzionale. Di qua il modello Arcore-Rignano per cui tutto è riconducibile, sempre, al mercato delle vacche politicante. Di là la visione di una società con regole condivise, anche di etica civile. Valide anzitutto per il giudizio pubblico. Roba da papa venuto dalla fine del mondo».

Ecco, stia attento a dove mette i piedi Politi mentre suona con sospetto fervore la trombetta per papa Francesco, perché è vero che andare a puttane è e resterà sempre immorale per noi cattolici, a prescindere dalla legge (e anche dal voto politico), ma a proposito di amnesie, il segretario della Cei ha fatto anche un altro esempio. L’aborto. Sicuro Politi che vogliamo la pubblica gogna mediatico-giudiziaria per ogni donna che sceglie quella strada?

Foto Berlusconi da Ansa

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23 commenti

  1. sUSANA

    Ricordo a tutti -religiosi compresi- l’ultimo messaggio del 25 febbraio da Medjugorje:”CARI FIGLI,PREGATE DI PIU’ E PARLATE DI MENO”. Vale per tutti, anche per me, ma PROPRIO PER TUTTI!!

  2. Massimo

    Berlusconi, come politico, non fa quello che indicano le “linee etiche della Chiesa”, come dice Rotondi, fa quello che indicano i sondaggi, per cercare di mantenere il consenso: basta e avanza a dimostrarlo la recente apertura sulle coppie di fatto (omosessuali). Sulla doppia morale, per cui un politico nel privato può fare qualsiasi porcheria, basta che nel pubblico si comporti bene (e vorrei capire cosa ha fatto di buono B. in 20 anni), ogni commento è superfluo.

    1. Geppo

      Sig. massimo Tanto per rimanere nel superfluo parliamo un po’ della scuola di Frattocchie… Che ne pensa ?

  3. vitus1976

    Ho profondo rispetto per i Vescovi e per la stampa cattolica in genere, tranne per Famiglia Prodiana, libro sacro del credo cattocomunismo. Non capisco, però, la necessità di attaccare un politico che, al di là dei suoi errori, abbia subito un linciaggio morale vergognoso.
    Nella Pacem in Terris Giovanni XXIII esprimeva la necessità di distinguere l’errore, il peccato, dall’errante, il peccatore.
    Una distinzione che, evidentemente, è stata abolita.
    Eppure il “peccatore” Berlusconi ha fatto tanto per evitare molti errori della società odierna: Legge 40 sulla fecondazione assistita, smontata da quei magistrati cui mons. Galantino riconosce un ruolo da “salvatori della morale”; oggi si vorrebbe riconoscere adozioni e riconoscimento delle coppie di fatto, follie che mai sarebbero state introdotte da un Governo Berlusconi.
    Che dire, mi dispiace che un certo renzismo stia prendendo piede anche in alcuni ambienti dai quali ci aspetteremmo ben altri concetti.Peccato!

  4. DELLI

    Non riesco veramente a capire Tempi… “Oggi tocca ripetere quello che abbiamo sempre sostenuto, ovvero che il giudizio su un uomo politico deve basarsi sui suoi atti politici” – Ragazzi e’ stato Berlusconi a colpevolmente mischiare il PUBBLICO con il privato!

    Ma lo avete letto chi c’era a questi festini? Le avete ascoltate le intercettazioni tipo: “Stasera c’e’ Del Noce Direttore Rai1 e altri vecchietti potenti, quindi le ragazze sanno che c’e’ chi puo’ decidere del loro destino”, e che alcune di queste ragazze hanno avuto cariche politiche regionali e nazionali, e che una buffonata come quella della nipote di mubarak avrebbe portato alle dimessione di un premier pressoche’ in tutta europa?

    Per non parlare del fatto che qualsiasi capo di governo deve sapere gestire il rischio reputazionale, anche tenendo conto che ci sono persone interessate la’ fuori che cercano di fargli le penne, a ragione o a torto. Ma secondo voi si sarebbe mai perdonato a un qualsiasi CEO di esporre la propria organizzazione a simili rischi?

