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Assolto il ricercatore accusato di truffa. «L’Italia ha rovinato me e se stessa, creando uno spauracchio sugli Ogm»

Intervista all'ex direttore dell'Istituto sperimentale di orticoltura di Pontecagnano. «Dissi che Pecoraro Scanio era un incompetente e cominciarono i problemi»

Chiara Rizzo
19/12/2014 - 4:00
Interni
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Vitangelo_Magnifico
Vitangelo Magnifico, ex direttore dell’Istituto sperimentale per l’orticoltura di Pontecagnano, assolto dopo 14 anni «perché il fatto non sussiste»

«Lo Stato mi doveva aiutare e invece mi ha distrutto, mettendomi in condizione di non fare più niente. Una specie di Crono che mangia i suoi figli, questo è diventato oggi lo Stato italiano»: così qualche giorno fa ha dichiarato Vitangelo Magnifico, ricercatore di fama mondiale, alle pagine salernitane del Corriere del Mezzogiorno, le uniche a dare notizia della sua assoluzione. Magnifico, infatti, all’inizio della sua vicenda giudiziaria nel 2001 era direttore dell’Istituto sperimentale per l’orticoltura di Pontecagnano (Sa), un fiore all’occhiello del biotech nazionale e nel mondo. Aveva realizzato due brevetti: quello per le melanzane e quello per i pomodori senza semi. Poi è stato accusato di una miriade di piccoli reati: l’assoluzione piena, «perché il fatto non sussiste», è arrivata ben 14 anni dopo, lo scorso 11 dicembre. «Tutto è cominciato quando ho attaccato l’allora ministro all’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio», racconta ora Magnifico a tempi.it, ricostruendo la sua vicenda.

Quando è iniziata la sua disavventura giudiziaria?
L’11 gennaio 2001, quando ero direttore dell’Istituto sperimentale per l’orticultura di Salerno, un istituto del ministero dell’Agricoltura. Quel giorno si sono presentati i carabinieri. Le indagini durarono due anni, senza che io sapessi nemmeno di cosa fossi accusato. Ma qualche voce mi arrivava: “Guarda che ce l’hanno con te per i tuoi articoli di apertura agli Ogm, all’agricoltura non tradizionale”. Nel 2003 mi sono state formalizzate le accuse: 28 capi di imputazione. Mi hanno scaricato addosso tutto il codice penale, a parte l’omicidio, forse sperando che, in mezzo a tutto, su qualcosa ci avrebbero azzeccato.

Di cos’era accusato esattamente?
I carabinieri parlarono di una Tangentopoli della ricerca. Tra i reati ipotizzati nei miei confronti ci furono il peculato e la truffa, perché avrei ricevuto dal ministero dei fondi a cui non avrei avuto diritto. Avevano dimenticato che, in realtà, quelli erano i finanziamenti ordinari dell’istituto, che dipendeva proprio dal ministero all’Agricoltura. Inoltre sarei stato responsabile di «mancato svolgimento della ricerca ordinaria». L’Istituto sperimentale di orticultura per legge deve fare ricerche sperimentali: è il ministero che ordina l’attività di ricerca, per esempio su un nuovo peperone o su una melanzana, o su un nuovo batterio. Invece in quel 2001, poiché il ministero non aveva soldi, ma l’Istituto aveva ricevuto vari fondi per i progetti di ricerca straordinaria da altri enti (tipo il Cnr), il ministro ci disse che non ci avrebbe dato fondi per la ricerca ordinaria. Noi proseguimmo quindi con le ricerche straordinarie. E mi hanno accusato per quello. Sa qual è la cosa più assurda di tutta questa vicenda?

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Magnifico con alcuni dei suoi carciofi ogm
Magnifico con alcuni dei suoi carciofi ogm

Quale?
Ero accusato, ma senza che nessuno potesse contestarmi di aver intascato una lira. Non solo i conti dell’istituto erano in ordine, ma non hanno mai trovato nulla nemmeno nei miei conti personali. E hanno scandagliato tutti i documenti più volte, alla ricerca di qualche cifra fuori posto. Ho sempre pensato che, proprio il fatto di non trovare un soldo fuori posto, abbia dato ancora più fastidio negli inquirenti. C’è stato un po’ di accanimento. Il pm di Salerno mi ha interrogato per la prima volta solo dopo due anni dopo l’avvio delle indagini. Per fortuna ho avuto un bravissimo avvocato, Renivaldo Lagreca, che scandagliando le carte con il commercialista Giuseppe Lammardo ha scoperto che chi mi accusava non conoscevano nemmeno le leggi sugli enti pubblici.

