Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
    • Giustizia
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Green Deal
    • Transizione ecologica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Blog
    • La preghiera del mattino
    • Lettere al direttore
    • Il Deserto dei Tartari
    • Casca il mondo
    • Cinema Fortunato
    • Good Bye, Lenin!
    • Memoria popolare
    • Tentar (un giudizio) non nuoce
    • Libri in povere parole
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Settembre 2023
    • Agosto 2023
    • Luglio 2023
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
    • Giustizia
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Green Deal
    • Transizione ecologica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Blog
    • La preghiera del mattino
    • Lettere al direttore
    • Il Deserto dei Tartari
    • Casca il mondo
    • Cinema Fortunato
    • Good Bye, Lenin!
    • Memoria popolare
    • Tentar (un giudizio) non nuoce
    • Libri in povere parole
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Settembre 2023
    • Agosto 2023
    • Luglio 2023
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Prima di rottamarli, fate un viaggio a Cameri, dentro l’officina degli F-35

Entriamo nell'hub logistico dell’aviazione militare italiana. Dove vengono assemblati i nuovi cacciabombardieri. Ma soprattutto centro di manutenzione per gran parte delle potenze dell’area euro-mediterranea

Franco Castello
17/03/2014 - 17:40
Interni
CondividiTwittaChattaInvia

«Le strutture per gli F-35 sono costruite dentro alla base aerea di Cameri, un hub logistico dell’aviazione militare italiana. La manutenzione degli Eurofighters e dei Tornado viene effettuata in questa base. La collocazione della struttura per gli F-35 presso un hub logistico italiano è il vero cuore della storia. Benché si tratti di una struttura per l’assemblaggio, la vera forza della struttura sta nella sua capacità di supportare l’operatività degli F-35 in Europa, nel Mediterraneo e in Medio Oriente. La lezione centrale che viene dall’allestimento di questa struttura è che dare forma al supporto operativo per la flotta degli F-35 è un’attività di fondamentale rilievo per gli alleati nel momento in cui acquistano velivoli e configurano la flotta nella loro regione. Gli italiani hanno costruito un campus degli F-35 composto di 22 edifici che coprono un’area che supera il milione di piedi quadrati. Esso includerà una struttura per la verniciatura finale così come l’unica struttura in Europa per la verifica della bassa osservabilità radar del velivolo». Così scriveva recentemente su Breaking Defense, uno dei più importanti siti internet americani dedicati alle questioni della difesa, Robbin Laird, analista militare già membro dello staff del National Security Council degli Stati Uniti. Ogni giorno che passa gli americani diventano più consapevoli del valore strategico sotto tutti i punti di vista della base militare dell’aeronautica a Cameri, provincia di Novara, dove dal luglio scorso vengono assemblati gli F-35 destinati all’arma aerea italiana e già dal marzo 2011 sono prodotte componenti alari per i velivoli costruiti negli Stati Uniti. Forse è giunto il momento che anche gli italiani se ne accorgano, e ne tengano conto nei loro dibattiti spesso troppo approssimativi sul futuro dell’aviazione militare e dell’industria della Difesa italiane.

A Cameri verranno assemblati i 90 F-35 destinati a sostituire i modelli attualmente in dotazione alla nostra aviazione, obsoleti o in via obsolescenza: i Tornado, gli Amx, e gli AV-8B Harrier II. In tutto 253 arei, alcuni dei quali hanno già 40 anni di servizio, mentre altri li avranno fra poco. Dei 90 F-35 di cui l’Italia si doterà 60 saranno a decollo e atterraggio convenzionali, mentre gli altri 30 saranno del modello a decollo corto e atterraggio verticale, per poter essere collocati sulla portaerei Cavour. Che i velivoli sostitutivi siano così meno numerosi di quelli destinati alla sostituzione è indicativo della fiducia riposta nei nuovi modelli. Gli F-35 sono in via di sviluppo e non ancora perfezionati, ma nessuno dubita che si tratti del caccia di quinta generazione per l’attacco al suolo che per molti anni a venire rappresenterà l’assoluta eccellenza a livello mondiale. Si tratta del programma più evoluto di difesa aerea attualmente esistente. Del resto già un centinaio di essi sta volando sui cieli dell’America, e la fabbrica di Lockheed Martin a Fort Worth (Texas) lavora a pieno regime per produrre i 2.443 che le forze armate americane (aviazione, marina e corpo dei marines) acquisteranno nel corso degli anni e gli altri destinati ai paesi partner nel programma e ad alcuni paesi semplicemente acquirenti.

132010_LLP118_APCameri produce anche la componente alare destinata agli F-35 del modello a decollo e atterraggio convenzionale destinati a tutti i partner dell’intero programma, come seconda linea mondiale dopo quella attiva in America. Alla fine del 2013 erano già 11 i set alari messi a punto a Cameri e spediti negli Stati Uniti. Caratteristica dell’F-35 è il fatto che l’ala è un pezzo unico: le due semiali non sono staccabili e questo permette al velivolo di essere allo stesso tempo più leggero e più robusto e di necessitare di minore manutenzione (in quanto non esistono attacchi alari da revisionare). A Cameri, con la fabbrica a regime, si assembleranno 2 velivoli al mese e si produrranno 6,6 ali al mese, un totale di 72 all’anno (calcolati su 11 mesi lavorativi) per una commessa complessiva di 800 circa.

