Amore per (e con) le piante. Video eco-queer nel parco di Palermo

Di Redazione
08 Agosto 2018
Polemiche per un'installazione video dentro un parco. Vi si mostrano sette uomini che si uniscono sessualmente a delle piante

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Indignazione a Palermo per un’installazione pornografica nell’orto botanico della città. Si tratta un video di 37 minuti dell’artista (?!) cinese Zheng Bo e intitolato “Pteridophilia” in cui vengono mostrati degli uomini che compiono amplessi con delle piante.
Su internet circolano alcuni video fatti con i telefoni da persone che hanno assistito al filmato, compreso all’interno della rassegna d’arte (?!) “Manifesta”. Vi si vedono, appunto, esseri umani che mugugnano mentre leccano foglie o si uniscono sessualmente a felci e piante di vario genere.

BAMBINI. Il direttore dell’orto botanico, Rosario Schicchi, ha fatto spegnere l’installazione e ha cercato di difendersi spiegando che «sin dall’inizio ho chiesto di collocare un cartello con scritto “contenuto non adatto ai minori di 16 anni” ed inserire delle cuffie in modo che non si sentisse l’audio del video e richiesto che a vigilare ci fosse del personale». La precauzione pare essere servita a poco, dato che più di una famiglia ha testimoniato il fatto che molti bambini hanno assistito alla messa in onda del filmato.

ESPLORAZIONE. Su un cartello illustrativo all’entrata della sala dove avveniva la proiezione  si legge: «L’opera esplora il potenziale eco-queer e ritrae sette giovani che camminano in una foresta di Taiwan stabilendo un contatto intimo con delle felci. Fanno l’amore con le piante, percependone la morbidezza e il profumo. Instaurano relazioni affettive affidandosi al corpo, piuttosto che alla parola». Il cartello prosegue spiegando che «solo facendo un esercizio di immaginazione possiamo imparare ad apprezzare la complessa esistenza di tutti gli esseri viventi e solo allora sapremo vivere in modo migliore su questo pianeta». Sarà anche amore per le piante, ma a nessuno degli attori è stato chiesto di copulare con ortiche o cactus. Anche l’immaginazione ha un limite.

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