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A Viktor Orbán non piace perdere. Il premier dell’Ungheria non è competitivo solo in politica, ma anche nella vita privata. Secondo alcuni, il bisogno di prevalere a tutti i costi di quello che viene ormai considerato l’“uomo nero” d’Europa è un retaggio dell’infanzia. Nato sette anni dopo l’invasione di Budapest da parte dell’Armata rossa, nel 1963, in un piccolo villaggio al tempo della collettivizzazione agricola, Orbán veniva ripetutamente picchiato dal padre, un «uomo violento», per stessa ammissione del premier, che lo batteva con tanta forza da costringerlo a letto per giorni e che gli causò enormi «problemi di autostima». Si spiega forse così un episodio emblematico raccontato in un’intervista al rotocalco ungherese Story dalla moglie Anikó Lévai. Una volta parteciparono entrambi a una gara di sci, Lévai arrivò prima e Orbán secondo. Non potendo sopportare lo smacco, il premier ungherese andò dai giudici e li convinse a premiare in d...
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