Il Correttore di bozze è spaesato come un vegetariano alla sagra della porchetta e confessa di capirci ben poco dell’attuale situazione politica. Però, oggi, sul Corriere della Sera ha trovato un’intervista a uno dei suoi punti di riferimento: Dario Fo (uno che ha preso il Nobel a Stoccolma, mica un master a Chicago). E così, leggendo le sue sagge parole, ha trovato un po’ di quiete. Ora che c’è lui a far da pontiere tra il Pd e il M5S, è sicuro che il nostro paese avrà un governo forte, giusto e democratico. Un po’ come ai tempi in cui i treni arrivavano in orario.
NON E’ UN CLOWN. E’ UNO CHE AIUTA GESU’.
Allora Fo, dalla Spd all’Economist, tutti ci accusano di essere il Paese dei clown. Che ne dice?
«Dico che la parola è stata usata a sproposito. Da qualcuno che non ne conosce il significato. Gli consiglierei di rileggersi Shakespeare: nelle sue tragedie affidava al clown l’arduo compito di tirare la sintesi di quel che succedeva. E poi clown viene dal latino “colonus”, contadino. Colui che lavora la terra, ne raccoglie i frutti e quindi è giocondo. In molti quadri del Medioevo, viene raffigurato a fianco di Gesù, un mediatore tra cielo e terra».
Giuseppina Manin intervista Dario Fo, «Il giullare è mediatore. Mi spenderò con Grillo per il dialogo con il Pd», Corriere della Sera
E ADESSO PURE COL WEB.
«La prova che con il teatro si fa politica».
IN EFFETTI “MILIARDARIO” E’ UN INSULTO GRAVISSIMO.
A Bersani, che gli ha teso una mano, Grillo ha risposto brutale: sei un morto che parla.
«Una frase dura. Ma non bisogna dimenticare quanti e quali insulti Beppe e i suoi hanno ricevuto nel corso di questa campagna elettorale. Bersani ha chiamato i grillini “fascisti del web” e a Grillo ha dato del miliardario…».
SIAMO A POSTO.
«Per quel che posso mi spenderò anch’io a parlare con Grillo e con Casaleggio. Tra i due il più saggio e anche il più duro».
GRILLO NON VA ALLO SCARAMPAZZO.
«Gli appelli si moltiplicano a vista d’occhio. Quello messo in rete da mio figlio Jacopo, che propone un accordo su 10 punti tra 5 Stelle e Pd, in poche ore ha raccolto migliaia di firme. Prima o poi si arriverà a un’intesa. Grillo ha rispetto per chi l’ha votato. Qualche volta si lascia andare a intemperanze di troppo, ma non va mai “allo scarampazzo”».
FO VA ALLO SCARAMPAZZO.
«Di non essere più dai tempi di Berlinguer il partito dei lavoratori, dei più deboli. La sua nomenclatura si è troppe volte compromessa, ha fatto “inciuci” di ogni tipo. Ha avvalorato i tagli del governo Monti, che picchiava sui più poveri e non toccava gli intoccabili. Io ho votato tutta la vita per quel partito, seguendolo, più o meno convinto, nelle sue tante metamorfosi. Questa volta però non ce l’ho fatta più. Dico anch’io: tutti a casa».
LA MAMMA DEI CRETINI…
«Ma mi sono reso conto che il suo (di Ingroia, ndr) era un partito di carta velina rispetto a ciò che succedeva. E anche Di Pietro… Cominciato bene e poi andato alla rovina. Possibile che tutti debbano avere un figlio cretino? Meno male che il mio mi contesta da quando è nato».
ECCO, INIZIA A SCENDERE TU.
«Bisogna fermare la giostra dei pazzi. Una volta andai in visita a un manicomio dove accanto ai malati tenevano degli animali a scopo terapeutico. A un certo punto tutti si alzarono in piedi e, uomini e bestie, iniziarono a girare ossessivamente intorno a un palo. Che succede? chiesi al medico. Niente, rispose. È la loro ora, si sfogano un po’».
MENO MALE CHE HA DIECI ANNI IN PIU’.
«Quando Grillo mi ha candidato al Quirinale ho pensato che era un segno d’amore. Con Beppe siamo vecchi amici, abbiamo condiviso tante battaglie e da poco, con Casaleggio, abbiamo anche scritto un libro (“Il Grillo canta sempre al tramonto”, Chiarelettere). Lui pensa davvero che io potrei essere la persona giusta per uscire dagli schemi… Lo ringrazio ma sono troppo vecchio. Avessi dieci anni di meno, avrei accettato».
IL FIGLIO LO CONTESTA, LA MOGLIE LO COMANDA. BELLA LA VITA A CASA FO.
«Mi sarei divertito a parlare in “gramelot” a Bruxelles. Franca però mi ha subito avvertito che lei al Quirinale non ci vuole andare. A noi basta qualcosa di più piccolo».
QUIRINALE NO, MA AL SOGLIO…
«Duemila solo in “Mistero Buffo”. Bonifacio VIII si troverebbe a suo agio nella Chiesa da paura che circola adesso… Nei giorni scorsi qualcuno mi ha telefonato dicendo che un gruppo di cardinali voleva indicare il mio nome al Conclave. E che Benedetto XVI sarebbe venuto di nascosto a casa mia per consultarmi. Un bello scherzo, vero?».