    La magistratura ha sbagliato, ma e’ mai possibile che Tempi non riesca mai a richiamare Berlusconi alla responsabilita’ politica di tutto questo? Coraggio un pizzico di serenita’ nel giudizio e di indipendenza…

  5. maurizio

    Maria e Mappo,un attimo di calma e di serenità…nessuna sottomissione alla sharia e nessun cedimento etico-morale della Chiesa.Pur con tutti i suoi errori e tradimenti,in quanto fatta di uomini peccatori,la Chiesa é pur sempre madre e maestra,perché comunque c’è sempre lo Spirito Santo che ci mette una pezza,se necessario.Scusa Maria,ma dove la vedi la sottomissione alla Sharia?Nelle parole di Mons.Galantino o nel continuo richiamo del Papa alla Misericordia?Se così,se completamente fuori strada! E Mappo,dove sarebbe la superiorità morale di Berlusconi?Riaffermato che dei suoi comportamenti privati risponde lui davanti a Dio,non mi sembra che sia un grande ed.di aute tica moralità,dato il suo ruolo pubblico..non basta essere,talvolta,occorre ancge apparire!

  6. Geppo

    Più passa tempo e più mi convinco che se questa e’ la Chiesa stiamo messi male.

  7. Mappo

    Più passa il tempo e più mi convinco che Berlusconi sia un gradino più su da un punto di vista etico e morale di buona parte dei vescovi italiani e della stampa sedicente cattolica vedasi “Famiglia cristiana”

  8. maria

    questa CEI sta facendo le prove di sottomissione alla prossima introduzione della sharia. è vergognosa, senza tante distinzioni e sottolineature.

  9. maurizio

    Evidentemente il vizio di giudicare parole o scritti senza affrontarli e andarvi a fondo con onestà intellettuale ed anche morale(la morale é qualcosa che vale per tutti e per tutti i comportamenti)cosa che mi pare assente dai commenti fin qui letti.Mons.Galantino non ha fatto prediche o scomuniche a nessuno-neppure a Berlusconi-ha semplicemente colto l’occasione per distinguere tra reato e peccato e come questo abbia una dimensione più vasta e profonda,aldilà del penalmente rilevabile,e quanto interessi ciascuno di noi.Quanto al riferirsi a chi ricopre incarichi pubblici e/o di responsabilità questo,evidentemente,riguarda anche magistrati e giornalisti ad es.
    Dei comportamenti privati di Berlusconi-quelli realmente accaduti,non quelli spifferati senza alcun pudore e verace riscontro sui giornali e tv-risponderà lui davanti a Dio,esattamente come ciascuno di noi.Il continuo,bellissimo richiamo di Papa Francesco alla misericordia non contraddice il severo monito di Mons.Galantino perché anche Gesù,quando ha abbracciato e salvato dai suoi”moralistici”accusatori la Maddalena le ha anche detto:”Va’e non peccare più”. Da qui dobbiamo sempre ripartire per un sereno giudizio di fatti e comportamenti.
    Non strumentalizziamo l’uno o l’altro per rafforzare le nostre tesi precostituite:é profondamente scorretto e fuorviante.Anche l’annuncio-meraviglioso-del Papa,fatto ieri,di un Anno Santo straordinario con a tema la Misericordia,si pone nell’ottica materna ed educatrice della Chiesa al richiamo ad una moralità vera,non formale,ad un etica per l’uomo non al servizio di uno Stato etico,ad un’idea superiore di etica(specie pubblica)funzionale ad un progetto politico in cui l’uomo é asservito a tale progetto,non al centro di esso come valore fondante.

