Dibattito in Forza Italia dopo le aperture di Silvio Berlusconi rispetto alle unioni civili. Se una parte del partito segue la nuova linea del leader, favorevole a regolamentare le convivenze, anche fra persone dello stesso sesso, un’altra parte rimane scettica. Lo testimoniano le interviste che appaiono in questi giorni sui giornali, dove si discute anche della scelta della compagna del premier Francesca Pascale e del giornalista Vittorio Feltri di iscriversi all’Arcigay.
VALORIZZARE LE DIFFERENZE. In ogni caso, si discute. E oggi su Il Mattinale, la newsletter a cura del gruppo Forza Italia alla Camera, si prende posizione in merito alla questione. Si legge in uno degli editoriali: «Non ci sarebbe bisogno di aggiungere l’aggettivo. Diritti della persona: è tutto compreso in questa formula. Se si aggiunge l’aggettivo (che in sé ha la stessa radice di aggiunta) è perché esiste una sofferenza, una qualche forma di negazione che riguarda persone caratterizzate da una “differenza”. Dunque è giusta una battaglia per questo. Come sarebbe bellissima una battaglia civile, e qui saremmo più soli ma questo non ci fa paura, in difesa delle famiglie numerose. Forza Italia intende valorizzare tutte le differenze, così che esse si armonizzino con il bene comune. A volte i valori possono essere confliggenti. Si tratta appunto di trovare delle basi di dialogo».
E di seguito: «Forza Italia valorizza le differenze. Vuole la libertà a 360 gradi. Così accanto alla volontà di dare fiato alle esigenze di dignità sociale degli affetti e delle convivenze omosessuali, tutela la differenza di opinione proprio riguardo a questo. E difende come sacra la differenza nella impostazione educativa che è diritto delle persone e delle famiglie».
LIBERTA’ DI DISSENTIRE. Il Mattinale riprende e valorizza anche un’intervista di Luigi Amicone al Foglio, riassumendola così: «Ragioniamo insieme di unioni gay, lottiamo contro l’intolleranza e la discriminazione sessista; nello stesso tempo garantiamo la libertà di dissentire senza essere accusati di omofobia, soprattutto promuoviamo la possibilità di dare consistenza non solo teorica ma pratica alla libertà scolastica, per cui non ci sia una cultura unica del gender (come in Francia) a essere trasferita dalle teste degli ideologi ai ragazzi (gender: che sesso ho lo decido io, e i diritti dipendono dalla mia fantasia e la società deve adeguarsi). Ci sia cioè libertà di diffondere la cultura gender ma anche no. Tolleranza, anzi interesse vero e libertà appassionata, magari anche combattiva, per tutte le posizioni culturali che non predichino la violenza fisica e il bavaglio per i “differenti” che sono comunque persone senza aggettivi».