
Vabbè odiare il mister, ma litigare fra i ministri…
È stata la giornata di quelli che si salutano poco e male, è stata la giornata dei litigiosi, di quelli che se la prendono con i giornalisti, di quelli che se la prendono con i tifosi e dei tifosi che se la prendono coi giocatori. A Reggio Calabria Adriano ha evitato accuratamente la mano tesa di Mancini, a Torino Del Piero ha strascicato la sua contro quella di Ranieri. Ci sono sempre le solite critiche agli arbitri, ma siccome il Grande Vecchio non c’è più, fino a quando non ne troveremo un altro non ci si diverte.
Vorrei dire qualcosa sui rapporti con il prossimo. Il compianto professor Franco Scoglio, che se n’è andato due anni fa, sosteneva, con uno dei suoi formidabili paradossi, che i giocatori dovevano essere liberi di odiarlo, che certe volte se ne andava dagli spogliatoi per lasciarli sfogare. Per cui non mi scandalizzano le mani tese e non considerate, le occhiate assassine lanciate tra campo e panchina. Il calcio è litigioso per definizione e poi deve farci passare un paio d’ore di intensa rabbia la domenica, mica governare il paese. Ecco, qui volevo arrivare. Finché litigano Adriano e Mancini mi sta bene, ma quando si insultano Di Pietro e Mastella mi sorge qualche preoccupazione. Quando vedo che i sostenitori del governo fanno le manifestazioni contro il governo, ecco, mi viene qualche dubbio sul posto dove vivo. Secondo me Mancini vince lo scudetto, ma Prodi no.
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