
Uragano burocratico
La copertura televisiva del disastro provocato dall’uragano Katrina a New Orleans ha relegato in secondo piano tutte le altre notizie di questa settimana, compresa la morte del presidente della Corte Suprema, la nomina come suo successore di John Roberts (un giovane conservatore cattolico che occuperà la carica per decenni) e l’opportunità per il presidente Bush di nominare un nuovo giudice. Questo è stato l’incubo degli avversari di Bush e, indipendentemente da quale sarà l’esito della guerra in Irak, sarà probabilmente l’iniziativa di effetto più duraturo della sua presidenza. L’anniversario dell’11 settembre è passato senza grandi discussioni.
Per il disastro della Louisiana è stata data ogni sorta di spiegazione ideologica, dalla punizione divina alla lotta di classe, ma l’opinione pubblica americana non ne ha bevuta nessuna. Al contrario, la gente è molto arrabbiata con chi sembra sfruttare la tragedia per promuovere le proprie opinioni ideologiche. I leader del partito democratico sembrano pensare che c’è da guadagnarci politicamente ad attribuire la lenta risposta al disastro data dall’amministrazione al razzismo, ma finora né i media né il popolo hanno accettato questa tesi. I funzionari del partito democratico sono rimasti sorpresi dall’ostilità mostrata dai giornalisti nei confronti dei loro tentativi di scrollarsi ogni colpa (lo Stato della Louisiana e il governo di New Orleans sono nelle mani dei democratici). D’altra parte, un autorevole conservatore repubblicano ha irritato gli spettatori televisivi quando ha detto che avrebbe fatto vedere scene del disastro ai bambini afroamericani per fargli capire cosa succede se non studiano diligentemente a scuola!
SETTECENTO MILIONI DI DOLLARI
Con il passare dei giorni diventa sempre più chiaro che il problema è stata non l’ideologia ma l’incompetenza. Per esempio, nessuno degli Stati colpiti dall’inondazione aveva più aggiornato i propri piani di evacuazione d’emergenza da molti anni. Quando lo Stato della Florida, rendendosi conto dell’imminenza del disastro, ha offerto il proprio aiuto (la Florida ha un piano di evacuazione molto aggiornato), gli altri Stati l’hanno rifiutato. Ulteriori indagini sul disastro forniranno senza dubbio molti esempi di quello che si sarebbe potuto fare per minimizzare gli effetti dell’uragano Katrina, proprio come le indagini sull’11 settembre hanno dimostrato che gli attentati si sarebbero potuti evitare se ci fossero stati efficaci comunicazioni tra le varie agenzie governative responsabili della sicurezza.
Intanto, la risposta del popolo americano è stata straordinaria. La quantità di denaro e di risorse destinate agli aiuti per le vittime del disastro non ha precedenti. Le donazioni private hanno già superato i 700 milioni di dollari, cifra confrontabile soltanto con quella offerta in risposta all’11 settembre 2001. Questa è la storia di un conflitto tra la solidarietà e l’incompetenza burocratica, e la prima sta mostrando la propria forza.
Prima di partire per le sua vacanze di cinque settimane, il presidente Bush ha firmato un disegno di legge per lo sviluppo stradale del valore di 286 miliardi di dollari, di cui 24 miliardi per progetti particolari appoggiati dai politici locali. Tra questi c’era, per esempio, un ponte da 250 milioni di dollari per collegare Ketchikan, in Alaska (città con 8.000 abitanti), a Gravina Island (che ha soltanto 50 abitanti). Se soltanto la metà di questa somma fosse stata spesa per rafforzare gli argini del lago Pontchartrain, oggi New Orleans non si troverebbe sommersa dalle acque. è questa, e non l’ideologia, la politica americana di oggi. purtroppo.
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