    1. deas

      Gli apostoli di Cristo sono testimoni di Verita’ e di Fede ,uomini che non predicano ma praticano le virtu’ senza alcun intento educatore o prospettiva di costruzione di uno stato etico .
      La cristianita’ esalta la liberta’ dell’uomo ,non la umilia rendendola funzionale ad un progetto precostituito, ponendo l’uomo al centro della realta’ come artefice unico della propria salvezza

    2. viccrep

      galantino non si è limitato a distinguere fra reato e peccato si è spinto a sostenere avvenire che su questo argomento ha un comportamento giornalistico più vicino a Repubblica (giornale menzognero) che alla verità dei fatti

    3. vitus1976

      Personalmente ho letto l’articolo di Tarquino su l’Avvenire, commentato da Mons. Galantino.
      Quel commento non mi convince per vari motivi.
      In primo luogo il laico riferimento all’art. 54 della Costituzione repubblicana che impone ad ogni pubblico ufficiale di «adempiere con disciplina e onore» il suo mandato, non può far dimenticare che quei fatti, penalmente non rilevanti, non avvenivano in pubblico, ma nel privato di un’abitazione, e sono stati spiattellati in tutte le lingue a causa di uno spionaggio industriale.
      In secondo luogo cosa si intende per decoro ed onore? Un sindaco che fa la foto con una coppia di gay che ha appena sposato, violando la Legge italiana, adempie il suo incarico con decoro ed onore?
      Un politico che partecipata ad una carnevalata piena di piume di struzzo, adempie con decoro ed onore il suo ruolo?
      Dei suoi peccati Berlusconi risponderà davanti a Dio, che, ne sono certo, sarà molto più clemente di certi sacerdoti rossi dell’italico moralismo.
      Suggerisco, infine, un video di don Luigi Merola. https://www.youtube.com/watch?v=EbTUtN5Ezyg

  10. deas

    La cristianita’ si fonda sull’amore verso il prossimo piu’
    che sull’osservanza ipocrita di precetti morali .Mentre si censurano comportamenti non in linea con la morale cattolica , peraltro percepiti come scandalosi solo dalla minoranza bigotta dei credenti,
    le Chiese si svuotano e nella societa’ cresce il senso di smarrimento e sconforto
    rispetto alle profonde trasformazioni che l’attraversano rispetto alle quali
    la Chiesa non prende forti posizioni ,riaffermando i valori piu’ autentici della cristianita’

    1. Vanni

      La cosa più ridicola è definire “coraggiosa” la posizione di Avvenire. Se c’è una cosa che non richiede nessun coraggio è dare addosso a Berlusconi.

  11. M.G.

    Strano…in questo caso la regola aurea del “chi sono io per giudicare” improvvisamente non vale più.

  12. Cisco

    Non capisco – per quanto possa essere giusta nel merito – questa condanna moralistica di una persona proprio nel giorno della sua assoluzione, in qualche modo mi suona male. Galantino si concentri di più sui comportamenti dei sedicenti cattolici che continuano a votare a favore di leggi sull’aborto e nozze gay, che magari alle “cene eleganti” preferiscono un panino con l’insalata, ma che meriterebbeo di marcire in galera.

    1. yoyo

      Gli esempi che ha addotto Galantino non sono piaciuti di sicuro ai sinistri. Infatti li tacciono. Rimame in me la perplessità sulla opportunità di quella uscita.

    2. pietro ferretti

      GIUSTISSIMO, LA PENSO COME LEI.
      Pietro Ferretti

  13. Su Connottu

    Un tempo i prelati che non avevano nulla da dire restavano in silenzio.

  14. Avandero

    Questi campioni del “moralmente corretto” si potrebbero paragonare a ipotetiche lucciole o trans seminudi (che popolano le periferie del mondo) ai quali venisse in mente di imporre una gogna mediatica a quelle donne occidentali che non indossano il niqab o il burqa.

    1. recarlos79

      il presidente del consiglio è uomo pubblico e volente o nolente il suo comportamento si riflette sull’immagine del paese. “italia paese del bunga bunga” ve lo siete scordato? come al solito tempi difende chi è politicamente a loro vicino.

      1. Geppo

        Probabilmente tempi difende chi vuole, dovrebbe chiedere il permesso a lei o a qualche personaggio pubblico come Giorgio n. Con i suoi trascorsi assai sinistri ? O lei ha dimenticato ? Perché si ritiene in diritto di impartire lezioni ? Chi le ha conferito questo privilegio ? “La Repubblica ” ?

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