Anzaldi: «Vi racconto la compagnia del “Cavallo magico” Rai»

Di Paolo Corsini
22 Marzo 2017
Le polemiche sulle fidanzate dell'est, i numeri di Campo Dall'Orto, il programma di Berlinguer, Maggioni e il gioco della torre. Intervista al segretario della Commissione di vigilanza
La statua del ''Cavallo Morente'' dello scultore Francesco Messina, esposta all'esterno della sede Rai di viale Mazzini a Roma, 21 dicembre 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI

La Rai è di nuovo nella bufera. Cancellato un programma di punta del sabato pomeriggio di Rai Uno dopo le polemiche sui social per una puntata su “i motivi per scegliere una fidanzata dell’est”. Ma a chi alla Rai da tempo non risparmia critiche questo non basta.

Michele Anzaldi, palermitano, 56 anni, segretario della Commissione di vigilanza Rai. Come se ne esce da casi come questi?
Lavorando si sbaglia. Proprio per questo nelle aziende ci sono una serie di filtri, a maggior ragione nel servizio pubblico, proprio perché bisogna marcare la differenza. Quante sono le persone ben pagate per controllare: Direttori, Vicedirettori, Capistruttura, Capiprogetto… Possibile che nessuno abbia avuto un dubbio prima di mandare in onda un programma come quello di sabato scorso? Spero che sia stata una mancata vigilanza, perché invece se qualcuno l’ha vista e non ne ha capito l’indelicatezza è ancora più grave.

Passiamo di bufera in bufera. Renzi l’ha scelta come capo della comunicazione della sua mozione per le primarie del Pd e Beppe Grillo – tra gli altri – coglie la palla al balzo è l’accusa di “conflitto di interessi” proprio perché membro della Vigilanza…
Non è tanto Grillo, è più triste che la palla l’abbiano alzata, prima, i miei colleghi di partito. In ogni caso non vedo il problema, il ruolo della vigilanza è ben determinato: controlla l’applicazione del contratto di servizio, non è che possa fare chissà cosa. Faccio poi notare che ogni corrente che sostiene un candidato alle primarie è rappresentata in vigilanza. Se guardiamo agli spazi, infine, sono tutti di Emiliano e lo dicono i dati. Adesso Renzi sta quasi pari perché ha fatto il Lingotto… Sinceramente è una polemica che non capisco. Diciamo poi che ci si muove secondo le leggi: se la legge lo ammette si fa, se lo vieta non si fa.

Bé, soprattutto in politica, c’è anche la categoria dell’opportunità…
Certo, che attiene alla soggettività. Ma in passato è spesso stata cosa normale e nessuno ha mai chiesto dimissioni: Bonaiuti, Gentiloni, Storace… Visto che si tratta di un solo, breve, periodo e visto che anche i sostenitori delle altre due mozioni hanno un rappresentante in Vigilanza, ritengo che non sia il caso di dimettermi. Poi, se il mio partito decide che è invece il caso di farlo ben volentieri. Già un anno e mezzo fa avevo chiesto, senza successo, di cambiare Commissione parlamentare.

Perché?
Perché nonostante la condizione in cui versa la radiotelevisione pubblica l’attuale dirigenza è un muro di gomma. Basta vedere a come rispondono alle interrogazioni della Vigilanza. Inoltre c’è un’estrema difficoltà a parlare di Rai sui giornali.

Bé, la Rai è da sempre stata materia ostica da affrontare…
Non come adesso. Vengo dal giornalismo e quando mi sono formato e sono cresciuto professionalmente la Commissione di vigilanza veniva seguita da frotte di agenzie, bastava dire la parola “Rai” avevi paginate sui giornali. Oggi ci sono giornali che semplicemente non seguono la Rai, mentre succedono cose di una gravità inaudita. Le faccio un esempio: nell’ultima seduta della Commissione, il DG Campo Dall’Orto
nel decantare i dati di Rai Play parla di 30 milioni di utenti, ma basta andare sulla tabella di audio web e si vede che gli iscritti a Rai Play sono un milione! Solo cinque anni fa sarebbe successo il finimondo, con titoli tipo: “scivolone”, “il Dg si confonde”, che so… fatto sta che questa volta me ne sono accorto solo io.

