Alto commissariato Onu: «Israele e Hamas stanno trasgredendo diritti umani»
L’Alto commissario Onu per i diritti umani Navy Pillay ha lanciato oggi pomeriggio un durissimo monito sia a Israele che Hamas: «Non rispettare la legge internazionale umanitaria e sui diritti umani potrebbe costituire crimine di guerra e contro l’umanità». Pillay ha sottolineato che «i civili non devono essere colpiti. È imperativo che Israele, Hamas e tutti i gruppi armati rispettino rigorosamente le norme della legge umanitaria internazionale e sui diritti umani».
«UCCISI 147 BAMBINI». Pillay ha fatto riferimento anche alla denuncia dell’Unicef presentata ieri sull’alto numero di minori vittime del conflitto: «In sedici giorni a Gaza sono stati uccisi 147 bambini» (121 minorenni ieri secondo l’Unicef, ma il bilancio complessivo in un giorno è già cresciuto a 657 morti palestinesi e 31 israeliani, ndr.). Ciò per Pillay «crea preoccupazione sul rispetto dei principi di distinzione, proporzionalità e precauzioni negli attacchi». Il monito dell’Alto commissariato Onu è andato a entrambe le forze in guerra: l’accusa è ad Israele «di aver commesso possibili crimini di guerra» ma anche ad Hamas di «attaccare i civili in modo indiscriminato».
KERRY A TEL AVIV. Mentre continuavano i bombardamenti su diverse città della Striscia di Gaza (Rishon Letzion, Rehovot, Ashdod e Ashkelon) oggi a Tel Aviv è arrivato il segretario di Stato Usa per incontrare il premier Benjamin Netanyahu: «C’è stato qualche passo avanti verso il cessate il fuoco, ma c’è ancora bisogno di lavoro» ha detto. Domani Kerry volerà di nuovo al Cairo, dove è previso l’arrivo anche del ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, e spagnolo, Manuel Garcia-Margallo.
FATAH DALLA PARTE DI HAMAS. Intanto ieri sera si è tenuta una riunione congiunta delle autorità palestinesi Olp e Fatah a cui ha partecipato il presidente Abu Mazen: al termine del meeting la leadership palestinese ha deciso di sostenere tutte le richieste di Hamas. Per un cessate il fuoco si chiede cioè l’interruzione immediata e totale del blocco a Gaza e la riapertura del valico di Rafah con l’Egitto.
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