Veneto, arrestate 24 persone con l’accusa di terrorismo

Di Chiara Rizzo
02 Aprile 2014
Agli arresti anche il fondatore della Liga Veneta Franco Rocchetta, e il "Forcone" Lucio Chiavegato. Sequestrata una ruspa trasformata in rudimentale carroarmato. Salvini (Lega Nord): «Giù le mani dagli indipendentisti»

Ventiquattro arresti stamattina in Veneto nel corso di un blitz dei carabinieri del Ros di Brescia, che hanno eseguito anche 33 perquisizioni, nei confronti di un gruppo accusato di terrorismo ed eversione dello stato democratico legati alla Liga Veneta, al movimento indipendentista Serenissimi, e al movimento dei Forconi. Gli arresti sono stati eseguiti in particolare a Verona (9 persone), Treviso (2), Rovigo (3), Padova (3 persone) e tra le accuse c’è anche la fabbricazione di armi.

«DIVERSE IDEOLOGIE SECESSIONISTE». Tra gli arrestati ci sono anche l’ex parlamentare e fondatore della Liga Veneta Franco Rocchetta, gli ex Serenissimi Luigi Faccia e Flavio Contin e il leader dei Forconi in Veneto Lucio Chiavegato. Le indagini del Ros avrebbero rivelato l’esistenza di «un gruppo riconducibile a diverse ideologie di tipo secessionista che aveva progettato iniziative anche violente finalizzate a sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale». La Liga Veneta era confluita da tempo nella Lega Nord, ma Rocchetta aveva poi abbandonato quel movimento, mentre di recente è stato lui uno dei promotori del recente referendum per la secessione del Veneto.

LA RUSPA- “CARROARMATO”. Tra i fatti imputati al gruppo per i carabinieri del Ros c’è stata anche la scoperta di un carrormato rudimentale «del perso di 40 tonnellate in grado di sventrare un edificio», che avrebbe dovuto essere usato per un’azione di protesta molto probabilmente in piazza San Marco a Venezia durante le prossime elezioni europee. Il mezzo è stato sequestrato in una zona agricola, a Casale di Scodosia (Pd), il terreno appartanente ad uno degli arrestati. In realtà si tratta di un trattore agricolo che gli arrestati hanno cercato in qualche modo di “riadattare”: anche dalle immagini del sequestro trasmesse dalla tv locale Antenna 3 il mezzo appare a tutti gli effetti come una ruspa, tinteggiata in color atracite per permettene la mimetizzazione, e con il simbolo dei “Secessionisti”, il nome attribuito al gruppo di persone arrestate oggi. Sul mezzo sequestrato, gli arrestati avrebbero provato a montare anche un cannoncino da 12 millimetri, ma durante le operazioni di montaggio avrebbero trovato problemi di calibratura e di recupero dei pezzi. Il 9 maggio 1997 un gruppo denominato Serenissimi aveva messo in scena una folcloristica dichiarazione di indipendenza a piazza San Marco a Venezia, con una sorta di “assalto” improvvisato dove venne usato anche un furgone trasformato in “carroarmato” rudimentale, proprio come quello di oggi, che però non era in grado di sparare.

OBIETTIVO VENETO INDIPENDENTE. L’obiettivo degli arrestati sarebbe stato secondo gli inquirenti quello dell’«insurrezione» di varie regioni del Nord «esasperate dalla crisi economica». Il Ros e la procura di Brescia, che ha coordinato le indagini, hanno voluto più volte sottolineare «la pericolosità dei Secessionisti», dimostrata sia dal carroarmato sia dalle armi sequestrate oggi, e «C’erano tutte le condizioni per azioni violente, armate, pianificate nel dettaglio, molto pericolose per l’incolumità pubblica». Le indagini hanno ricostruito che i Secessionisti programmavano il loro obiettivo con riunioni soprattutto in abitazioni private, ma anche in aziende e ristoranti appartenenti a membri del gruppo, che era molto attivo anche sul versante del proselitismo. Per diventare membri del gruppo dei Secessionisti occorreva all’inizio firmare una sorta di “contratto” con gli altri membri dell’organizzazione, che stabiliva regole e doveri. Gli affiliati erano dotati di cellulari che usavano esclusivamente per le attività del gruppo. Secondo gli inquirenti erano state inizialmente prese in considerazione dal gruppo dei Secessionisti anche attività dinamitarde, che però erano state scartate, secondo le forze dell’ordine «Non per un motivo di sicurezza pubblica, ma per non compromettere il progetto finale».

CONTATTI CON ALTRI GRUPPI. Le indagini hanno ricostruito anche contatti con altri movimenti indipendentisti, più o meno consolidati, in Sicilia, Sardegna, Campania, Piemonte, secondo gli inquirenti «Con l’obiettivo di coinvolgerle in una protesta generalizzata a sostegno dell’azione militare vera e propria». Nell’ordinanza di arresto di oggi, il Gip di Brescia scrive che i Secessionisti “eorizzano e mettono in pratica un’operatività su un doppio binario, uno dei quali costituito dal volto pubblico e legale di propaganda politica dei valori indipendentisti o secessionisti e l’altro costituito dalla creazione di una struttura organizzativa segreta, con reclutamenti mirati, i cui veri fini non potevano essere divulgati”. Il procuratore bresciano che ha coordinato le indagini, Tommaso Buonanno, ha chiarito che «Non vi sono elementi che evidenzino collegamenti fra queste persone e la Lega Nord. Si tratta di persone che avevano avuto contrasti con il Carroccio».

SALVINI: «GIU’ LE MANI DAGLI INDIPENDENTISTI». Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini ha rilasciato il proprio commento in seguito agli arresti con un post su facebook: “Aiutano i clandestini, cancellando il reato di clandestinità, liberano migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri, e arrestano chi vuole l’Indipendenza. Siamo alla follia. Se lo Stato pensa di fare paura a qualcuno, sbaglia” e poi ancora: “Giù le mani dagli indipendentisti”.

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