
Usa, «libertà religiosa sotto attacco come mai prima». Rapporto del First Liberty Institute

«La libertà religiosa in America non è mai stata così sotto attacco come ora». Lo dice il presidente del First Liberty Institute, Kelly Shackelford. Le sue parole sono seguite alla pubblicazione di un rapporto di 376 pagine da parte della sua organizzazione, un gruppo di avvocati che offre patrocinio legale gratuito alle vittime di casi di discriminazione religiosa negli Stati Uniti. Il rapporto raccoglie appunto tutti gli episodi di questo tipo di cui l’istituto è venuto a conoscenza, da fonti dirette o attraverso la stampa, catalogandoli in quattro capitoli secondo il contesto in cui sono avvenuti: nella “public arena”, nelle scuole, contro le chiese, nell’esercito. Dal documento emerge un’impennata nel numero dei casi segnalati negli ultimi due anni. Solo nel 2015 il First Liberty Institute ne ha contati 1.285, il doppio di quelli riportati nel 2012 quando ha iniziato a tenerne il conto.
LA PUBLIC ARENA. Fra gli episodi relativi allo spazio pubblico, viene riportata ad esempio l’opposizione da parte dell’amministrazione di Denver all’adempimento di un contratto fra l’aeroporto internazionale della città e la catena di fast food Chick-fil-A. Secondo le autorità del Comune del Colorado bisognava impedire l’apertura del negozio a causa della fede del proprietario, che si era espresso pubblicamente in difesa del matrimonio fra uomo e donna. Si cita poi il licenziamento di Bob Eschliman, ex direttore del Newton Daily News, in Iowa, “colpevole” di aver condiviso attraverso il suo blog personale brani della Bibbia che condannano la pratica omosessuale.
NELLA SCUOLA. Nel capitolo dedicato alle discriminazioni avvenute nel 2015 nel campo educativo il First Liberty Institute riporta sentenze come quella emessa dal tribunale distrettuale contro un liceo di Connellsville, Pennsylvania, che in seguito alla denuncia di un alunno ha dichiarato “incostituzionale” l’esposizione di un monumento che rappresentava i Dieci Comandamenti, donato alla scuola nel 1956 (l’ordine di rimozione non è partito solo perché nel frattempo lo studente si è diplomato). Altro caso emblematico è quello di Brandon Jenkins e Dustin Buxton, che si sono visti rifiutare la domanda di ammissione alla specialità di radioterapia del Community College di Baltimora per aver parlato della propria fede durante i colloqui. Quando Jenkins ha domandato alla commissione le ragioni della bocciatura, una della responsabili, Adrienne Dougherty, gli ha risposto che «in questo campo non c’è spazio per la religione».
CONTRO LA CHIESA. Fanno invece parte degli “attacchi contro le chiese” casi come quello che ha coinvolto un gruppo di studio biblico che teneva le sue riunioni in una casa privata a Phoenix, Arizona. Visto che il numero dei partecipanti al gruppo è di 35 persone, appellandosi alle leggi locali relative all’edilizia, il Comune pretende ora che la casa si adegui ai requisiti richiesti di norma alle chiese. La vicenda attende ancora una conclusione in tribunale. Numerosi sono poi gli episodi di studenti, professori e addirittura interi istituti puniti per avere espresso il proprio credo o inibiti dal farlo.
NELL’ESERCITO. Per quanto riguarda infine gli atti di intolleranza verso la fede avvenuti all’interno dell’esercito americano, nel rapporto del First Liberty Institute si legge di molte iniziative contro tutte le religioni portate avanti, spesso con successo e con l’assenso di fatto dei vertici, da vari gruppi di pressione di stampo “ateo”. Si va dalle rimozioni di simboli (nel 2013 in Afghanistan una base militare americana, su richiesta di un soldato, ha dovuto togliere la croce persino dalla cappella) fino ai licenziamenti. Nel 2003 il veterano Patrick Cubbage è stato licenziato dal dipartimento militare del New Jersey per aver detto, in più occasioni durante le cerimonie di commemorazione dei caduti, «Dio benedica te e questa famiglia, Dio benedica gli Stati Uniti d’America». La denuncia che ha fatto scattare la procedura contro il militare non è partita dalle famiglie dei defunti ma da un commilitone del picchetto d’onore. Cubbage è stato poi risarcito.
PERICOLO PER TUTTI. I numerosi fatti elencati dal First Liberty Institute riguardano negozi, ospedali, controversie legate alla difesa della vita, alla contraccezione, all’aborto e ai simboli religiosi anche di ebrei e musulmani. Shackelford ha spiegato che il moltiplicarsi di episodi di intolleranza verso la religione è grave per tutto il paese, perché erodendo la libertà religiosa si «spazza via il terreno di supporto degli altri diritti come quello della libertà di parola, di stampa, di riunione», come dimostrano dai casi riportati nel rapporto.
Foto Statua della Libertà da Shutterstock
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3 commenti
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Nel caso dello studio biblico tenuto nella casa privata a Phoenix e del comune che in base alle leggi “pretende” che la casa si adegui ai requisiti richiesti di norma alle chiese,
potete spiegare perchè sarebbe un “attacco alle chiese”??
Il problema non è la propria fede vissuta nel privato, ma il tentativo, di alcune religioni sopratutto cristiane, di invadere con i propri simboli tutti gli spazi pubblici invocando il diritto alla liberta religiosa (ovviamente negata ai bambini ai quali bisogna essere “liberi” di imporla con tutti i sacramenti e, sempre ovviamente, prima che sia autonomo nelle decisioni).
Caro Buozzi, ma di quale “cristiani “parli ?Siete proprio voi laicisti adoratori della “rivoluzione”francese che state consegnando l’Occidente alla tirannia , quella islamista.
Gentile Buozzi ,
dovrebbe essere molto risentito con i suoi familiari che contro lo stato che le hanno imposto a soli sei anni , quindi quando ancora non poteva fare una libera e consapevole scelta, di andare a scuola e imparare a leggere e a scrivere.Pensi a quante nozioni le hanno imposto.
La fede è il dono + grande che si possa offrire , si fa sempre in tempo a buttarlo alle ortiche quando si è adulti e ci si crede tanti padreterni.