Benedetto XVI apre l’Anno della fede. Bisogna uscire dalla «desertificazione spirituale»

Di Massimo Giardina
11 Ottobre 2012
«Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada».

Da poche ore per i cattolici è iniziato l’Anno della fede voluto da Benedetto XVI a cui si accompagna per il mese di ottobre il “Sinodo dei vescovi per la nuova evangelizzazione”. A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II fino al 28 novembre 2013, i cattolici sono chiamati a «ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo» ha detto il Papa durante l’omelia della Messa di apertura. Benedetto XVI ha ricordato commosso la sua partecipazione all’evento conciliare nel 1962 con «quella tensione nei confronti del comune compito di far risplendere la verità e la bellezza della fede nell’oggi del nostro tempo, senza sacrificarla alle esigenze del presente né tenerla legata al passato: nella fede risuona l’eterno presente di Dio, che trascende il tempo e tuttavia può essere accolto da noi solamente nel nostro irripetibile oggi».

DESERTIFICAZIONE SPIRITUALE: UN VUOTO DIFFUSO. Benedetto XVI ha poi sottolineato che l’anniversario che la Chiesa festeggia «non è per onorare una ricorrenza, ma perché ce n’è bisogno, ancor più che 50 anni fa», ed è entrato nella specifico parlando di “desertificazione spirituale”: un «vuoto diffuso» in continuo aumento negli ultimi decenni. «Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza. La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo. Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada».

UN ANNO «IN TENSIONE». L’anno della fede cominciato oggi sarà caratterizzato da numerosi eventi, ma è nelle chiese di tutto il mondo che verranno promossi incontri e momenti particolari così come chiesto dalla Santa Sede. Uno dei momenti più importanti sarà la Giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro il prossimo 23 luglio e il 18 maggio si terrà in Piazza san Pietro la Veglia pentecostale con i movimenti, le associazioni e le aggregazioni laicali.
Per tutto l’anno il Santo Padre ha concesso ai fedeli l’indulgenza plenaria. «Sarà molto utile il grande dono delle Indulgenze, che la Chiesa, in virtù del potere conferitole da Cristo, offre a tutti coloro che con le dovute disposizioni adempiono le speciali prescrizioni per conseguirle» viene detto nel decreto che spiega le modalità per ottenere le indulgenze.

@giardser

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