Un itinerario per il Giubileo

Di Tempi
28 Giugno 2000
Sulle tracce del popolo cristiano, le sue radici, i suoi simboli, la sua civiltà. Piccola guida ai santuari, chiese e abbazie di Lombardia

S.Maria Maggiore a Lomello (PV).

Costruita tra il 1025 e il 1040 sui resti dell’antica basilica longobarda, tradizionale luogo delle nozze tra Teodolinda e Agilulfo, presenta l’antica facciata costruita sui resti dell’antica cinta muraria della rocca. L’interno a tre navate asimmetriche conserva un abside coronato da piccole nicchie e il soffitto con copertura lignea tipico del romanico lombardo. Sotto il presbiterio si apre la suggestiva cripta con rozzi capitelli, probabile rimanenza della costruzione precedente.

A fianco della basilica, al di sotto del livello del terreno, prospetta uno dei più antichi battisteri lombardi, S.Giovanni ad Fontes, eretto tra il V e il VI secolo, costituito da un corpo ottagonale su cui si aprono, quattro nicchie rettangolari alternate ad altrettante circolari.

La cupola, illuminata da otto aperture è coronata da una piccola lanterna ornata da monofore e bifore. Al centro del battistero si trova la vasca battesimale ad esagono irregolare utilizzata per il rito battesimale ad aspersione.

S.Pietro in Ciel d’oro a Pavia .

Fondata tra il 1117 e il 1132, e situato sul cammino che portava a Milano, uno tra gli esempi più rappresentativi del romanico lombardo, presenta una facciata a capanna in cotto, divisa da due contrafforti, dei quali quello sinistro più grosso poiché contiene una scala a chiocciola. Il portale decorato precede l’accesso alle tre navate e del transetto coperte dalle altissime volte a botte. La cripta, ricostruita, conserva il sarcofago del filosofo Severino Boezio, imprigionato per sospetto di tradimento e ucciso nel 525 e la tomba del re longobardo Liutprando che portò dalla Sardegna, proprio qui a S.Pietro, le spoglie di Sant’Agostino nel 725.

Al centro del presbiterio è collocata la splendida Arca di Sant’Agostino che conserva il corpo del santo e dottore della chiesa, realizzata da Giovanni di Balduccio e decorata con rilievi narranti vicende della sua vita. Degli affreschi che ricoprivano tutta la chiesa rimangono i lacerti con la Passione di Cristo, nel transetto sinistro, la Consegna delle chiavi a Pietro, nel soffitto, la Vergine col Bambino e Santi, nella controfacciata.

Santuario di S.Luigi Gonzaga a Castiglione delle Stiviere (MN) .

L’imponente edificio, costruito tra il 1608, tre anni dopo la beatificazione del giovane santo gesuita morto giovanissimo (1568-1591), e il 1727, anno della canonizzazione e dell’erezione dell’ariosa cupola, conserva pregevoli capolavori, tra cui: la Pala del veronese Antonio Balestra raffigurante S.Luigi in preghiera davanti alla Vergine (1734), affiancata dalle statue dell’Innocenza e della Penitenza, S.Luigi che insegna il catechismo del Martinenghi (1891), la Gloria e le Storie della vita del Santo sui pennacchi di Giorgio Anselmi.

Notevoli: l’altare ligneo (1630) custodito in sagrestia, l’urna del santo posta sull’altare maggiore, l’organo di Gerolamo Bonatti (1794), il Crocefisso ligneo di scuola bresciana del XVII secolo nella prima cappella sinistra, il paliotto del secondo altare sinistro, il S.Stanislao Kostka della prima cappella destra dipinto nel 1737 dalla pittrice bolognese Lucia Torelli e la Pietà del Guercino della terza cappella destra.

S.Bassiano a Lodivecchio (LO) .

Costruita a partire dal 374, ricostruita tra X e XIV secolo, conserva nell’attuale impianto romanico-gotico una splendida facciata a vento, con bifore a cielo aperto, risalente alla metà del Trecento. Nella struttura in cotto, tipologia di materiale che arricchisce gran parte delle chiese della pianura lombarda, risaltano il raffinato rosone a sedici petali e le piccole guglie decorate da archetti pensili sormontate da croci. Il gioco dei volumi dell’abside, a tre corpi, decorato anch’esso da archetti è scandito da lesene, completa la struttura.

