Perché anche gli anglicani piangono Benedetto XVI

Di Daniele Meloni
04 Gennaio 2023
Oltre alle dichiarazioni di circostanza, gli inglesi ricordano i frutti della sua visita nel Regno Unito nel 2010 e il suo essere stato «teologo di primaria importanza per tutte le fedi cristiane»
benedetto xvi rowan williams
Papa Banedetto XVI con l'arcivescovo di Canterbury e capo della Chiesa anglicana, Rowan Williams, nel 2012 a Roma (foto Ansa)

«Un Pontefice che ha rappresentato molto per i cattolici britannici e non solo». Con queste parole il Primo Ministro UK, Rishi Sunak, ha commentato la scomparsa di Benedetto XVI. Tutte le principali istituzioni britanniche si sono raccolte in un ricordo commosso del Papa Emerito. Il leader spirituale della Chiesa Anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha ricordato la «coraggiosa scelta dell’abdicazione» del 2013, mentre Re Carlo III, capo della Church of England, ha espresso il suo dolore inviando un messaggio di condoglianze a Papa Francesco I e ricordando la storica visita di Ratzinger nel Regno Unito nel settembre 2010.

Il viaggio nel Regno Unito e la beatificazione di Newman

Una visita che è stata il fulcro del rapporto tra Benedetto XVI e le istituzioni politico-religiose britanniche durante tutto il suo pontificato. Sia perché si trattò della prima storica visita di un Papa nel Regno Unito, dopo quella pastorale di Giovanni Paolo II nel 1982; sia perché il Pontefice parlò delle «forti e attive radici cristiane» di Londra, andando oltre alla sua critica «dell’aggressività con cui il secolarismo si era impossessato della società», che causò più di una reazione ai vertici delle istituzioni e nei laici d’Oltremanica.

Benedetto XVI beatificò il cardinale John Henry Newman – ex presbitero anglicano convertito al cattolicesimo – durante la sua quattro giorni britannica, in cui incontrò la Regina Elisabetta II, i capi di governo del Regno Unito e della Scozia e l’allora arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Il professore di teologia anglicana dell’università di Nottingham, John Milbank, commentò l’evento sottolineando l’importanza dello stesso nelle relazioni tra cattolici e anglicani e per il cristianesimo in generale. In quell’occasione Milbank affermò che «la teologia cattolica e quella anglicana sono simili: partono da Sant’Agostino e dal recupero della tradizione dell’Alto Medioevo e della filosofia patristica. Entrambe credono nel valore della società civile. Quello su cui concordano è molto più profondo di quello che le divide».

Benedetto XVI, teologo di tutti i cristiani

Dopo la sua morte, la stampa britannica ha dedicato diversi obituaries al Papa emerito. A tornare su quella visita di Stato – tanto celebrata quanto discussa, viste le polemiche all’epoca sugli scandali interni alla Chiesa – è stato il Times. Nel suo necrologio il quotidiano londinese ha ricordato come Ratzinger mostrò «un calore umano disarmante, ed esortò il paese a lavorare per il benessere della società. La sua visita si rivelò un successo. Benedetto XVI – ha proseguito il Times – riuscì a fare entrare la religione nel dibattito nazionale con naturalezza, tanto che lo stesso Primo Ministro David Cameron lo ringraziò per le riflessioni che aveva lasciato in dono al paese».

La stessa Chiesa d’Inghilterra ha ricordato l’importanza di Benedetto XVI nelle relazioni, storicamente non sempre distese, tra cattolici e anglicani. Il segretario generale della Comunione Anglicana, il Vescovo Anthony Poggo, ha ricordato su Anglican News come Ratzinger sia stato un «teologo di primaria importanza per tutte le fedi cristiane, non solo per i cattolici» e ha aggiunto che «anche gli anglicani hanno potuto attingere alla sua inesauribile fonte di saggezza».

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