Montaggio e riparazione
Si è discusso e si discute del costo finale per l’Italia dei 90 F-35 di cui si è deciso di dotarci (dovevano essere 131 ma il numero è stato ridotto al tempo del governo Monti). Dovrebbe aggirarsi su una media di 90-95 milioni di euro a velivolo alla fine del programma. Considerando il coinvolgimento di 90 aziende italiane nei lavori, a cominciare da Alenia Aermacchi che ha costituito un raggruppamento temporaneo d’impresa con l’americana Lockheed Martin, produttrice dell’F-35, per tutte le attività negli stabilimenti di Cameri, e che è italiana parte dei sistemi d’arma (tra cui armamenti Oto Melara e sistemi avionici di Selex), le autorità italiane calcolano che al 2035 il 77 per cento dei circa 12,1 miliardi di euro che l’erario italiano prevede di dover spendere nel programma risulteranno recuperati attraverso le forniture di componenti alari agli americani e l’insieme dei ritorni industriali. Ma questo non è tutto: il vero business che potrebbe trasformare la partecipazione italiana al programma degli F-35, necessaria per mantenere efficiente la componente aeronautica della Difesa nazionale, in un’iniziativa anche economicamente conveniente si chiama manutenzione. Gli impianti di Cameri rappresentano una delle tre Faco/Mro&u previste in tutto il mondo per il programma F-35. La sigla sta per Final Assembly and Check Out/Maintenance, Repair, Overhaul & Upgrade. E indica che in tali centri non soltanto si assemblano e si mettono a punto i velivoli, ma si fanno pure le riparazioni, i controlli e la manutenzione. Insomma, sono i garage/officina degli F-35. Ce ne saranno solo tre nel mondo: uno a Forth Worth nel Texas, uno in Giappone e uno in Italia, a Cameri. Questo significa che gli F-35 impegnati in Europa, nell’area del Mediterraneo e in Medio Oriente dovranno per forza andare a fare il tagliando in provincia di Novara.
In particolare va verificata periodicamente la caratteristica “stealth” dell’aereo, cioè la sua bassa osservabilità da parte dei radar nemici (un tempo si parlava con troppa presunzione di “caccia invisibili”). Un intervento di Mro&u costa all’incirca 5 milioni di dollari, e mediamente un velivolo ha bisogno di farne uno ogni cinque anni. Nell’area euro-mediterranea saranno dotate di F-35, oltre all’Italia, le aviazioni di Regno Unito, Olanda, Norvegia, Danimarca, Turchia, Israele e ovviamente le basi militari di terra degli Stati Uniti e le portaerei americane. Quasi certamente anche Spagna, Belgio e Finlandia dovranno in futuro acquistare gli F-35 per rinnovare la loro dotazione di caccia. Una stima al ribasso prevede 50 interventi di manutenzione periodica all’anno a Cameri per velivoli non appartenenti alla flotta italiana: significherebbero 250 milioni di dollari di entrate annuali per il nostro paese. E mentre la fase di produzione e assemblaggio degli F-35 (se ne dovrebbero costruire in tutto 4 mila, 3 mila per i paesi partner e mille per gli acquirenti non partecipanti al programma) dovrebbe concludersi nell’arco di 15 anni, le attività di manutenzione e riparazione continueranno fino all’obsolescenza dei velivoli: 30-40 anni.

f35Verifica della bassa osservabilità
L’aeroporto militare di Cameri ha una tradizione di attività di riparazione e manutenzione: il 1° Reparto manutenzione velivoli lì insediato si occupa dei Tornado e degli Eurofighter. Attualmente tutti i nuovi fabbricati costruiti a Cameri – per un totale di 124 mila metri quadrati coperti realizzati nel giro di 24 mesi dalla Maltauro di Vicenza – sono dedicati alla produzione e all’assemblaggio dei velivoli. Il sito può essere considerato suddiviso in tre aree: a sud le strutture per la costruzione dei set alari, al centro quelle per gli elementi comuni, a nord l’assemblaggio vero e proprio dei velivoli. In quest’ultima area le piattaforme di allestimento saranno alla fine quattro: la terza entra in funzione a febbraio, la quarta a giugno. Mentre in America la produzione si svolge lungo una “mostruosa” catena di montaggio lunga 1.800 metri (e al forsennato ritmo di 21 velivoli al mese), a Cameri si svolge secondo il metodo della step line, cioè in baie di lavoro: si completa un’attività specifica sul velivolo, poi lo si passa alla baia seguente. È un sistema più lento, ma che permette maggiore flessibilità. A partire dal 2015 Cameri attiverà la sua funzionalità Mro&u, e da quel momento 5 baie saranno dedicate esclusivamente a tali interventi, altre 11 continueranno a lavorare alla produzione delle componenti alari e all’assemblaggio dei velivoli. Attualmente sono in fase di assemblaggio i primi due F-35 destinati all’aviazione militare italiana. Voleranno per la prima volta nella seconda metà del 2015. Quello sarà l’appuntamento finale di una lunga storia, iniziata nel 1996 quando l’allora ministro della Difesa Beniamino Andreatta (primo governo Prodi) volle che l’Italia fosse paese osservatore nel programma Jsf (Joint strike fighter) che gli Stati Uniti avevano avviato, proseguita con la firma alla fine del 1998 (governo D’Alema) del “Memorandum of Agreement” per partecipare alla fase di concept demonstration, quando ancora in America la gara era aperta fra Boeing e Lockheed Martin per la progettazione del nuovo caccia. Nel 2002, al tempo del secondo governo Berlusconi, col parere positivo delle Commissioni Difesa della Camera e del Senato venne decisa la vera e propria partecipazione italiana alla fase di sviluppo con un impegno di spesa di 1.028 milioni di dollari (4 per cento di tutti i costi del programma fino al 2012). Nel 2007 (secondo governo Prodi) è stato sottoscritto il “Memorandum of Understanding”, decisione definitiva che ha visto l’Italia diventare paese produttore dell’F-35.

