
Egitto, sabato la Costituzione provvisoria. Soddisfatti i Fratelli Musulmani
(Il Cairo) – In Egitto la settimana politica è iniziata tutta all’insegna delle conferenze stampa indette dal Consiglio supremo delle forze armate per comunicare importanti decisioni relative al processo di transizione. Il culmine sarà toccato sabato prossimo con l’annuncio e la divulgazione della “dichiarazione di princìpi costituzionali” che, insieme agli articoli della vecchia Costituzione emendati nel referendum del 19 marzo scorso, servirà da Costituzione provvisoria per tutto il tempo della transizione, fino a quando cioè non sarà redatta e poi approvata con un referendum popolare la nuova Carta fondamentale.
Oltre alla benvenuta notizia che il coprifuoco è stato ulteriormente accorciato (sarà in vigore fra le 2 di notte e le 5 del mattino, mentre fino a ieri cominciava alle 24 e dopo l’eccidio del 9 marzo nel quale erano rimasti uccisi 13 cristiani e musulmani era stato introdotto dalle ore 21), è stata svelata la nuova legge sui partiti e la data approssimativa delle prossime elezioni politiche, che si terranno nel settembre prossimo.
Per essere registrato, un partito deve poter presentare almeno 5 mila iscritti paganti (37 sterline egiziane il prezzo minimo della tessera, poco più di 4 euro), residenti in almeno 10 diversi governatorati del paese, quindi almeno 300 per ogni governatorato. I principi, gli obiettivi, il programma e le politiche non dovranno contraddire i principi della costituzione o le esigenze della sicurezza nazionale e della difesa dell’unità nazionale. I partiti non potranno essere basati sulla religione e non potranno discriminare i loro affiliati in base alla religione, al sesso, all’origine sociale o territoriale. Una commissione di magistrati vaglierà le richieste e se i richiedenti non otterranno risposta entro 30 giorni potranno considerare il loro partito legalizzato.
Molti esponenti dei partiti minori e attivisti interessati a creare nuove forze politiche hanno protestato, considerando la legge troppo restrittiva e ispirata dalla preoccupazione della sicurezza nazionale tipica dei militari. Nessun commento negativo invece da parte dei Fratelli Musulmani, che dovrebbero presentarsi sotto la sigla Partito della Libertà e della Giustizia.
Incidentalmente è stato comunicato che per il Parlamento si voterà a settembre, mentre non è stata ancora annunciata la data delle presidenziali, che secondo il vecchio calendario dell’era Mubarak dovevano tenersi proprio nel settembre 2011. Due scuole di analisti prospettano due tempistiche diverse: secondo alcuni le presidenziali si terranno a dicembre, poi le nuove istituzioni si dedicheranno alla redazione della nuova costituzione; secondo altri saranno rinviate alla metà del 2012 per permettere al Parlamento di eleggere il comitato di 100 deputati incaricati di stendere il nuovo testo costituzionale, che poi dovrebbe essere sottoposto a referendum. Solo allora avrebbe senso eleggere il nuovo presidente (del quale non c’è bisogno per la riscrittura della costituzione, che spetta ai delegati del parlamento).
Probabilmente il nodo sarà sciolto nelle comunicazioni di sabato. Che suscitano molta attesa, perché è filtrata la notizia che la stesura della dichiarazione di princìpi ha visto scontrarsi le tesi di due commissioni entrambe nominate dai militari, che poi ne hanno creata una terza per poter arrivare a un risultato compiuto.
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