Almeno i cantanti di ieri sono invecchiati piano piano. Quelli giovani di oggi sono nati già vecchi

Di Luigi Amicone
08 Novembre 2012
Noterella a margine di un manifesto di Francesco De Gregori e sulla suggestione del "ggiovane" che oggi manco esiste più. Ne esiste solo un'idea astratta e astrale. Cioè finta

Francesco De Gregori, classe 1951, cantautore famoso nei Settanta, ricompare in pubblico in questi giorni in un manifesto in cui si propone come marinaio hemingwayano per un concerto dal titolo “Sulla strada”. E con la citazione di Kerouac il repertorio del nonnetto “ggiovane” è tinteggiato.
Stringe il cuore al pensiero di come passa il tempo anche per le strofe languide di tutti quei cantanti che fanno gli artisti e i soldi con i loro cuori infranti (e questo è grandfather Finardi). Però, bisogna ammetterlo, con certi menestrelli di ieri, tu, Anna, che oggi hai diciott’anni, puoi ancora cantare Rimmel o la Musica ribelle e sorbirti sogni belli come con la camomilla Bonomelli (per non parlare del La canzone del Sole, Lucio Battisti, forever).

Insomma, c’è molta roba anni Settanta che sta ferma lì, nel tempo, e che nessuno dei teenager odierni si sognerebbe di cancellare dal suo ipod (pensate ai Pink Floyd/ e dimenticate l’assessore Franco/ sul suo ponte sventola bandiera bianca). Mentre della brufolandia cantante attuale, tutta astrazioni e pensieri bui, fai fatica a immaginarne una durata. Intendiamoci, sprazzi di genuinità non mancano (tipo J Ax di «tutto quello che amo fare è immorale o illegale»). Però il genere sentimentale, anche quello, deve agganciarsi a qualche fenomeno di psicologia di massa elettronicamente testato – la Casta, la mutanda, la rete, X Factor, il concorso per veline, l’outing metrosessuale… e quasi quasi non può più nemmeno prescindere da roba che se non Occupy Wall Street non sei nessuno. E infatti non ci meraviglieremmo se Befera ingaggiasse il vincitore di Sanremo per scrivere un bel rap sull’importanza di pagare le tasse e pure Guccini si versasse a comporre un’intemerata sull’evasione fiscale.

Insomma, si voleva dire che gente come De Gregori o Finardi, hanno avuto almeno la fortuna ad averci messo degli anni a invecchiare. Mentre tu oggi di ggiovani leggendari chi hai? Boh. C’hai l’idea del giovane. Per esempio, grillino (e però devi notare che è fenomeno completamente antimusicale e antiestetico, per di più rigorosamente regolamentato dal depositario del marchio e stregone capo). E c’hai i cantori degli universali atemporali salvifici, giovanilismi allo stato purissimo, astratto e astrale. C’hai Saviano, per esempio, quello di Gomorra che ha compiuto sessant’anni il giorno dopo che l’ha ingaggiato l’editing di Repubblica. C’hai Fabio Fazio, il commesso che dietro al bancone ti vende lozioni sorridenti e buone per i capelli grassi. C’hai Jovanotti, la chiesa che va’ da santa Teresa di Calcutta all’orgoglio lesbico di Lady Gaga e che si sono perse le tracce delle sue messe cantate sull’Espresso.
Insomma, c’hai tanta di quella calvizie che ben venga il tempo in cui i cuori bruciano piuttosto che lessare.

@LuigiAmicone

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