Genitori, attenzione, questa notizia vi riguarda molto da vicino: se vi è capitato di vestire vostra figlia con un completo rosa e magari di regalarle una bambola per Natale o addirittura di permetterle di giocare con la sua bambola rosa mentre era vestita di rosa, sappiate che non solo l’avete influenzata in modo probabilmente irreparabile ma avete anche «danneggiato il potenziale sociale ed economico» del vostro paese.
NON È UN GIOCO. Per ora non c’è bisogno che vi troviate un buon avvocato ma le parole pronunciate al Parlamento inglese dal ministro con delega al Business dei Liberali democratici, Jenny Willott, vi faranno perlomeno sentire in colpa: far giocare i propri bambini maschi con giochi da maschio, passateci la perifrasi sessista, o le femmine con giochi da femmine «definisce i ruoli che andranno a ricoprire in società nel futuro e definisce i desideri che potrebbero avere».
«PROBLEMA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA». E questo «non è un problema laterale», per il quale potrebbe valere il vecchio adagio usato da tutti i pro-choice del mondo: “Ognuno è libero di scegliere per sé”. No, questo è «un problema di fondamentale importanza per l’economia del nostro paese». Infatti, far giocare vostra figlia con le bambole invece che col martello, il cacciavite e la sega potrebbe in futuro prevenire in lei il sorgere dell’ipotesi di iscriversi alla facoltà di Ingegneria, privando così l’industria nazionale di un potenziale grandioso capo cantiere.
ARRIVA UNA LEGGE? Su questo punto, il ministro del Business si è trovata d’accordo perfino con l’arcinemica ministro ombra dell’opposizione Onwurah, la quale, provata dalla «segregazione di genere» sperimentata nei negozi di giocattoli, ha chiesto di mettere fine «alle scelte vincolate dai codici dei colori».
Ma quello che ha aggiunto dopo, cari genitori, dovrebbe farvi preoccupare perché presto potrebbe davvero servirvi un legale per andare a comprare una macchinina blu a vostro figlio: «Non dico che dobbiamo approvare una legge. Però molti osservano che è illegale sponsorizzare un lavoro solo per uomini mentre apparentemente non c’è problema a pubblicizzare un gioco solo per maschi o solo per femmine».