
Una ragionevole scelta contronatura: tifare Juve. O Berlusca
Ho letto un commosso reportage di Concita De Gregorio (giornalista must di Repubblica) a proposito della manifestazione rossoverde di Roma. Diceva che c’erano tanti bambini, «dai bei nomi antichi, Sofia, Tito, Agnese». Mia figlia si chiama Rachele, che è antichissimo, ma io l’ho portata al cinema. Sarà, ma secondo me si è divertita più lei con i Monsters di Walt Disney che Sofia, Tito e Agnese con i mostri di Rutelli. Sulla Stampa c’era la storia (che conoscevo già) del centravanti del Torino, Cristiano Lucarelli, famoso per aver mostrato, dopo un gol, la canotta con la faccia del Che. «Per questo – scrive l’articolista – è stato costretto ad emigrare in Spagna». Premesso che ai tempi governava il primo Ulivo (quello con Bertinotti), ormai qui sono saltate tutte le marcature e non è solo questione di modulo: vince chi fa il girotondo più lungo o spara la cazzata più grossa. Simili sciocchezze mi costringono a scelte contro natura, come simpatizzare per Berlusconi o addirittura per la Juve.
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