Pubblichiamo la rubrica di Renato Farina contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Giù le tasse, dice Renzi! Vasto programma, direbbe De Gaulle. Anticipo subito la tesi che qui esprimerò, e farò arrabbiare tante anime belle: l’unico modo per realizzare questa intenzione – eliminando imposte e balzelli, senza aggiungerne di nuovi – è dar vita a un governissimo, quella che i tedeschi chiamano Grosse Koalition.
La Germania vuole affermare il Quarto Reich, questo è chiaro. Non coi carri armati, bontà loro, ma con la devastante potenza economica che grazie all’euro teutonico ha posto di fatto Angela Merkel alla guida dell’Europa. Nel momento della grande crisi finanziaria del 2008, invece di strozzarsi reciprocamente, o di fare patterelli senza senso, o spedire l’avversario ai lavori socialmente utili, destra e sinistra si sono accordate al centro, sacrificando un po’ delle loro idee alla causa comune. Hanno scritto un programma di 141 pagine, sottoscritte una per una dalla Merkel e da Gabriel (che non è l’ex portiere del Carpi, ma il segretario dei socialdemocratici). Dopo di che per Berlino sono stati tempi d’oro.
Se vogliamo attuare una politica economica che consenta la ripresa, abbandonando la linea menagramo dell’austerità, dobbiamo abbassare le tasse, e avere la forza di far digerire questa scelta, che ci porterebbe a sforare le regole di Bruxelles, dobbiamo essere coesi al nostri interno, così da avere una maggior forza di resistenza ai diktat berlinesi.
Per cui non c’è alternativa. Se vogliamo abbassare le tasse, e dunque rilanciare i consumi interni, tagliando via le spese improduttive, bisogna che Renzi e Berlusconi, con chiunque altro ci sta, trovino la strada di un accordo forte, altro che il patterello del Nazareno. Renzi da solo non ce la può fare. Lo ammazzano i compagni prima che muova una sola leva verso quell’obiettivo.
Mi spiego: abbassare la pressione fiscale storicamente è un’idea della destra liberale, che desidera meno intrusione dello Stato nell’economia, e dunque vuol far dimagrire il cavallo. Ma quando governa, si trova davanti la piazza manovrata dalla Cgil e dal Pd, per cui è inibita. E se un’idea simile la enuncia il leader di un partito di sinistra, viene messo sotto dai suoi compagni. Dunque per rendere possibile l’impossibile, cioè abbassare le tasse in Italia che ufficialmente sono circa al 44 cento e nella realtà sopra il 50, occorre copiare la Germania. Non un inciucio sotterraneo, ma un accordo serio, tra due soci a pari merito.
Normalmente dovrebbe essere vietato. Quando c’è una guerra in corso invece c’è bisogno di un governo di guerra, dove – come ha chiesto Mattarella – siano privilegiati «coesione e compattezza nazionali». E oggi è guerra doppia: da sud ce l’ha dichiarata lo Stato islamico, da nord c’è quell’altra che di fatto ci ha dichiarato Berlino (ovviamente meno truculenta). Dunque che cosa si aspetta?
Da solo Renzi non ce la fa. E sarebbe un peccato. Esempio: il primo passo annunciato dal fiorentino, e cioè levare l’Imu dalla prima casa e dai terreni agricoli, sarebbe una mossa dal duplice positivo effetto: alleggerirebbe il fardello fiscale delle famiglie, che in Italia all’80 per cento sono proprietarie della loro abitazione, e avrebbe una forte valenza psicologica, facendo risalire il valore degli immobili e con ciò dando una spinta all’edilizia. Dovrebbe far godere tutti: destra e sinistra e pure il centro, ma anche quel 50 per cento di italiani che non vuole più sentir parlare né di destra, né di sinistra, né di centro e vorrebbe farli sparire tutti.
Invece? Da sinistra si leva un coro di no. Anzi… Aggiungono l’Imu alle scuole cattoliche, con l’appoggio della magistratura ideologica e dei grillini del cactus. Alla malora questo razzismo. Giù le tasse! Solo un cretino potrebbe lamentarsi di questo programma. Ma da noi la loro mamma è perennemente incinta. Mandiamo i cretini fuori dalle stanze del governo. E per far questo occorre la Grosse Koalition, che in italiano si traduce: Renzi-Berlusconi.
Foto Ansa