Una scuola artigianale

Di Persico Roberto
01 Maggio 2003
Il via libera al progetto del Ministro Moratti è un passo storico, forse nella direzione giusta

Il via libera al progetto del Ministro Moratti è un passo storico, forse nella direzione giusta. Si rafforza la differenziazione, introducendo l’alternanza scuola-lavoro; si trasferiscono competenze didattiche a livello regionale, aumentando i finanziamenti alle scuole paritarie; si accentua, insomma, la mobilità scolastica, fattore determinante per ogni mobilità sociale. Cosa significa? Che la scuola italiana si mette al passo con l’Europa. Si globalizza ma dando a ciascuno l’opportunità di ritagliare un percorso che è culturale e professionale insieme. Non solo libri, ci sono anche la manualità e il rapporto diretto col mercato del lavoro. Non solo aridi nozionismi, ma rispetto delle “vocazioni” degli allievi e delle scelte delle famiglie. È una scuola “più artigiana”, nonostante si sia ancora lontani dal modello da noi proposto, quello della “bottega-scuola” che mantiene inalterata la sua validità. La riforma Moratti ha però il merito indiscusso di riportare in serie A la formazione professionale, relegata finora in un ruolo residuale. Rimangono due problemi. Il primo riguarda il reclutamento degli insegnati, perché è su di loro che appoggia qualsiasi tipo di riforma. Il secondo è il reperimento delle risorse finanziarie, perché una scuola europea è una scuola che assorbe risorse. Qui sta la sfida che le forze politiche e imprenditoriali hanno davanti. Da parte nostra siamo pronti a dare un contributo fattivo perché la riforma Moratti sia in una grande opportunità per tutto il Paese, una scuola che non esclude ma include e consente a ogni studente un percorso personalizzato.
Gabriele Lanfredini, Segretario generale Unione artigiani della Provincia di Milano

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