Il vescovo, gli orfani, gli anziani, i nostri preti. E poi quanti bambini: un’alluvione di vita, grida, risate e corse in questa terra dimenticata
Il neo vescovo Aurelio Gazzera accolto dai fedeli nella diocesi di Bangassou
Te Deum laudamus, per questo anno 2024. Non succede spesso, o almeno a me non era mai successo, di diventare vescovo. Ed è successo proprio quest’anno, che volge ormai al termine. E il mio Te Deum è una preghiera piena di lode, ma anche un grido di aiuto, e un grido per questa terra così martoriata che è il Centrafrica.
Me ne stavo tranquillo (non troppo!), nel Nord-Est del Centrafrica, ed eccomi scaraventato dalla parte opposta, a 1.200 chilometri, nel Sud-Est del paese. Una terra di foreste, grandi fiumi, molto caldo, poche strade (il camion che abbiamo mandato a metà giugno è arrivato qui a fine luglio: un mese e mezzo per 750 chilometri). Ma molta capacità di resistere. La diocesi è grande quasi metà Italia, con 13 missioni, di cui due chiuse a causa della guerra.
Te Deum laudamus: la gente si batte, con forza e coraggio, per vivere in pace e non lasciarsi portare via dalla violenza, in una regione al confine con il Sud Sudan, il Congo Rdc e non lontana dall’Uganda (proprio qui si ...