Sarà beato padre Unzeitig, l'”angelo di Dachau”

Di Leone Grotti
27 Gennaio 2016
Padre Engelmar Unzeitig criticava dal pulpito il Terzo Reich. Per mesi nel campo di concentramento ha curato i malati di tifo

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Padre Engelmar Unzeitig è stato dichiarato martire da papa Francesco. Arrestato nel 1941 per aver denunciato il trattamento degli ebrei da parte dei nazisti e morto nel campo di concentramento di Dachau, il sacerdote ceco era già stato dichiarato venerabile da Benedetto XVI nel 2009 e in autunno sarà dichiarato beato.

PIÙ GRANDE MONASTERO DEL MONDO. Dal pulpito, durante la Messa, padre Unzeitig criticava il Terzo Reich e invitava i cattolici a restare fedeli a Dio e a resistere alle menzogne del regime. Per questo è stato spedito nel lager definito «il più grande monastero del mondo», visto che tra il 1938 e il 1945 vi sono stati deportati 2.579 tra preti, seminaristi e monaci cattolici, insieme a 141 tra pastori protestanti e preti ortodossi. Di questi, 1.034 sono morti nel campo, diventato così anche il «più grande cimitero di sacerdoti cattolici del mondo».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]«ANDRÒ IO». Nato nel 1911 a Greifendorf, nell’odierna Repubblica Ceca, padre Unzeitig è entrato in seminario a 18 anni. Ordinato sacerdote a 28 ha scelto come motto: “Se nessun altro vuole andare, andrò io!”. Dopo due anni è stato rinchiuso nel lager, dove si è subito impegnato per imparare il russo in modo tale da poter meglio aiutare i prigionieri dell’Europa orientale.

MALATI DI TIFO. Nel campo si è guadagnato la fama di “santo” e “angelo di Dachau” per come ha curato i prigionieri ammalati di febbre tifoidale. Tra il 1944 e il 1945, in inverno, gli internati sono stati decimati da un’epidemia di tifo. Mentre SS e kapo non si presentavano più nelle baracche contaminate, dove i malati venivano ammassati, decine di sacerdoti vi entravano volontariamente, pur essendo a conoscenza dei rischi che correvano, per curare, lavare e consolare gli agonizzanti pregando con loro.

«SE SOLO LA GENTE SAPESSE». Tra questi c’era anche padre Unzeitig, che in una lettera scrisse: «Qualunque cosa facciamo, qualunque cosa vogliamo, è sempre e solo la grazia che ci guida e ci porta. La grazia di Dio onnipotente ci aiuta a superare ogni ostacolo. L’amore duplica le nostre forze, ci rende fantasiosi, contenti e liberi. Se solo la gente sapesse che cosa Dio ha in serbo per quelli che Lo amano!». E ancora: «Anche dietro i più grandi sacrifici e le peggiori sofferenze c’è Dio con il suo amore paterno, che è soddisfatto dalla buona volontà dei suoi figli ai quali dona la felicità».

MARTIRE. Il tifo prese anche padre Unzeitig e lo uccise il 2 marzo 1945. Poche settimane dopo, gli americani liberarono i detenuti del capo di concentramento il 29 aprile. Su iniziativa di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco, sono già stati beatificati 56 religiosi morti nel campo, dopo che è stata riscontrata la pratica delle virtù naturali e cristiane in modo esemplare o eroico. Padre Unzeitig, «ucciso in odio alla fede», sarà il 57esimo.

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. Menelik

    Ecco.
    Questa è la giusta risposta a quel troll violentatore della storia nel post sotto, quello di Svetlana Stalin, che ha scritto che i Cattolici erano favorevoli ai nazisti e facevano la delazione degli Ebrei.

  2. Simona

    Grandissima notizia! Chi può legga le sue stupende lettere da Dachau (1941-1945). Beato Engelmar pregherà per noi.

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