Ricapitolando. L’indagine su di lei è iniziata nel 2001. Lei è stato interrogato dal pm per la prima volta nel 2003. Il rinvio a giudizio quando è arrivato?
Dopo 9 anni, nel 2010, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Nel frattempo il pm era stato trasferito. Il processo è iniziato poco dopo, ma è stata trasferito anche il giudice, sostituito da un altro magistrato. La sentenza di primo grado è arrivata dopo più di 20 udienze, l’11 dicembre scorso: sono stato assolto perché il fatto non sussiste su tutti i capi di imputazione. Il pm che ha seguito il processo ha concluso la sua requisitoria chiedendo la mia assoluzione. Perciò non credo che ci saranno ulteriori gradi di giudizio. Intanto, nel corso di questo lungo iter giudiziario, un paio di anni è intervenuta la prescrizione: ma io ho rinunciato. Non volevo passare per ladro. Era tutto falso, volevo che fosse provato in aula che tutte le porcherie di cui ero accusato non le avevo mai nemmeno pensate.

Qual è il prezzo che ha pagato per queste accuse del tutto infondate?
Ho dovuto rinunciare alle mie cariche. Malgrado mi abbiano chiesto di rimanere, non me la sono sentita. Dopo che me ne sono andato da Pontecagnano, vari ricercatori sono scappati. Quello era uno degli istituti più interessanti: venivano anche dall’estero a vedere i nostri prodotti. Tutta la vicenda giudiziaria contro di me è partita dal commissario dell’Istituto, che era stato nominato dal ministro dell’Agricoltura del governo Amato, Alfonso Pecorario Scanio. Lo stesso giorno che il commissario mi accusava, io stavo ricevendo una visita da alcuni professori dell’Università della California, perché eravamo all’avanguardia nel campo degli Ogm e dell’ingeneria genetica. Avevamo un primato mondiale per il miglioramento dell’asparago, e ci eravamo specializzati nell’inserire nelle varietà antiche la resistenza ai parassiti. Abbiamo brevettato un pomodoro Ogm e le melanzane senza semi, in collaborazione con l’autorevole Max Plank Institute. Eravamo capofila in Italia e un polo d’eccellenza per il Sud. Durante questa mia vicenda giudiziaria, invece, malgrado ci sia stato un eccellente direttore, l’Istituto di Pontecagnano ha vissuto una progressiva decadenza. Non sono state più finanziate ricerche serie, ed è venuto meno il gruppo di ricercatori che c’era ai miei tempi. Ora pure Pontecagnano punta sul biologico. Ma la ricerca che si può fare sul biologico è di bassissimo livello: purtroppo si è creato uno spauracchio intorno al transgenico. Peccato perché la ricerca, anche quella medica, si basa proprio sulla ricerca genica.

Secondo lei chi poteva avercela così tanto con lei da muovere accuse infondate?
Tutta questa vicenda è iniziata perché non ho mai avuto remore a dire con editoriali, o di persona, e all’allora ministro Pecoraro Scanio che non capiva nulla di agricoltura. Fino agli anni Ottanta la nostra agricoltura era tra le migliori al mondo. Si creavano varietà nuove di ortaggi. Un esempio è stato il pomodoro di Pachino che è arrivato solo alla fine degli anni ’80. Pochi sanno che è un ibrido di altissimo livello; e adesso lo vediamo tutti cos’è diventato, considerato un simbolo del biologico. Queste sono le conseguenze di una cattiva informazione. Pecoraro nel 2000 aveva avviato una crociata contro gli Ogm: e invece pure quell’ibrido del pomodoro di Pachino (come molti altri pomodori amati dalla tavola italiana, come i datterini) nasce dalla ricerca genica, che permettevano di creare delle maggiori barriere ai microbi e che permettevano una coltura con minore impiego di agrofarmaci. Oserei dire che la coltura biologica è possibile solo perché esistono varietà ibride. Ma questo non lo diceva nessun altro. Io ho subìto altri due processi, e anche per quelli sono stato riconosciuto innocente. Così ho chiesto un risarcimento al ministero dell’Agricoltura, che me lo ha dovuto dare. Ora presenterò di nuovo la richiesta di risarcimento. Non lo faccio per una questione di soldi, ma di giustizia; il danno più grosso l’ha fatto lo Stato a se stesso, distruggendo il più bell’istituto di ricerca agricola che aveva. Non m’importa nemmeno che abbia distrutto la mia di vita. Anche se sono stato male.

Tags: biologicoogmricercasalerno
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