L’interno a tre navate è decorato da ben conservati affreschi del XIV secolo. Nell’abside è dipinto in una mandorla di luce il Cristo Pantocratore seduto sull’arcobaleno, simbolo dell’alleanza. Nella volta sono raffigurati, a partire dalla prima campata, i Bovari (1323), gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa, mentre nelle navate laterali le Storie della Vita di S.Bassiano (1595) e l’ex voto con la Vergine tra i Ss.Sebastiano e Rocco (1507).

Santuario di Nostra Signora della Fontana di Casalmaggiore (CR).

Costruito tra 1463 e 1480 in stile tardogotico, l” dove sorgeva una cappella in cui era dipinta la miracolosa immagine della Vergine, il Santuario venne affidato, prima, ai Serviti, ordine fondato nel 1240 da sette mercanti fiorentini secondo la regola di S.Agostino, e quindi, nel 1902, ai Cappuccini.

Sulla facciata tripartita, assai alta nel settore centrale, si apre un bel portale rinascimentale in cotto, alterato dall’inserimento di mosaici novecenteschi. L’interno, diviso in tre navate da pilastri poligonali con capitelli a cubo smussato che sorreggono archi a ogiva, si chiude con l’alto abside poligonale, preceduto dal presbiterio sopraelevato sotto cui si apre la cripta.

Numerosi opere decorano la chiesa: la Madonna del Latte nella cripta. Interessanti sono: gli affreschi con Storie della vita di S.Giovanna d’Arco, la pala dell’Annunciazione attribuita a Cesare da Sesto, allievo di Leonardo, i paliotti d’altare in scagliola e il sepolcro del famosissimo pittore Parmigianino, morto a Casalmaggiore nel 1540, a 37 anni, poiché perseguitato dalla giustizia del Ducato di Parma.

S.Maria della Croce a Crema (CR).

La costruzione avvenne in seguito all’apparizione miracolosa della Vergine nel 1490 alla nobildonna Caterina degli Uberti. Sul luogo venne eretto, entro il 1500, da G.B. Battagio e Antonio Montanaro, l’elegante edificio a pianta croce greca costituito di un corpo esterno circolare e interno ottagonale su cui si aprono quattro nicchie circolari. La cupola venne affrescata col Trionfo della Croce da Giacomo Paravicino (1702). La Madonna col Bambino (1490) conservata nello scurolo è contornata ai lati da lunette dipinte con i Dodici Apostoli, attribuiti a Benedetto Rusconi detto Diana che dipinse anche la pala dell’altare maggiore con la Gloria della Vergine (1501).

Tra le opere più importanti si segnalano: l’Adorazione dei magi e la Pietà (1575) di Bernardo Campi, l’Adorazione dei Pastori (1575) di Antonio Campi, l’Andata al Calvario (1579) di Carlo Urbino, gli affreschi dello stesso Urbino, del Parravicino, di Aurelio Gatti, dei fratelli luganesi Torricelli e di Eugenio Conti. Ancora del Parravicino sono le otto tele con la Storia di S.Maria e di Caterina degli Uberti poste nelle mezze lune alla base della volta.

La Riposo dalla fuga in Egitto (1898) e l’Assunzione di Maria (1870) sono di Angelo Bacchetta e le porte bronzee (1990) di Mario Toffetti.

Santuario della Madonna a Tirano (SO).

Il Santuario sorge nel luogo in cui la Vergine nel 1504 apparve al beato Mario Omodei. Subito iniziarono i lavori, presumibilmente, dai fratelli architetti Rodari, e benché incompleta, nel 1513 la chiesa venne consacrata. L’armoniosa facciata rinascimentale è decorata dallo splendido portale marmoreo di Alessandro Della Scala (1530). La cupola, opera di Pompeo Bianchi fu costruita tra 1580 e 1584. A lato si eleva l’alto e maestoso campanile alleggerito da bifore e trifore.

