Molto più dell’austerity poté l’incentivo a spendere. «Il Bonus mobili ha salvato 10 mila posti di lavoro»
IL LEGNO-ARREDO RESISTE. A confermare l’efficacia del Bonus mobili, oltre che delle detrazioni al 50 per cento sulle ristrutturazioni e dell’Ecobonus al 65 per cento, sono i dati diffusi da Federlegno: la misura ha consentito, nel biennio 2013-2014, un recupero di spesa finale pari a oltre 1,9 miliardi di euro, sostenuto il fatturato e contribuito a salvaguardare 10 mila posti di lavoro in un settore che, complessivamente, ne conta 65 mila. Come cinque Ilva di Taranto messe insieme.
Certo, la crisi si è fatta sentire parecchio nel legno-arredo. Se il settore ancora tiene, è soprattutto merito del mercato estero, ma almeno nel 2014 il fatturato, sceso a 26,7 miliardi di euro dai 27,4 del 2013 (-2,7 per cento), potrebbe aver fatto segnare il suo ultimo segno meno. Federlegno infatti stima che, in caso di conferma del bonus fiscale per il 2015, il comparto crescerà dell’1,5 per cento, sempre trainato dalle esportazioni (+5 per cento), ma con una stabilizzazione del consumo interno (-0,9 per cento), che quest’anno invece ha chiuso a -4,2 per cento.
IL BONUS MOBILI FUNZIONA. Oltre al Bonus mobili, ha aggiunto Snaidero, «un’altra buona notizia è l’approvazione, da parte del governo, di un piano che prevede il finanziamento di attività a sostegno dell’export per i settori più rappresentativi del Made in Italy nel mondo». Si tratta di 220 milioni di euro che saranno destinati, nell’arco dei prossimi tre anni e fino al 2017, a specifici settori di eccellenza, come, appunto, il legno-arredo (ma anche la moda e la meccanica).
E proprio dal capo del governo è giunto, in apertura della conferenza, un telegramma. Nel testo Renzi ringrazia «un settore assolutamente fondamentale per la bilancia commerciale con l’estero». Il legno-arredo, infatti, ha un saldo positivo tra esportazioni e importazioni pari a circa 8 miliardi di euro, ha ricordato Snaidero. Non solo: il settore porta un enorme contributo in termini di gettito fiscale: secondo le stime di Federlegno, per esempio, grazie al Bonus mobili sono finiti nelle casse dell’erario 60 milioni di euro. Senza contare i mancati oneri per la cassa integrazione di tutte quelle persone che altrimenti sarebbero rimaste senza impiego.
MEGLIO DELL’AUSTERITY. Il professor Marco Fortis, nuovo consigliere economico di Renzi, ha poi sottolineato l’importanza strategica di tutelare il Made in Italy e le nostre eccellenze. Perché, mentre l’economia italiana «ha tenuto nonostante la crisi», la Cina «è diventata primo esportatore mondiale di sedie e primo importatore di faggio». Una concorrenza alla quale «non possiamo pensare di rispondere soltanto con le politiche di austerity», sacrifici che «nell’Eurzona hanno bruciato 400 miliardi di investimenti e 120 miliardi di consumi delle famiglie».
Dunque meglio uno strumento come il Bonus mobili che la dieta del rigore a oltranza. Anche perché, ha fatto notare Fortis, i problemi che il Made in Italy, legno-arredo compreso, sta affrontando non sono pochi. Non ultima la crisi in Ucraina, con con le sanzioni alla Russia rischia di tagliarci fuori da un mercato, quello russo, che negli ultimi anni ha offerto una boccata d’ossigeno a tantissime eccellenze italiane. Artigiani del legno in primis.
I TEMPI DELLA BUROCRAZIA. Federlegno non ha riservato comunque qualche critica all’esecutivo in carica. Innanzitutto i signori dell’arredo chiedono al governo Renzi maggiore rapidità nel rendere operative le leggi. Lo stesso Bonus mobili, per esempio, ha richiesto 4 mesi di tempo prima di essere operativo: approvata la legge il 6 giugno, per i decreti attuativi e l’operatività dell’Agenzia delle entrate si è dovuto attendere fino al 24 settembre. Troppo. «È auspicabile – ha detto l’amministratore delegato Giovanni De Ponti – che già dai primissimi mesi del 2015 si possano conoscere le modalità attraverso cui attingere ai fondi del piano Made in Italy».
LA FORMAZIONE PROFESSIONALE. Infine, vista l’importanza che l’export ricopre per l’economia del legno-arredo, Snaidero ha colto l’occasione per ricordare, oltre alla vivace attività fieristica di Federlegno (per esempio proprio a Mosca con il Salone Worldwide), anche l’impegno dell’associazione sulla formazione. Sia quella “continua” a vantaggio degli imprenditori associati, sia quella rivolta ai giovani con il Polo Formativo di Lentate sul Seveso. Dove quest’anno è stato attivato un corso di Istruzione tecnica superiore (Itc) per creare le figure degli export manager di domani, i commerciali nel mondo che conoscono le lingue e il legno grazie alle lezioni degli stessi imprenditori del settore. All’Itc c’erano 25 posti disponibili, hanno fatto richiesta 90 ragazzi, non solo diplomati dell’Itis, ma anche del liceo classico e dello scientifico. Giovani che hanno preferito la strada della formazione superiore all’università.
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