«L’arresto del Pd Genovese non era necessario. Renzi ha ceduto alla barbarie di Grillo e alla provocazione dei magistrati»
Il Pd non avrebbe dovuto autorizzare l’arresto del suo deputato Francantonio Genovese. Lo sostiene Maurizio Bianconi (Fi), ex vicecapogruppo del Pdl. Bianconi attacca la decisione di dare l’ok alla richiesta d’arresto della Procura di Messina per un motivo: «Le esigenze di custodia cautelare non c’erano, come ho detto alla Camera». «Erano motivate solo da un presupposto culturale: che un deputato è un uomo potente e quindi può fuggire, inquinare le prove, reiterare il reato», spiega Bianconi a tempi.it. «In pratica, secondo i pm, il fatto di essere un parlamentare è scriminante per mettere in galera la gente. Una cosa assurda».
Genovese è stato in galera per una settimana. Dal 15 al 21 maggio. Sulla base di quali motivazioni la Camera ha autorizzato la sua richiesta di arresto?
Il Parlamento autorizza l’arresto di un suo componente sulla base delle carte dei pm e non dei giudici. Perciò i deputati e i senatori, in teoria, sono chiamati a giudicare non la colpevolezza di un imputato, o l’opportunità politica di farlo arrestare, ma la sussistenza delle esigenze cautelari. Inoltre devono verificare che non vi siano prove che indichino fumus persecutionis. In questo caso, le prove del fumus persecutionis c’erano.
Quali?
Come ho detto, non si può chiedere un arresto adducendo come motivo il fatto che il presunto innocente sia un deputato. Non è una prova della sua pericolosità, ma denota semmai un pregiudizio culturale sui politici. Secondo, poiché i fatti di cui si sarebbe reso colpevole Genovese erano già noti da tempo, che senso aveva metterlo in carcere? La dimostrazione della non necessità della custodia cautelare in carcere è che, dopo una settimana, Genovese è andato ai domiciliari.
Renzi ha lasciato che l’autorizzazione all’arresto di un suo deputato avvenisse con voto palese. Trasformare una richiesta di arresto in una questione politica è stato un errore?
Certo. Renzi e il Pd hanno ceduto alla barbarie di Grillo e alla provocazione dei magistrati. Non si può consentire ai magistrati di dettare legge alla politica e di determinare le procedure parlamentari. Soprattutto dopo lo spettacolo tremendo a cui abbiamo assistito nella Procura di Milano. Come si può pensare di promuovere la giustizia inseguendo i grillini?
In un’intervista al Fatto Quotidiano Renzi si è proclamato un garantista.
Non si può fare i Torquemada e i difensori delle istituzioni a giorni alterni. Se si vuole rispettare le istituzioni e lo stato di diritto bisogna anche assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Il centrosinistra non ha nemmeno chiesto il voto segreto, influenzando ovviamente le decisioni dei singoli deputati, che avrebbero dovuto scegliere in coscienza e non in base alle pressioni politiche. Questa è già la terza volta che succede, dopo l’arresto di Alfonso Papa e la decadenza di Silvio Berlusconi. Non è una bella notizia per la democrazia.
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