Asilo, mensa, palestra e due case per le vacanze. E l’impresa cresce

Di Matteo Rigamonti
18 Marzo 2014
Heiner Oberrauch, presidente del gruppo Salewa-Oberalp, racconta le pratiche di welfare della sua azienda: «Riconosciamo alla famiglia il valore che le spetta»

Mentre le aziende scappano dall’Italia attratte da Paesi dove il costo del lavoro è minore e la pressione fiscale è a livelli più ragionevoli, ce n’è una che in Italia ci è arrivata più di vent’anni fa e che qui sembrerebbe trovarsi a suo agio. Si chiama Salewa e gli amanti della montagna la conoscono bene. È nata a Monaco, in Germania, quasi ottant’anni fa e produce abbigliamento e attrezzature per la montagna, l’escursionismo e l’alpinismo. Heiner Oberrauch, il suo proprietario, nato a Bolzano nel ’51, dopo averne ottenuto la rappresentanza per l’Italia, ne ha assunto nel 1990 il controllo e la guida. Oggi Salewa ha il suo avveniristico quartier generale proprio a Bolzano, mentre la produzione è dislocata un po’ in tutta Europa, compreso lo stabilimento veneto di Montebelluna. La casa madre, dove i prodotti tecnici e i capi di abbigliamento vengono concepiti, ha recentemente ottenuto gli onori della cronaca sia per la bellissima sede in cui si specchiano le montagne del comprensorio sia per le invidiabili pratiche di welfare aziendale adottate nel corso degli ultimi anni. Di questo. e tanto altro. abbiamo parlato con il presidente del gruppo Salewa-Oberalp Heiner Oberrauch.

Signor Oberrauch, da dove nasce questa sua sensibilità alle tematiche di welfare aziendale?
Dalla storia e la cultura cristiana della mia famiglia: i nostri nonni, infatti, ci hanno sempre educato a mettere a disposizione della comunità non solo il dieci per cento dei nostri guadagni, ma anche del nostro tempo. E io, per conto mio, mi sono sempre chiesto: «Ma quando avrò 70 anni e sarò nel mio maso (abitazione tipica del Trentino-Alto Adige, ndr) che cosa avrà dato senso alla mia vita? Che cosa veramente arricchisce la vita, oltre i guadagni?».

E cosa si è risposto?sede salewa palestra arrampicata
Le relazioni tra persone dicono quanto abbiamo vissuto bene. È questo ciò che fa diventare veramente più “ricchi” e che più di tutto ti ripaga. Come imprenditore, pertanto, il mio compito è dare valore alle persone con cui collaboro e ciò passa anche dall’ambiente di lavoro. Come dico sempre: «Il positivo attira il positivo». Ed è per questo che qui in Salewa nessuno timbra il cartellino. Se c’è da lavorare si lavora, ma se così non è, e fuori c’è una giornata stupenda, allora è meglio andare in montagna!

La sua azienda nelle belle giornate sarà deserta…
È qui che lei sbaglia, perché la libertà bisogna imparare a gestirla e novantanove dipendenti su cento da noi imparano a farlo. Poi ci sarà sempre chi ci mette più degli altri a imparare, ma sono fermamente convinto che la fiducia generi sempre fiducia. E questo alla lunga fa bene. Tanto al dipendente quanto all’azienda. Proprio come succede in una grande famiglia.

A proposito di famiglia, perché avete aperto un asilo nido in azienda?
La nostra società, purtroppo, non riconosce più il valore che spetta alla famiglia. E mia moglie, che è psicologa, mi dice sempre che nel suo primo anno di vita è fondamentale per il bambino poter stare con sua mamma e suo papà. Così abbiamo deciso di aprire un nido in azienda, dove i nostri dipendenti e quelli delle aziende intorno a noi possono portare i loro figli. Ogni anno ci sono 15-20 bambini di cui l’80-90 per cento sono figli di nostri dipendenti. Alle nostre dipendenti neomamme, inoltre, paghiamo l’indennità al 50 anziché al 30 per cento e per un anno intero anziché sei mesi soltanto. La presenza dei bambini, poi, porta sempre buon umore in azienda.

Cos’altro fate per i vostri dipendenti?
Oltre alla più grande palestra italiana di arrampicata indoor e outdoor, che è aperta a tutti, c’è la cucina, dove una cuoca prepara ogni giorno buonissimi pasti suddivisi in due diversi menù per i nostri dipendenti. Pensi che quasi il 70 per cento dei nostri dipendenti, piuttosto che andare a pranzo fuori, sceglie di pranzare all’interno, dove può gustare anche le verdure “a kilometro zero” che ogni giorno un agricoltore locale ci porta. Oltretutto abbiamo una bellissima terrazza dove si può pranzare all’aperto. Ci sono, infine, le due case per le vacanze, una al mare, nel Gargano, e una in montagna, che sono a disposizione dei dipendenti.

Ci sarà una bella fila per quella al mare…
Per poterne usufruire bisogna maturare un punteggio che viene assegnato così: un punto per ogni anno lavorato e cinque per ogni figlio. Chi entra in graduatoria ha diritto ad una settimana in base alla disponibilità, da aprile a ottobre. Il top management rimane escluso, perché vogliamo privilegiare chi, magari con due, tre o quattro figli, fatica anche solo a fare una settimana di vacanza lontano da casa. Ogni anno così sono circa 40 le famiglie che possono andare al mare grazie a questa casa.

Quello che fate è interessante. Ma qualcuno potrebbe pensare che tutto ciò è possibile soltanto perché vi trovate in una Regione a statuto speciale. Cosa risponde?
Che solo il nido è finanziato grazie al sostegno della provincia di Bolzano: un terzo delle spese, infatti, è a carico della famiglia, un terzo all’azienda e un terzo alla provincia. Tutto il resto che le ho descritto è finanziato da Salewa. Certo, la palestra, che è a disposizione dei dipendenti in certi orari, è comunque aperta a tutti con normalissimi abbonamenti.

La crisi in questi cinque anni non vi ha colpito?
In Italia i consumi hanno registrato una flessione, ma l’azienda cresce di oltre il 10 per cento di anno in anno. Forse ci aiuta il fatto che l’outdoor e la montagna sono settori che non sentono la crisi. Ad ogni modo, sono convinto che il nostro Paese possa uscire presto dalle difficoltà se solo tutti noi ci mettessimo la voglia che serve per venirne fuori. Abbiamo la cultura necessaria per farlo, ma bisogna credere fermamente nel futuro.

Non la preoccupano ostacoli quali le tasse e la burocrazia?
Anche io ho un’azienda e so benissimo cosa vuol dire avere costi indiretti di produzione pari al doppio che in un altro Paese. Semplicemente, è che così è più difficile essere competitivi. E poi non è possibile che in Italia per ogni minima decisione si debba sempre aspettare il via libera dal centro. Più sussidiarietà nei confronti dei Comuni e delle Regioni farebbe bene. È innegabile che l’Italia, da questo punto di vista, avrebbe bisogno di una nuova cultura della gestione della cosa pubblica. Quello che ho detto per l’azienda, infatti, vale anche per lo Stato nei confronti delle aziende: più fiducia genera sempre nuova fiducia.

@rigaz1

Articoli correlati

3 commenti

  1. francesco taddei

    guarda un po’ fanno più del bene imprenditori cristiani (che molti preti italiani pensano non debbano esistere)
    che tanti statalisti malati di spesa pubblica

I commenti sono chiusi.