Caro direttore, i cattolici progressisti olandesi hanno deciso di chiamare la Quaresima «Ramadan cattolico» per intercettare l’interesse dei più giovani. Il leader della campagna, Var der Kuil, ha dichiarato questo alla stampa: «Bisogna rinfrescare l’immagine della Quaresima. Il fatto che abbiamo scelto un termine musulmano è giustificato dal fatto che questa parola è generalmente più conosciuta della Quaresima. Vogliamo riportare sobrietà e spiritualità».
Andrea Agostini via internet
L’idea non è male, a patto che il nostro Var Der Kuil porti la sua quaresima “sobria e spirituale” in Arabia Saudita.
Caro direttore, avevo resistito a lungo, ma ieri mi sono recato per la prima volta all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, il fiore all’occhiello della Roma rutellian-veltroniana. Tutto molto trendy, molto fighettino, molto culturale, molto veltroniano, appunto. Purtroppo, sono sicuro che anche Veltroni reputi molto interessante una scultura posta nell’atrio dell’Auditorium: si tratta di una statua della Vergine di colore blu ed oro, con un ombrello tra le mani, che indica il guardaroba. è evidente che sono io a non comprendere il messaggio interculturale sotteso a tale scultura; sono io che non capisco le nuove forme espressive nella Roma multietnica e multireligiosa; ne sono consapevole e faccio ammenda. E, mentre mi allontanavo imprecando ad alta voce contro il nostro quasi ex sindaco ed i suoi amministratori, mi chiedevo: perché questi grandi e coraggiosi artisti non raffigurano mai Maometto o Budda o la Dea Kali?
Vittorio Colella Albino Roma
Perché sono troppo indaffarati a festeggiare i loro “ramadan cattolici”.
John McCain può contare su oltre 700 delegati mentre Mike Huckabee ne ha poco più di 200. Il numero magico per la certezza della nomination è di 1.191 delegati. La politica e la religione hanno già scelto Huckabee come presidente della res publica americana degli anni futuri. Forse la finanza lobbistica e le milionate di dollari degli oligopolisti resteranno vincenti nel 2008, ma nel 2012 né Clinton/Obama né McCain sarebbero rieletti dopo quattro anni di recessione, isolamento internazionale e scontri sociali utili soltanto ai traffici dei loro azionisti di riferimento e ai nemici esterni. Huckabee invece, ascoltando il popolo americano, si batte per il diritto alla vita, per il multilateralismo Nato e per la sussidiarietà anche nel libero mercato.
Matteo Maria Martinoli Milano
Mike è davvero simpatico, ma un po’ troppo turbocristiano per degli anarco-resurrezionalisti come noi.
Barack Veltroni incoraggia i suoi: Yes, we can. Qualche anno fa, era don Milani: We care. Morettianamente, Veltroni dica qualcosa di personale. E, perché no?, in italiano, please.
Mattia Spanò Siena
Bé qualcosa di personale lo ha detto: salvatemi da Prodi (Save me from Prodi).
“è ora di intendersi, serve un patto fra Walter e Silvio”. Tempi ci offre tali scenari politici futuri. Ma ora che è già cominciata la campagna elettorale, chi è che manda da Santoro tali faziosi esponenti Pd, quali Furio Colombo? Si può con una tale sinistra riformare il paese?
Gherardo Mercati via internet
Con una tale sinistra no, ma se Walter avesse il coraggio di ascoltare un paio di nostri (e di Giuliano Ferrara, e di Gianni Baget Bozzo, e di Lodovico Festa) modesti consigli… allora, forse, anche qualcun altro si aggregherebbe nell’urlare da sopra i tetti: save me from Prodi.
Ho letto la lettera di quel signore che criticava aspramente il vostro calendario: non ho capito bene che cosa lo abbia inviperito tanto. A me è piaciuto moltissimo, anzi mi ha commosso. Sono d’accordo con la risposta che ha dato il direttore: non vi conosce. Sono un’insegnante di inglese in un liceo scientifico e, pressappoco in questo periodo dell’anno, affrontiamo i poeti della guerra del ’15/’18 in letteratura inglese: alcune delle frasi che avete pubblicato potrebbero essere state tratte da quelle poesie e, comunque, sia le frasi sia le immagini mostrano una cosa sola: degli esseri umani in tutta la loro fragilissima, eppure tenace, “umanità”: esseri umani che, costretti “in” una circostanza tragica che li rende non umani, per un breve lasso di tempo ritrovano se stessi attraverso la quotidianità di una partita di calcio, l’inseguimento di una lepre o il dover preparare il pasto (a base di salsicce, perché no?) per i commilitoni. La fotografia di dicembre è ovviamente la più emblematica ed infatti non saprei proprio dire chi dei due sia il più fragile!
Donatella Minola Buccinasco
Perfetto.
Ho visto presso un oratorio Come d’incanto, il film per bambini della Disney. In contemporanea alla proiezione i genitori avevano un incontro sull’educazione. Bella iniziativa, ma la visione del film mi ha lasciato l’amaro in bocca. Pensavo di vedere un film senza pretese, invece è una pellicola che trasmette, purtroppo, “i valori del mondo”: la principessa alla fine “si mette” (non si vede che si sposa) con un separato con figlia a carico; il principe durante la ricerca della bella principessa trova un gay che gli fa l’occhiolino, e il povero scoiattolo durante una scena “simpatica” viene letteralmente messo in croce ed è evidente l’allusione alla vera Croce. Io non so se tutto questo è casuale o voluto, ma mi ha urtato molto che in un film per bambini alla fine passino questi messaggi. I bimbi non se ne accorgono, ma sicuramente per una ragazza un domani sarà normale potersi innamorare di un separato, e per un ragazzo, se trovi un bell’uomo che ti fa l’occhiolino, che male c’è? è sempre più difficile poter far vedere ai nostri figli film e cartoni animati. Quindi vi ringrazio e chiedo sempre più attenzione da parte vostra per le vostre recensioni e articoli.
Letizia via internet
Il film non l’ho visto e quindi non saprei. Ma un mio redattore che è andato a vederlo con i figli mi dice che era giusta la sua prima impressione: è un film senza pretese. Non si faccia venire il sangue amaro, c’è di peggio al mondo.
E così scopriamo, grazie alla lucida analisi di Livia Turco, che la crudeltà insensata non è quella di lasciar morire un feto – ma meglio sarebbe dire, il bambino prematuro – capace di essere rianimato, ma quello di tentare di rianimarlo. Non è chiaro, tuttavia, verso chi si consumerebbe tale crudeltà. Verso il bambino prematuro che, a seguire il ragionamento, sarebbe più contento di essere lasciato morire? O verso la madre che, non avendo espresso il consenso alla rianimazione, deve ritenersi arbitro unico ed inappellabile della vita del figlio, anche quando la stessa non dipende più dal legame con il corpo della madre? Vedo che l’oramai ex ministro conclude le sue argomentazioni lanciando una sfida a chi vuole mettere in discussione la legge 194. La prego di far sapere a Livia Turco che siamo in milioni a raccogliere la sfida.
Vittorio C. A. Roma