Arcivescovo Mosul: «Dovete liberare le nostre città e villaggi. Oppure accoglierci tutti»

Di Redazione
13 Giugno 2015
Per l'arcivescovo siriaco-cattolico Yohanna Mouche, «la soluzione militare è quella migliore. Mi sento come se fossi ubriaco, non capisco cosa succede intorno a me. È un incubo»

È passato un anno da quando oltre 120 mila cristiani sono stati costretti a rifugiarsi in Kurdistan, cacciati dalle loro case in Iraq, dopo che le loro terre e case sono state sequestrate dai jihadisti. Mosul e i villaggi della piana di Ninive sono finiti nelle mani dello Stato islamico un anno fa e ora l’arcivescovo siriaco-cattolico di Mosul chiede che quelle terre tornino nelle mani dei legittimi proprietari.

SERVE SOLUZIONE MILITARE. Parlando ad Aid to the Church in Need, monsignor Yohanna Mouche ha chiesto «alle persone che ne hanno la responsabilità» di intervenire, ricordando che quella «militare è la soluzione migliore»: «Chiediamo a tutti di fare pressione sulle persone che hanno la responsabilità di liberare città e villaggi il prima possibile, così che la gente possa tornare indietro e vivere in pace nelle proprie case e continuare là la propria vita».

[pubblicita_articolo]L’UNICA ALTERNATIVA. Secondo l’arcivescovo c’è una sola alternativa all’intervento dell’esercito: «Faccio un appello alla comunità internazionale: se non potete proteggerci, allora dovete aprire le vostre porte e aiutarci a ricominciare la nostra vita da qualche altra parte». Poi ha aggiunto: «Noi preferiremmo rimanere in Iraq ed essere protetti qui», ma perché questo sia possibile qualcuno deve intervenire.

«È UN INCUBO». Anche Yohanna Mouche è stato cacciato dalla sua diocesi. Descrive così i suoi sentimenti: «Mi sento come se stessi sognando, come se fossi ubriaco. Non riesco a capire che cosa sta succedendo intorno a me. È un incubo». Sulla chiesa di Sant’Efrem, che i terroristi dell’Isis a Mosul avrebbero trasformato in moschea, riferisce infine: «Non abbiamo novità sulle nostre chiese e i nostri monasteri», tra cui quello di San Behnam, che risale al IV secolo. «Purtroppo nessuno è rimasto a Mosul per darci notizie su queste cose».

Foto Acn

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21 commenti

  1. Franz

    In termini militari, sono stati il PKK e il PYD che hanno realmente salvato decine di migliaia di Yazidi assediati dall’ISIS/ISIL/Daesh sul Monte Sinjar, e non le bombe statunitensi (arrivate in ritardo, a cose già fatte e finite nelle mani dell’ISIS), come dicono i mezzi dell’informazione dominanti.

  2. Franz

    Allora recapitoliamo : io vado al distributore, pago, i soldi vanno in Arabia saudita, Qatar o altri paesi casualmente alleati degli Stati Uniti. Qui i soldi vengono trasformati in loco in armi recitando qualche sura coranica.
    Poi vanno al fronte in colonne di Toyota fiammanti (sempre materializzate tramite il Corano) sicuri che questo libro farà da scudo onde impedire ai sofisticatissimi satelliti di individuarli in pieno deserto.
    Da ultimo usano qualche altro versetto coranico per instupidire i piloti USA (cosa facile essendo già instupiditi da Hollywood) e rifornirli ulteriormente di armi e materiaòe vario.
    Ecco spiegato perchè quando decapitano gli ostaggi sono alti due metri e mezzo : è dovuto all’iper-alimentazione con cibi USA strapieni di OGM !

    1. Raider

      E ricapitoliamo! Per i filo-islamici,
      – se decapitano davvero, i boia non sono islamici:
      – se i video delle decapitazioni sono perfetti, è la prova che i video sono falsi:
      – se i video delle decapitazioni sono dilettanteschi, è la prova che i video sono falsi:
      – se gli errori tecnici sembrano voluti, come nel caso dei boia a altezza watussa, è la prova che i video sono falsi:
      – se gli errori nel filmato sembrano involontari, è la prova che i video sono falsi:
      – se i video sono falsi e (le decapoitazioni sono vere?), non sono di produzione dell’Isis, al cui buon nome i nazi-islamici come alla propria credibilità anti-Isis, allora, sono di produzione occidentale:
      – se i video sono autentici, è la prova che non sono dell’Isis:
      – se i video sono dell’Isis, allora, dicono i nazi-islamici, l’Isis non è islamico: e il gioco paranoico ricomincia ciclicamente.

  3. Fabio G

    Speriamo che almeno le armi anticarro, che il Ministro degli
    Esteri USA John Kerry aveva promesso (via telefono)
    di mandare al governo dell’Iraq,
    e che sarebbero dovute arrivare la settimana appena passata ,
    siano effettivamente arrivate.

    Oppure le priorità sono altre, infatti
    il congresso USA ha approvato un emendamento al bilancio
    per poter fornire armi letali all’Ucraina (missili anticarro, lanciarazzi e munizioni);
    e anche un emendamento che proibisce
    di addestrare i combattenti del battaglione ucraino (neonazista)”Azov”.

  4. Filippo81

    Purtroppo l’Occidente non interverrà, gli unici nemici che temono sono i “dittatori “Putin e Assad, l’isis non li preoccupa affatto……

  5. recarlos79

    è da un anno che chiede aiuto il cardinale, ma pure il rivoluzionario francesco è sordo al suo dolore.

  6. Menelik

    Blondet ha un curriculum antisemita di tutto rispetto e noto complottista: sarebbe stato la goduria dei gerarchi nazisti.
    L’isis non c’entra un cavolo né con gli USA tanto meno con Israele.
    C’entra, invece, con un’interpretazione letteralmente folle del Corano.
    L’isis è roba religiosa islamica portata all’estremo, non politica.
    E gli Americani la figuraccia di pirla che stanno facendo, e non è la prima, se la sono andata a cercare col lumicino.

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