Qualche giorno fa il mondo è rimasto attonito davanti al diffondersi della notizia secondo la quale gli abitanti del villaggio rurale di Rasquera, 900 anime nel nord-est della Spagna, in Catalogna, avrebbero approvato con una maggioranza del 56 per cento (308 voti contro 239) un referendum consultivo su una singolare “misura alternativa di autofinanziamento” per risanare i conti dell’amministrazione locale proposta da un’associazione «con fini ludico-terapeutici»: affittare i campi del comune per coltivare marijuana per uso privato.
CONTI. Ora, nelle casse di Rasquera c’è un buco di 1,3 milioni di euri, che diviso per 900 fa 1.444 e rotte cocuzze per ogni abitante. Ebbene, ammesso che l’iniziativa passi per legale, e valutando in 20 euri il prezzo minimo di uno spinello condito con la cannabis coltivata a Rasquera, ecco, senza nemmeno computare il costo della produzione, per raggiungere il pareggio ogni abitante (compresi i neonati) dovrebbe fumarsi almeno 72 cannoni. Cosa che magari neanche basterà a risanare il bilancio, ma sicuramente lo popolerà di tanti simpaticissimi folletti verdi ballerini.