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Intervengo volutamente in ritardo, dopo la morte di papa Benedetto XVI. Ho letto molto dei numerosi commenti, che, secondo il detto «de mortuis nihil nisi bonum», sono nella quasi totalità elogiativi. Gli elogi sono tuttavia distanti, non coinvolti e nella quasi totalità con un tarlo dentro. Dopo aver descritto il Papa defunto come persona di grande gentilezza, vasta cultura e profonda conoscenza della teologia – alcuni l’hanno indicato come il teologo più incisivo del ventesimo secolo – segue contraddittoriamente la definizione di “conservatore”. E qui la musica cambia perché Benedetto XVI è indicato come il leader dei conservatori, critici, spesso fortemente, nei confronti di Francesco, alfiere del processo di rinnovamento e adeguamento della Chiesa alla modernità. Così la convivenza tra Papa emerito e Papa regnante è riportata come una specie di dissidio continuo e reciproco controllo. Così Benedetto e Francesco finiscono dentro un antagonismo che investe tutta la Chiesa e...
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