La norma sull’autoriciclaggio è un pasticcio. «È assurdo che i piccoli evasori rischino fino a dieci anni di carcere»

Di Matteo Rigamonti
22 Settembre 2014
Intervista a Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia: «Non è detto che i proventi di una piccola evasione costituiscano di per sé autoriciclaggio»

riciclaggio-autoriciclaggioNel bidone indifferenziato dell’autoriciclaggio potrebbe finirci dentro di tutto. E anche una semplice evasione fiscale potrebbe costare, oltre alla sacrosanta multa, fino a dieci anni di galera. Se la norma sull’autoriciclaggio ferma in Commissione finanze alla Camera dovesse divenire legge senza subire modifiche, un evasore «sarebbe passibile della sacrosanta multa per non aver corrisposto le giuste imposte, come adesso, ma poi verrebbe anche denunciato per il reato penale di autoriciclaggio, punito con otto anni e forse più di carcere». Questo però è «assurdo», spiega a tempi.it il senatore azzurro Giacomo Caliendo, già sottosegretario di Stato alla giustizia nel quarto governo Berlusconi, perché «non è detto che i proventi di una piccola evasione costituiscano autoriciclaggio».

Onorevole, cosa si rischia con l’autoriciclaggio?
Del reato di autoriciclaggio si era già discusso in Commissione giustizia al Senato, quando era in esame il procedimento sull’anticorruzione. Ora il provvedimento è alla Camera insieme alle norme sulla “voluntary disclosure”, ovvero l’autodenuncia volta a favorire l’emersione dei capitali fatti fuggire illecitamente dall’Italia. Certamente occorre denunciare i comportamenti negativi per l’economia ma è altrettanto importante non stravolgere ingiustamente l’impianto della giustizia penale italiana.

La norma non aiuterebbe a prevenire l’autoriciclo di denaro “sporco” o illegittimo?
Bisogna distinguere. Un conto è punire chi si occupa soltanto di reinvestire i proventi di un’attività illecita (riciclaggio); altra cosa è l’autoriciclaggio. Occorre essere precisi e valutare caso per caso su quale strada ci si intende muovere. Perché non è detto che i proventi di una piccola evasione o di un semplice furto, se spesi o investiti in altre attività, costituiscano di per sé autoriciclaggio. Per esempio, non è detto che sia autoriciclaggio se un pizzaiolo evade una piccola somma e con quella compra una farina più costosa o ristruttura i muri della sua pizzeria. E se non è autoricilaggio, otto o dieci anni di carcere oltre alla sanzione economica sono troppi.

Come si fa a stabilire il confine tra ciò che è autoriciclaggio e ciò che non lo è?
Per non stravolgere il diritto penale, ogni volta che si decide una sanzione, bisogna essere precisi nello stabilire quale comportamento si vuole sanzionare. Ad ogni modo, è il governo che deve decidere quale strada vuole intraprendere. L’autoriciclaggio, infatti, è uno dei 12 punti della riforma della giustizia annunciata dal ministro Orlando. Secondo me, la soluzione più semplice è quella di stabilire le sanzioni in base al tipo di investimento che si va a compiere. Così, l’acquisto di un’auto o un macchinario non costituirebbe di per sé autoriciclaggio, mentre costituire una fiduciaria ad hoc per ripulire il denaro sì.

@rigaz1

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