
Biden accoglie Zelensky: «L’Ucraina può vincere la guerra sul campo»

Volodymyr Zelensky a Washington, Dmitri Medvedev a Pechino. Kiev e Mosca si sono affidate ieri ai rispettivi alleati, Stati Uniti e Cina, per valutare come proseguire il conflitto che dura ormai da 300 giorni e come porvi termine. La visita più importante, mantenuta segreta fino all’ultimo per ragioni di sicurezza, è senza dubbio quella del presidente ucraino, uscito dal paese per la prima volta dallo scoppio del conflitto. La Cnn ha paragonato la visita di mezza giornata a Washington di Zelensky a quella, 81 anni fa, del primo ministro britannico Winston Churchill pochi giorni dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor.
Zelensky avrà i Patriot dagli Usa
Zelensky si è intrattenuto per oltre due ore con il presidente degli Usa, Joe Biden, alla Casa Bianca, per poi parlare al Congresso, dove è stato accolto come «un eroe nazionale e globale», come l’ha definito il senatore repubblicano Mitt Romney. La visita aveva come obiettivo quello di «confermare il deciso sostegno americano all’Ucraina», che «durerà tutto il tempo necessario», come ribadito da Biden durante la conferenza stampa. Non si tratta di semplici parole: il presidente ha invitato il Congresso ad approvare un pacchetto da 44 miliardi di dollari di aiuti a Kiev per difendersi dall’aggressione russa. Gli aiuti americani salirebbero così a oltre 100 miliardi.
L’annuncio più importante lo ha fatto Biden, quando ha confermato un nuovo pacchetto di aiuti da 1,8 miliardi che comprende lo stanziamento a Kiev di una batteria di missili Patriot, il sistema di difesa aereo più avanzato a disposizione degli Stati Uniti e che dovrebbe permettere all’Ucraina di difendersi dalle piogge di razzi e missili che Mosca lancia quotidianamente contro le città ucraine.
Anche se servirà tempo per dispiegare i Patriot in Ucraina e istruire l’esercito di Kiev su come utilizzarli (servono almeno 100 soldati per ogni batteria e «diversi mesi»), il segnale lanciato alla Russia è chiaro: gli Usa continueranno a sostenere l’Ucraina con ogni mezzo. E il Cremlino ha reagito alla notizia con rabbia: «Così si aggraverà ulteriormente il conflitto».
La Cina continua ad appoggiare la Russia
Contemporaneamente alla visita di Zelensky, l’ex presidente russo Medvedev, alleato stretto di Putin, ha incontrato a Pechino Xi Jinping per discutere della «nostra partnership strategica in tutti gli ambiti». Secondo un resoconto della televisione di Stato cinese, il presidente Xi ha elogiato i rapporti tra Cina e Russia, «che hanno retto al test delle sfide internazionali», spiegando che «la nostra partnership è una scelta strategica a lungo termine fatta di comune accordo».
Xi non ha mai criticato l’invasione dell’Ucraina, rifiutandosi di chiamarla “guerra”, e ha finora offerto un importante sostegno economico a Mosca. Il presidente cinese non si è spinto però fino al punto di fornire un sostegno militare alla Russia e anche ieri, mentre nel Mar cinese orientale si svolgevano esercitazioni navali congiunte, ha sottolineato che la Cina sostiene la necessità di colloqui di pace per la risoluzione del conflitto in Ucraina, invitando le parti a «mantenere in modo razionale la situazione sotto controllo».
Putin: «La guerra in Ucraina era inevitabile»
Ma sul terreno in Ucraina sta avvenendo tutto l’opposto. Ieri, durante una riunione allargata del Consiglio della difesa russo, Vladimir Putin ha annunciato che presto saranno dispiegati i missili balistici intercontinentali Sarmat, mentre il missile da crociera ipersonico Zircon sarà a disposizione della flotta russa dal mese prossimo. In generale, le possibilità russe di finanziare la guerra «non hanno limiti», ha detto.
Il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha anche proposto di aumentare gli effettivi dell’esercito russo da 1,15 milioni a 1,5 milioni, estendendo la fascia d’età per il servizio di leva obbligatorio. Ha poi aggiunto che nuove basi navali saranno stabilite a Mariupol e Berdyansk.
Nel suo discorso, Putin non ha nascosto le difficoltà che la Russia sta incontrando in Ucraina, anche perché «la Nato ha dispiegato quasi tutte le sue risorse contro di noi»: «Il conflitto è una tragedia, ma non è il risultato della nostra politica, bensì di quella di paesi terzi». La guerra in Ucraina, ha spiegato, «era inevitabile» visto che la Nato ha cercato di «disintegrare il mondo russo: meglio oggi dunque che domani». Il presidente russo ha anche aggiunto che «tutti gli obiettivi in Ucraina verranno raggiunti».
Zelensky: «Non può esserci pace giusta»
Nella giornata c’è stato spazio, anche se poco, per discutere di come porre fine al conflitto per via diplomatica. Nonostante Biden abbia dichiarato che «Zelensky è aperto a una pace giusta», il presidente ucraino ha affermato: «Non so che cosa sia una pace giusta. È un concetto filosofico, cosa dovrei rispondere? Pace giusta forse significa nessun compromesso, integrità territoriale, riparazione e compensazione per i danni di guerra subiti. Ma quando vieni invaso non può esserci pace giusta».
Parole di chiusura piuttosto nette verso eventuali colloqui di pace, che Biden ha provato a smorzare: «Putin potrebbe porre fine alla guerra ritirando il suo esercito ma sappiamo che non accadrà. Noi vogliamo che l’Ucraina abbia successo sul campo e sappiamo che l’Ucraina può vincere. Metteremo Zelensky nella posizione di decidere come finire la guerra, perché avrà vinto sul terreno».
Sia Biden che Zelensky sembrano aver abbandonato i toni più concilianti assunti negli ultimi mesi. Durante la conferenza stampa non sono state lasciate aperture per il compromesso e le trattative, così come non ha lasciato spiragli Putin. La guerra, dunque, sarà ancora lunga.
Foto Ansa
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