

La quota di iscrizioni in drastico calo, quella di abbandoni in rialzo: è un quadro drammatico sulle università italiane quello rilasciato dall’Anvur. Le immatricolazioni sono diminuite del 20,4 per cento tra il 2003-2004 e il 2012-2013. In particolare è diminuita la quota di chi si è iscritto all’università nei primi tre anni dopo il diploma, scivolando dal 18,5 per cento all’8 per cento, quando la media europea è del 17 per cento. Una diminuzione avvenuta in concomitanza con la riduzione degli incentivi agli studenti lavoratori. L’Anvur segnala però che sono aumentati, raggiungendo quota 40 per cento sul totale degli immatricolati, gli abbandoni dell’ateneo ogni anno. Un quadro «impressionante» per il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (Sc).
IL MINISTRO: «LAVOREREMO PER LE BORSE DI STUDIO». Il ministro ha dichiarato che «Dobbiamo aiutare gli studenti a diventare consapevoli. Dobbiamo agire sulle patologie in ingresso con un orientamento efficace, che è anche compito del Miur, e in corso di formazione, che è un compito universitario. Cerchiamo di uscire dalla patologia». Una delle vie immediatamente indicate dal ministro è quella di aumentare le risorse per il diritto allo studio, comprese le borse di studio oggi assolutamente non sufficienti a coprire le necessità. Giannini ha anche ammonito: «C’è nella società una sensibilità diminuita del valore dell’istruzione superiore. È un dato che va oltre la crisi: dobbiamo cercare di reiniettare nella società italiana l’idea che lo studio è l’unico vero strumento di riscatto per l’individuo». Secondo l’Anvur, però, grazie alla riforma del 3+2 , è aumentato il numero dei laureati, passato dal 5,5 per cento del 1993 al 12,7 per cento del 2012. Tuttavia nel 2012 complessivamente solo il 55 per cento degli immatricolati arriva effettivamente alla laurea.
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