
Una volta erano i Giordano Bruno e i Voltaire a contrastare la Chiesa. Oggi abbiamo Banfi & Baudo
´ «Questo Partito di Dio si sente capace di fare cadere i governi», dice Antonio Padellaro sull’Unità (10 febbraio).
Ruini come Nasrallah: ecco un modo pacato e pieno di ansia di dialogo di comparare fenomeni diversi.
´ «Quando si lancia pane duro a un popolo affamato, questo popolo lo scambia per brioche», dice Vladimir Luxuria su Liberazione (10 febbraio).
Maria Antonietta Luxuria.
´ «Parisi forse è caduto in una trappola», dice Oliviero Diliberto sulla Repubblica (10 febbraio).
Quella trappola chiamata Nato.
´ «Si tolgano la ruggine dalla saracinesca che hanno sugli occhi», dice Lino Banfi sulla Stampa (11 febbraio).
Una volta la Chiesa veniva contrastata dai Giordano Bruno, dai Voltaire, ora in prima fila troviamo Banfi & Baudo.
´ «Il diritto non si inventa», dice Giulio Andreotti al Corriere della Sera (10 febbraio).
E, nel caso, non lo si fa inventare da una come Barbara Pollastrini.
´ «Antonio Catricalà s’era preoccupato di garantire più il fatturato di Mediaset che il mercato e la concorrenza», dice Giovanni Valentini su Repubblica (10 febbraio).
Secondo Valentini Mediaset non fa parte del mercato ma dell’impero del male e va liquidata con un’arma tipo la Morte nera.
´ «Vuol dire innanzitutto partire dai corpi, da quello che sentono, vivono e attraversano, non dai loro ruoli stereotipati e costruiti ad hoc nel corso dei secoli», dice Anna Simone su Queer (11 febbraio).
Alé! Si torna scimmie.
´ «Riconosce il valore dei vincoli affettivi anche fuori dal matrimonio», dice Ritanna Armeni su Liberazione riferendosi alla legge sui Dico (11 febbraio).
Per ogni bacetto, una pensione.
´ «Ho troppo rispetto per la mia collocazione istituzionale», dice Fausto Bertinotti a Liberazione (16 febbraio).
Come si dice a Vicenza e dintorni: l’abito fa il mona.
´ «Non è da oggi che io ripeto che c’è un enorme problema di disagio giovanile in questo paese», dice Gianni Rinaldini all’Unità (17 febbraio).
A dir la verità, nel valutare le basi delle nuove Br, quel che salta agli occhi è l’eccesso di rimbambimento di alcuni cinquantenni: problema che ancor più del di-
sagio giovanile dovrebbe essere presente a Rinaldini.
´ «I due partiti non intendono introdurre un regime comunista (certo vien da chiedersi perché insistano a chiamarsi comunisti)», dice Beppe Severgnini sul Corriere della Sera (15 febbraio).
Dietro quella frangetta si nasconde un cervellino pieno di dubbietti interessantini.
´ «Non abbiamo rilasciato, nel corso di questi due anni e mezzo di indagini, alcuna dichiarazione sul processo», dice Armando Spataro alla Stampa (17 febbraio).
Ma va là, Spataro!
´ «La polizia faccia il suo lavoro», dice Guglielmo Epifani alla Stampa (17 febbraio).
Chissà se un giorno anche la Cgil tornerà a fare il suo.
´ «Petruccioli ripete che sono troppo “coprolalico” dimenticando che la satira è di per sé coprolalica», dice Daniele Luttazzi alla Stampa (18 febbraio).
Merda, merda, merda. E così abbiamo fatto un po’ di satira anche noi.
´ «Sarebbe grave escludere i centri sociali, negarne la costituzionalizzazione», dice Giovanni Cremaschi al Corriere della Sera (16 febbraio).
E a che articolo la mettiamo l’obbligatorietà dei centri sociali? Magari al 29, al posto di quello sulla famiglia?
´ «Dice il grande vecchio Carlo Fruttero: tutti i giovani che incontro dicono di me “lucidissimo, lucidissimo” e vogliono dire poveretto, connette ancora», dice Giorgio Bocca sull’Espresso (22 febbraio).
Quei giovani che dicono “lucidissimo, lucidissimo” a Fruttero, hanno provocato una certa invidia a Bocca.
´ «La crescita della soggettività vicentina è una grande risorsa per le sorti del paese», dice Franco Giordano al Manifesto (14 febbraio).
Più baccalà per tutti?
´ «L’ex ministro Roberto Castelli ha indicato la sua città: Bergamo. Non vedo dove sia lo scandalo», dice Sandra Mastella al Magazine del Corriere della Sera (15 febbraio).
Castelli è di Lecco.
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