A usare la parola epidemia si rischia di essere allarmisti, ma il termine è quello giusto per descrivere il crescente numero di contagi del virus del morbillo che sono stati registrati negli Stati Uniti, in particolare nello stato di New York. La Grande Mela è la città più colpita da un una crescente diffusione di questa malattia, con focolai anche a Boston, Los Angeles, Dallas, San Francisco e pure in Canada.
I numeri sono bassi a livello assoluto, ma piuttosto preoccupanti in relazione alle cifre di ammalati degli ultimi anni: se nel 2012 si contavano 54 contagi in tutto il Paese, un anno fa la cifra era più che triplicata arrivando a 187 casi. E nel 2014, in nemmeno tre mesi, sono già 70. Sono solo poche decine, certo, nulla in confronto ai 500 mila contagi che questo virus faceva cinquant’anni fa in questo stesso Paese. Ma le autorità sanitarie americane appaiono comunque preoccupate perché i numeri potrebbero crescere in fretta: il virus del morbillo rimane nell’aria di un ambiente per quasi due ore e può trasmettersi in maniera rapida.
LE IMMAGINI IN TV. Così, ad esempio, alcune tv del Massachusetts hanno trasmesso le immagini dei locali dove sono stati due degli ammalati, un ristorante e un centro commerciale, invitando chi si trovava lì in quei determinati orari a evitare di uscire di casa facendo circolare ulteriormente il virus. Soprattutto, ed è questo l’aspetto interessante della vicenda, gli esperti invitano tutti a prendere sul serio le vaccinazioni, smettendo di credere alle campagne anti-vax che in questi anni hanno preso sempre più piede, convincendo tanti genitori che sia meglio non immunizzare i propri figli attraverso il vaccino trivalente Mmr (morbillo, parotite e rosolia). Se ora i contagi da morbillo crescono, dicono i giornali, è colpa dei “negazionisti della puntura”: perché dal 2000 la malattia era stata debellata dal Paese. Ma ora il virus avrebbe trovato un “terreno fertile” per attecchire trasmettendosi tra le persone non vaccinate. Non è un caso che tanti dei contagiati siano i bambini. E non è un caso che il National Center for Disease Control, di fronte ai numeri di malati di un anno fa, stimasse che l’82 per cento dei contagiati fossero persone non vaccinate e, di questi, il 79 per cento non si fosse immunizzato per scelta, sua o dei genitori.
VACCINI E AUTISMO. Il morbillo è una malattia che circola facilmente e che talvolta può portare a complicazioni come polmonite o otite e, in percentuali minime, anche alla morte. Tuttavia, la diffidenza verso le vaccinazioni negli Usa è sempre più diffusa e difficile da scalfire. La rivista Mother Jones, non più di 15 giorni fa, scriveva che negli ultimi anni ai vaccini è stato imputato ogni tipo di rischio, dall’autismo alla sordità, dal morbo di Crohn all’epilessia, e le ultime campagne pubblicitarie portate avanti per sensibilizzare i genitori sull’importanza delle immunizzazioni sono state un vero flop: la gente, invece che ricredersi, si convince ulteriormente della propria scelta. L’ultima in termini di tempo è stata, ad esempio, l’attrice Kristin Cavallari (a sinistra in foto): assieme al marito, il quarterback dei Chiacago Bears Jay Cutler, ha spiegato a Fox Business che nessuno dei suoi due figli sarà vaccinato, portando come motivazione uno studio che proverebbe legami tra l’insorgere dell’autismo e le immunizzazioni. Inutile è stato per la presentatrice del programma tentare di spiegare loro che non esistono evidenze scientifiche di quanto dicevano.