Asini, margherite, ulivi, soli, bandiere simil calcistiche, personaggi leggendari, arcobaleni, fiamme tricolori, falci e martelli. In Italia di simboli partitici ne abbiamo visti diversi. Ma sono pochi quelli che resistono al tempo che passa, come i partiti stessi del resto. In Usa, invece, i due partiti, quello Democratico e quello Repubblicano, da secoli mantengono intatti sia il nome che il simbolo. Due animali con i colori della bandiera americana: l’asinello è il simbolo del partito del presidente uscente Barack Obama, l’elefante rappresenta il Grand Old Party che schiera Mitt Romney come sfidante.
L’ASINO DEMOCRATICO. Ma come nascono questi due simboli? L’asinello si vede per la prima volta nel 1828 grazie al candidato democratico Andrew Jackson che, in risposta ai suoi avversari che lo etichettavano con la parola “somaro”, stampò l’amabile animale su tutti i manifesti elettorali. E l’asinello deve avergli portato fortuna, perché guidò l’America per otto anni. Dopo il suo mandato il ciuco finì in soffitta fino a quando Thomas Nast, il Padre del fumetto americano, lo disegnò in una sua vignetta pubblicata su Harper’s Weekly nel 1870. I democratici lo adottarono ufficialmente nella campagna del 1880 e lo difesero nonostante la facile ironia degli anniversari. Per i repubblicani, infatti, il mulo era il simbolo di un partito stupido e cocciuto, per i democratici era invece l’espressione della parte più umile e coraggiosa del partito.
L’ELEFANTE REPUBBLICANO. Il simbolo dei repubblicani fu un’altra intuitiva creazione di Thomas Nast, risalente al 1874. Il fumettista realizzò una vignetta a partire da una notizia che l’aveva molto colpito: la fuga di alcuni animali dallo zoo di New York. La news era una bufala, ma gli servì per rappresentare la paura degli americani per il dispotismo del presidente repubblicano Ulysses Grant. Nella vignetta l’elettorato repubblicano era un elefante in fuga accanto ad altri animali intenti a darsela alle gambe. Dopo la prima apparizione, Nast usò ancora il pachiderma per raccontare le successive elezioni di mid-term, che videro i repubblicani affondare. Il Gop era un grande elefante in gabbia. Molti vignettisti copioni colsero la palla al balzo e utilizzarono l’elefante come metafora del partito repubblicano e ben presto i conservatori stessi lo adottarono come simbolo, esaltandone l’intelligenza e la dignità. E oggi, molti anni dopo, l’asinello e l’elefante sono ancora lì, uno di fronte all’altro, pronti a correre in direzione della Casa Bianca.