L’anno scorso, a febbraio, lei disse: «Gli attuali vertici Rai li abbiamo scelti noi ma ci siamo sbagliati». Un vero autodafé, anche se senza esiti…
I fatti sono sotto gli occhi degli italiani: i telespettatori avevano delle trasmissioni di informazione politica che adesso non ci sono più. Ora se colleghi politici ben più importanti di me vogliono informare i cittadini su quanto stanno facendo devono andare a La7. Sulla tv di Cairo l’informazione politica in alcuni giorni era del tutto assente, oggi c’è – e va bene – grazie alle scelte sciagurate della Rai.

Bianca Berlinguer non vi piaceva come Direttore del Tg3, ora conduce una striscia quotidiana e un programma in prima serata…
La Berlinguer come Direttore del Tg3 ha fatto il suo lavoro. E lo ha fatto a mio avviso con degli squilibri, riscontrabili facilmente analizzando le rilevazioni dell’Osservatorio di Pavia. Come conduttrice, chi può dire niente? Parlano i dati d’ascolto: è una buona conduttrice. Certo, due trasmissioni, una quotidiana e una prima serata, è dura. Quando poi ci sono tanti colleghi parcheggiati e pagati, ben pagati, dagli italiani costretti a non fare nulla…

Pietrangelo Buttafuoco l’ha sorprendentemente elogiata perché «non fa il gradasso con i deboli ma combatte i potenti», ora sembra però che alzi bandiera bianca…
Guardi, io più di quello che faccio non posso fare! Ho scritto, ad esempio, alla Corte dei Conti sui tetti di stipendio non rispettati (240 mila euro lordi, ndr), sollecitandola a mandare avanti l’esposto dell’Usigrai. Ho pagato di tasca mia uno studio legale prestigiosissimo per fare un esposto all’AgCom a giugno scorso… non si sono degnati di darmi una risposta. Lei ha citato il pezzo che Buttafuoco ha scritto in riferimento a una mia interrogazione su Beppe Caschetto e il potere degli agenti delle star televisive in Rai. La risposta a quell’interrogazione è qualcosa di umiliante per chi la legge: un generico “tutto bene madama la marchesa”, senza che il nome di Caschetto venga mai fatto e si dice che uno stesso ospite è stato invitato in dieci giorni due volte perché veniva citato in un libro. Ma stiamo scherzando?! Ci sono dei conduttori di La7 che sono ospiti fissi di alcune trasmissioni della Rai quando ci sono migliaia di giornalisti professionisti. È chiaro che c’è qualcosa che non va, sono sempre e solo gli stessi giornalisti, tre o quattro: si parla tanto della compagnia del “Giglio magico”, ma qui siamo di fronte alla compagnia del “Cavallo magico”.

Se potesse sostituire Campo Dall’Orto, oggi chi vedrebbe bene alla guida dell’Azienda?
Non mi faccia sognare inutilmente, altrimenti mi deprimo ulteriormente…

Facciamo allora il classico gioco del “chi butteresti dalla torre”: la Presidente Maggioni o il DG Dall’Orto?
Be’, prima di tutto hanno due ruoli completamente diversi: uno dovrebbe essere un grande esperto di gestione aziendale e una è una grande esperta di giornalismo e di informazione. Io, per tanti motivi e per attaccamento alla professione, opterei per salvare la giornalista e la donna, per altro di fascino, come la Maggioni.

Tg1, Tg2, Tg3, Rai News, Quale Tg vede più volentieri?
RaiNews la tengo sempre accesa quando sono al lavoro nel mio studio. Tg1, Tg2 Tg3 li vedo – ahimé –  tutti e tre.

Prossimo appuntamento, dove vedremo Renzi?
Adesso valuteremo quale argomento sarà maturo da approfondire e vedremo quale conduttore ha il coraggio e la sensibilità di rinunciare a presunti facili ascolti inseguendo il chiacchiericcio, il battibecco della politica per provare a parlare di cose concrete come il morbillo, la sicurezza.

Sempre su Sky…
Bé, no. Semmai Renzi – come dicevo prima – è obbligato ad andare a La7, soprattutto per ascolti, quantità e qualità di spazi. Poi ci potrebbero essere Porro con Matrix, Sky e buon’ultima la Rai con quel poco che rimane di informazione.

*Paolo Corsini è Consigliere nazionale Fnsi

Foto Ansa

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