Nigeria, strage di Boko Haram. «Bruciavano le case, ho sentito anche grida disperate di bambini»

Di Redazione
01 Febbraio 2016
Un testimone racconta la strage del villaggio di Dalori: almeno 86 morti, molti bambini. Durante l'attacco, tre donne kamikaze si sono fatte saltare
A man walks past burnt out houses following an attack by Boko Haram in Dalori village 5 kilometers (3 miles) from Maiduguri, Nigeria, Sunday Jan. 31, 2016. A survivor hidden in a tree says he watched Boko Haram extremists firebomb huts and listened to the screams of children among people burned to death in the latest attack by Nigeriaí s homegrown Islamic extremists. (AP Photo/Jossy Ola)

tratto dall’Osservatore Romano – Il nuovo massacro perpetrato nel fine settimana da Boko Haram conferma come le popolazioni del nord-est della Nigeria, ma anche quelle dei Paesi limitrofi, siano ancora senza difesa dalle violenze del gruppo jihadista responsabile da cinque anni di sistematiche stragi. Gli attacchi armati e gli attentati terroristici, con modalità sempre più efferate, si susseguono ormai quotidianamente, né le forze nigeriane — e quelle dei Paesi che hanno inviato contingenti — sembrano per ora in grado di mantenere, sia pure in ritardo, la promessa del presidente federale nigeriano, Muhammadu Buhari, che Boko Haram sarebbe stato sconfitto entro la fine del 2015.

L’ultima strage c’è stata nella notte tra sabato e domenica nel villaggio di Dalori, a una decina di chilometri di Maiduguri, la capitale dello Stato nigeriano del Borno, quello dove Boko Haram si è costituito, ha causato il numero maggiore di vittime e mantiene tuttora le sue roccaforti. Secondo le ultime notizie ufficiali, sono stati 86 i morti, compresi numerosi bambini, e un centinaio i feriti, molti gravemente ustionati, provocati dall’attacco dei miliziani di Boko Haram, che si è protratto per quattro ore. Nelle casupole del villaggio date alle fiamme decine di persone sono bruciate vive, mentre quanti fuggivano venivano falciati da raffiche di mitra.

Il primo a raccontare la strage è stato un sopravvissuto: era in strada quando i Boko Haram verso le 7 di sera hanno fatto irruzione a Dalori, ha sentito il rombo delle motociclette e di un camion che si avvicinavano, si è arrampicato su un albero e lì è rimasto, impietrito, per tutta la notte. Ha visto i miliziani lanciare bombe incendiarie dentro le case, ha sentito le urla della gente che bruciava tra le fiamme. «C’erano anche grida disperate di bambini», ha detto ai soccorritori arrivati troppo tardi e ai soldati che nelle strade hanno trovato decine di cadaveri, molti dei quali carbonizzati.

In un crescendo di ferocia, tre attentatrici suicide si sono mescolate agli abitanti del villaggio riusciti a raggiungere la foresta circostante e si sono fatte esplodere, uccidendo altre donne, altri bambini, altri uomini inermi e ferendo e mutilando orrendamente decine di persone poi trovate dai soccorritori. Poche ore dopo, mentre nella giungla di Dalori si cercavano ancora eventuali superstiti, anche le popolazioni del confinante Ciad hanno pagato un nuovo tributo di sangue ai terroristi jihadisti. Ieri mattina, infatti, tre attentatori si sono fatti esplodere in due villaggi sulle rive del lago Ciad, entro cui passa il confine con il Borno, uccidendo oltre a se stessi nove persone, compresi cinque bambini che giocavano in un campo di calcio, e ferendone cinquanta.

Foto Ansa/Ap

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2 commenti

  1. Menelik

    Bisognerebbe che gli abitanti dei villaggi potessero rispondere al fuoco con altrettanto fuoco.
    Se non può farlo adeguatamente l’esercito nazionale, allora ci vorrebbero milizie volontarie di autodifesa reclutate tra gli stessi abitanti dei villaggi, il governo dovrebbe solo istruirle, coordinarle e fornirgli i rifornimenti necessari.
    Penso non ci sia alternativa.

  2. Susanna Rolli

    io non ne posso più di guerre, di morti ammazzati, figuriamoci quelli che le vivono in primis queste cose!!

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