La “pillola dei cinque giorni dopo” (EllaOne) sarà venduta senza ricetta medica anche in Italia? Dovrà stabilirlo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dopo che la Commissione europea ha assecondato la raccomandazione in questo senso prodotta dall’Agenzia europea del farmaco (Ema). L’Aifa è dunque costretta a rimettere in discussione il suo giudizio, sebbene risalga ad appena un paio d’anni fa la decisione di subordinare la vendita della pillola a un test di gravidanza obbligatorio. Necessario, secondo gli esperti italiani, a causa degli effetti abortivi di EllaOne. Il tema «sarà sottoposto all’attenzione della Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Aifa a partire dalla prossima riunione, lunedì prossimo. Tecnicamente l’Italia può rifiutarsi di recepire la decisione della Commissione europea», ha spiegato nei giorni scorsi all’Adnkronos Salute il direttore generale dell’Agenzia Luca Pani.
«E IL TEST?». Come ha spiegato Renzo Puccetti in questa intervista a tempi.it, la decisione di rendere EllaOne un farmaco da banco è quanto meno controversa, dato che è designata come «contraccettivo di emergenza» ma il suo principio attivo (ulipristal acetato), identico a quello della pillola abortiva Ru486, ha effetti su una eventuale gravidanza più pericolosi di quelli della “pillola del giorno dopo”, che però continua ad essere venduta solo dietro prescrizione medica. Tanto è vero che, ha fatto notare Pani, «nessuno ha ancora detto che quella europea è stata una decisione molto combattuta, con 11 paesi (Italia inclusa, ndr) che hanno votato contro».
La Cts dell’Aifa ha avviato l’istruttoria, ma Pani informa che prima occorre attendere il verdetto sul tema del Consiglio superiore di sanità, il quale ha ancora «un parere pendente». Insomma non è detto che la decisione della Commissione europea sarà recepita dall’Italia, non solo per il fatto che non è vincolante per gli stati, ma proprio perché, spiega sempre Pani, «nel nostro paese vige, oltre a quello di ricetta, anche l’obbligo di test di gravidanza prima di poter ottenere il medicinale».
COME L’AULIN. Quanto al Consiglio superiore di sanità, ha poi dichiarato il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, «si esprimerà nuovamente alla luce della decisione dell’Unione Europea per approfondire i profili di sicurezza del medicinale». L’ultima parola sulla “pillola dei cinque giorni dopo”, una volta concluso l’iter, spetterà però allo stesso ministero. E nel caso questo si pronunci in senso favorevole si presenterebbe un’anomalia, dato che la “pillola del giorno dopo” in Italia prevede sempre la prescrizione medica: svincolare il commercio di EllaOne potrebbe comportare come conseguenza una “liberalizzazione” di tutte le pillole abortive, che diventerebbero così più accessibili di un Aulin.