
Al Qaeda, cellula islamica di Lenin?
Dal Catechismo del rivoluzionario, scritto nel 1869 da Sergej Necaev e approvato da Michail Bakunin
«Il rivoluzionario (…) non conosce che una sola scienza, quella della distruzione. (…)Per questo egli studia giorno e notte la scienza vivente- gli uomini, i caratteri, le situazioni e tutte le condizioni dell’attuale regime sociale. Lo scopo è uno soltanto: la distruzione più rapida possibile di questo regime immondo».
«Non è un rivoluzionario chi ha pietà di una qualsiasi cosa a questo mondo. Egli deve poter distruggere le situazioni, le relazioni o le persone appartenenti a questo mondo: tutto e tutti devono essere per lui ugualmente detestabili. Tanto peggio per lui se ha dei legami familiari o dei rapporti di amicizia e d’amore; non è un rivoluzionario se questi legami possono fermare la sua mano».
Da “Pensieri intempestivi”, in Vita nuova, di Maksim Gor’kij
«Vladimir Lenin introduce il regime socialista in Russia secondo il metodo di Necaev: “a tutto vapore attraverso il pantano”. Lenin, Trotzkij e tutti coloro che come loro si perdono nelle acque stagnanti della realtà russa sono visibilmente convinti , come Necaev, che “il modo migliore per tirarsi dietro il russo consiste nell’aperto diritto al disonore” e, freddamente, essi disonorano la rivoluzione, disonorano la classe operaia, costringendola a organizzare carneficine sanguinarie, favorendo pogrom, arresti di innocenti, eccetera».
I brani sono tratti da Dostoevskij a Manhattan, André Glucksmann, Liberal edizioni
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