Quanti lavoratori impiegati
Nel 2009 (quarto governo Berlusconi) il Parlamento ha autorizzato l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35, poi nel 2012 il numero è stato ridotto a 90 dal ministro della Difesa Di Paola (governo Monti).
Il ridimensionamento del programma non ha rallentato le operazioni a Cameri, dove a regime lavoreranno circa 2.000 unità di personale di tutti i tipi. Calcolando l’indotto, i fornitori e i sub-fornitori, si stima che fra le 6 mila e le 8 mila persone lavoreranno per gli F-35. Al momento attuale nei capannoni sono presenti 4 mila attrezzi specifici e 4.900 attrezzature non specifiche. Strutture e strumenti provengono anche da numerose imprese italiane. Una passeggiata dentro agli stabilimenti lascia notare le sigle di Oma, Ncm, Ompm, Omi, Lma, Alfa Meccanica, Bertolotti, Cerrato, Rev Aviation, ecc. All’audizione presso la IV Commissione Difesa della Camera nell’ottobre scorso l’amministratore delegato di Finmeccanica Alessandro Pansa ha dichiarato che la partecipazione italiana al programma F-35 «porta a casa dal punto di vista complessivo ricavi potenziali per circa 10 miliardi di dollari (7,3 miliardi di euro, ndr), con circa 90 aziende italiane coinvolte», con contratti già stipulati per «715 milioni di dollari, 565 dei quali per Finmeccanica». Le possibilità di espansione restano intatte.

Tags: d'alemadifesaf35finmeccanicaItaliaLockheed MartinmontiSilvio Berlusconitornado
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Massimo D'Alema con Antonio Di Pietro, 1 aprile 2000 (Ansa)

Schlein-Cappato: il Pd non è più di sinistra dai tempi di Di Pietro

21 Settembre 2023

C’è spazio per i cattolici nel Pd di Elly Schlein?

16 Settembre 2023
Marco Cappato si autodenuncia per aiuto al suicidio, Milano, 3 agosto 2022 (foto Ansa)

Il vero volto del Pd della Schlein: Marco Cappato

15 Settembre 2023
Silvio Berlusconi con lo storico amico musicista napoletano Mariano Apicella nello studio di Porta a porta nel 2002

Silvio o dell’amicizia

8 Agosto 2023
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, con il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, Roma

«Congiuntura difficile. L’Europa non rovini il nostro piccolo miracolo economico»

4 Agosto 2023
Silvio Berlusconi saluta i suoi fan salendo sul predellino dell’auto

Berlusconi e il suo legame con il popolo che non deve andare disperso

4 Agosto 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

I negozi in Artsakh sono vuoti a causa del blocco del Corridoio di Lachin da parte dell'Azerbaigian
Video

Sette mesi di «catastrofe umanitaria» in Artsakh

Redazione
26 Luglio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Polania (Ansa)
Blog

Come gli Ulma, anche mio nonno salvò una coppia di ebrei

Emanuele Boffi
12 Settembre 2023

Read more

Scrivi a Tempi

Foto

Sas dla Crusc
Foto

Ritorno al Sas dla Crusc. Davanti al trono

31 Agosto 2023
Matrimonio sposa
Foto

Bambina, sposa

31 Luglio 2023
Luigi Negri sul palco del Meeting di Rimini
Foto

Fede e cultura una sfida per la ragione

22 Giugno 2023
Una casa semi-sommersa dall’acqua in seguito all’alluvione in Emilia-Romagna
Foto

La notte che ha incominciato a piovere

10 Giugno 2023
Foto

Manovriamo tra due bande di curati

9 Giugno 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Settembre 2023
    • Agosto 2023
    • Luglio 2023
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Green Deal
    • Transizione ecologica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Blog
    • Lettere al direttore
    • La preghiera del mattino
    • Casca il mondo
    • Il Deserto dei Tartari
    • Cinema Fortunato
    • Good Bye, Lenin!
    • Memoria popolare
    • Tentar (un giudizio) non nuoce
    • Libri in povere parole
  • Tempi Media
    • News
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist