9 mesi dopo quell’alterco con Ferdinand, la Corte assolve Terry

Di Emmanuele Michela
13 Luglio 2012
La Corte di Westminster si è espressa oggi sul "racial case" del capitano del Chelsea: non ci sono prove per capire se le sue parole vogliono offendere davvero il difensore del QPR

Quattro giorni di processo, un lungo tam tam mediatico iniziato a ottobre 2011, la sospensione da capitano della Nazionale inglese, le dimissioni del Ct Capello. Dopo una trafila eterna, il “racial case” di John Terry è arrivato oggi a conclusione: il capitano del Chelsea è stato assolto dalla Corte di Westminster dalle accuse di razzismo.

Stando a quanto affermato dal verdetto, ci sarebbero prove a sufficienza per dire cosa è stato detto dal giocatore inglese: le immagini sembrano parlare chiaro. Ciò che invece manca sono gli elementi per capire se queste parole avrebbero avuto un chiaro intento offensivo o meno. Terry avrebbe apostrofato sì Anton Ferdinand con epiteti a sfondo razziale, ma non essendo possibile stabilire quanto il rivale avrebbe detto a JT, il giudice ha preferito dichiararlo innocente. «È possibile che ciò che (Terry) ha detto non fosse da intendere come un insulto, ma piuttosto come una risposta a ciò che credeva gli venisse detto. In simili circostanze, essendoci un dubbio, l’unico verdetto che la corte può registrare è di non colpevolezza».

La vicenda è ormai nota: lo scorso ottobre nel corso del match QPR-Chelsea il capitano dei Blues aveva avuto un diverbio con Anton Ferdinand, fratello del centrale del Manchester Rio. Stando a quanto emerso in questi giorni, l’alterco sembrava finito al triplice fischio finale, quando i due si sarebbero chiariti prima di rientrare negli spogliatoi. Ma una volta tornato a casa, Ferdinand avrebbe rivisto le immagini dell’accaduto su invito della moglie, sarebbe stato bombardato di messaggi e tweet sulla vicenda, e la mattina seguente avrebbe deciso di procedere nei confronti di JT (come suggeritogli dall’agente Justin Rigby).

Dopo vari rinvii, martedì il processo era entrato nel vivo, ed erano iniziate le udienze dei due protagonisti: l’eventuale condanna avrebbe avuto più un valore d’immagine che di effettivo peso per il calciatore, dato che la pena cui sarebbe andato incontro era una multa di 2500 sterline (poco più di 3000 euro, cifra che si calcola Terry guadagna in meno di tre ore). Alla fine invece il magistrato Howard Riddle ha assolto il calciatore, che ha lasciato così la corte in fretta, senza rilasciare commento di alcun tipo. “Much ado about nothing”, avrebbe chiosato Shakespeare.

@LeleMichela

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1 commento

  1. ragnar

    OK, l’ha chiamato come l’ha chiamato. Ma in Inghilterra anche solo dire che uno e’ “black” puo’ essere considerato un insulto. Di questo passo bisognera’ chiamarli diversamente islandesi

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