L’informativa di Alfano alla Camera: «Fu De Santis a sparare. Nessuna trattativa con a’ carogna»

Di Chiara Rizzo
07 Maggio 2014
Il ministro dell'Interno sugli scontri prima della partita all'Olimpico di sabato: «Si stanno svolgendo approfondimenti che chiariranno se "Gastone" abbia agito da solo». Il gip conferma gli arresti per l'ultrà giallorosso e per un tifoso del Napoli

«Si stanno svolgendo approfondimenti che chiariranno se De Santis abbia agito da solo»: è uno dei passaggi dell’informativa del ministro dell’Interno Angelino Alfano resa oggi davanti alla Camera dalle 13 sugli scontri di sabato a Roma prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Sono diversi i testimoni che alle forze dell’ordine hanno confermato che l’ultrà della Roma Daniele “Gastone” De Santis non era da solo quando ha sparato ai tifosi napoletani, ferendo gravemente Ciro Esposito. Intanto il gip di Roma Giacomo Ebner ha convalidato gli arresti di De Santis, e di un altro dei tifosi napoletani feriti e ancora in ospedale, Alfonso Esposito.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI. Alfano nella sua relazione ha ricostruito così i fatti di quel pomeriggio: «De Santis ha lanciato contro il bus che trasportava i tifosi del Napoli un fumogeno, inveendo poi ad alta voce contro gli occupanti e colpendo il veicolo con calci e pugni. A quel punto numerosi tifosi napoletani presenti sulla scena si indirizzavano minacciosi verso De Santis che tentava la fuga ripiegando verso una stradina laterale in cui veniva raggiunto e nei cui paraggi si trova il circolo ricreativo presso il quale lavora». Poi, «È stato dichiarato da uno dei testimoni che De Santis nel darsi alla fuga sia caduto a terra rischiando di essere così raggiunto dagli inseguitori: temendo il peggio avrebbe sparato alcuni colpi di pistola verso quelli che lo rincorrevano. De Santis al termine del suo tentativo di fuga veniva raggiunto dai tifosi napoletani che lo percuotevano violentemente procurandogli diverse fratture. E solo il sopraggiungere delle forze dell’ordine ha impedito che l’uomo potesse riportare conseguenze ancora più gravi».

«NON C’È STATA TRATTATIVA CON A’ CAROGNA». Alfano ha proseguito spiegando poi come sono state organizzate le forze dell’ordine allo stadio Olimpico, e quello che sarebbe accaduto nel colloquio tra il capitano del Napoli Marek Hamsik e il capo della curva azzurra, Gennaro De Tommaso “a’ carogna”. Alfano ha spiegato che sin dai primi contatti tra napoletani e romani «È infondato che il dispositivo di sicurezza abbia avuto lacune, visto l’impegno di 1.486 uomini delle forze dell’ordine. È esclusa la partecipazione all’azione violenta” delle persone con i caschi” che sono stati indicati da un testimone» ha assicurato. Quanto ai fatti dell’Olimpico, «il culmine dell’inciviltà è stato raggiunto quando l’inno di Mameli, il canto degli italiani, è stato colpito da una selva di fischi». Alfano ha quindi proseguito: «la sequenza dei fatti all’Olimpico con l’atteggiamento di De Tommaso, tracotante con la vergognosa scritta sulla maglietta (“Speziale libero”, riferita al ragazzo condannato in via definitiva per l’omicidio Raciti negli scontri allo stadio Cibali del 2007, ndr), ha fatto nascere il dubbio che la partita si sia svolta dopo l’assenso di De Tommaso. In realtà non c’è stata alcuna trattativa: la partita si sarebbe svolta comunque, anche per scongiurare rischi da deflusso. Hamsik è andato a parlare con i tifosi al solo scopo di rassicurare sulle condizioni di salute dei tre tifosi e di riferire che gli stessi fatti non erano riconducibili a scontri tra opposte tifoserie».

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