Una lettera firmata da 120 colossi del business americano chiede di abrogare una legge (“House Bill 2”) approvata dal Congresso del North Carolina, e ratificata dal suo governatore, che impedisce l’uso dei bagni pubblici in base alla percezione soggettiva del proprio sesso. La legge, approvata con processo democratico, vieta ad esempio agli uomini che si sentono donne (transgender donne), e che vogliono agire come tali senza però aver modificato il proprio apparato riproduttivo, di accedere appunto al bagno delle donne.
LA LETTERA. Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, tra i firmatari della lettera insieme agli amministratori delegati di Google, Microsoft, Barnes & Noble, Levi Strauss & Co, Twitter e Starbucks, ha scritto che «la comunità imprenditoriale ha sempre ed ampiamente comunicato ai legislatori di qualsiasi livello che tali leggi sono un male per i nostri dipendenti e per il commercio». Le 120 firme hanno aggiunto che la legge «renderà molto più difficile per le imprese di tutto lo Stato reclutare e conservare i lavoratori migliori e più brillanti della nazione e attirare gli studenti più talentuosi provenienti da tutto il paese. Ciò diminuirà anche le risorse dello Stato come meta turistica, imprenditoriale ed economica».
Chad Griffin, presidente della Human Rights Campaign ha rincarato la dose spiegando che «la questione che il governatore [del North Carolina] McCrory sta affrontando è semplicemente una: coglierà l’occasione di mostrare la sua vera leadership o lascerà che il North Carolina rimanga dalla parte sbagliata della storia? Questa legge sta danneggiando enormemente la prospettiva economica dello Stato».
INTERVIENE OBAMA. Nonostante le pressioni, McCrory ha precisato attraverso il portavoce Josh Ellis che «non ci sono dubbi, esiste una campagna nazionale ben coordinata per rovinare la reputazione del nostro Stato, che ha approvato una legge di buon senso per assicurare che nessun governo ci privi della nostra basilare aspirazione alla privacy nei bagni, negli spogliatoi e nelle docce». Ma né la volontà popolare né il buon senso sono stati accettati e la campagna ha valicato i confini nazionali: venerdì scorso il New York Times ha spiegato che a intervenire sarà direttamente l’amministrazione Obama, che potrebbe punire scuole autostrade e alloggi pubblici del North Carolina tagliando i fondi federali miliardari ad essi destinati.
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