L’interno a tre navate con transetto, è impreziosito dagli stucchi e dalle decorazioni marmoree di Pompeo Bianchi, di Domenico Fontana (1590-1599), e Martino Borseri da Lovere (1608). L’altare maggiore, in marmo nero di Varenna, intarsiato con altri marmi policromi, è opera di G.B. Galli, mentre i dipinti sono di Cipriano Valorsa e Giovan Battista Recchi. Tra gli affreschi significativo è quello della navata di sinistra in cui si narra dell’Apparizione della Vergine (1513). Favoloso è l’organo a 2.200 canne sorretto da colonnine di marmo rosso e finemente intagliato nella cassa dal bresciano Giuseppe Bulgarini (1608-1617). I pannelli del parapetto con Natività, Magi e Circoncisione (1638) sono del milanese G.B. Salmoiraghi. Dirimpetto è posta la cantoria intagliata e dipinta (1768-1770). Sull’altare della Cappella dell’Apparizione è posta la statua lignea della Vergine di G.Angelo Maino (1519-1524).

S.Abbondio a Como.

La basilica, una tra le massime realizzazioni dei Maestri Comacini sensibili alle influenze transalpine, riedificata sul luogo di quella precedente del V sec., venne consacrata da papa Urbano II nel 1095. Restaurata a più riprese a partire dalla fine del XIX scorso, dopo i rimaneggiamenti del XVI secolo, si presenta a cinque navate, terminanti, ciascuna, in un abside. Ovunque nella struttura emergono preziose decorazioni che ritmano e scandiscono gli spazi e la grigia pietra di Moltrasio.

Sulla facciata, quattro semicolonne, testimoniano un originario esonartece, mentre sul retro si ergono due alti campanili, in una tipologia architettonica d’oltralpe. La zona absidale è vivacemente decorata dal gioco architettonico creato dalla serie di monofore e archetti pensili.

L’interno semplice e rigoroso, sul cui pavimento è segnata l’antica planimetria della precedente costruzione, coperto da soffitto ligneo, è suddiviso da quattro file di alte colonne a conci con capitelli cubici scantonati, alcune delle quali sono monolitiche.

Grandioso è il ciclo d’affreschi di inizi Trecento narranti la Storia della Vita di Cristo che ornano il coro, opera dell’anonimo “Maestro di S.Abbondio”.

Santuario della Madonna dei Campi a Stezzano (BG).

Risalente al XII secolo, costruito nel punto in cui apparve la Madonna, la iniziale cappella venne decorata nel primo Cinquecento da Andrea Previtali autore dell’Adorazione dei Magi e della Nascita di Gesù. Nel 1669 vennero realizzati gli stucchi dal ticinese Gerolamo Sala e gli affreschi della volta da Giulio Quaglio, con l’Immacolata, l’Assunta e la Presentazione di Gesù al Tempio.

Altre pregevolissime opere sono: l’altare maggiore in marmi policromi intarsiati (1747) dei fratelli ticinesi Aglio di Arzo, i dipinti dell’arco trionfale e del presbiterio di Carlo Ceresa, l’Annunciazione, sull’arco trionfale, attribuita al Cifrondi, il Cristo risorto, Elia sul carro di fuoco, gli Apostoli Paolo, Giacomo il Minore, Simone Zelota e Giovanni dello stesso Cifrondi, la Madonna col Bambino e Santi della cappella di sinistra di Marco Olmo, beato Alberto da Villa d’Ogna e S.Gregorio Barbarigo di Vittorio Manini, gli affreschi del Galizzi con la Vita di Maria, l’Incoronazione di Maria di Ponziano Loverini nella cupola e le quattro grandi tele del coro di Francesco Polazzo.

Tra 1700 e 1713 don Giuseppe Roncalli, direttore della Compagnia dei Teatini, dipinse le tele narranti la Fuga in Egitto, all’ingresso, il Cristo con la Maddalena e il Cristo a Emmaus, a sinistra, le Pie donne al sepolcro e Cristo con San Pietro, a destra. Del 1868 è il gruppo dell’Apparizione di Luigi Carrara nella omonima cappella decorata da Luigi Monte (1982), artefice anche delle vetrate della facciata meridionale.

S.Maria Assunta a Clusone (BG) .

Della basilica si conservano documenti antichissimi risalenti all’838, 906, 1156 e 1236, ma l’attuale costruzione risale al 1672 su progetto di G.B. Quadrio, e modifiche del luganese G.M. Terzini (1688).

L’imponente interno, a cui si accede grazie alla monumentale scala e attraverso l’ampio portico progettati da Virginio Muzio tra il 1894 e il 1897, si apre sulla grande navata, in cui si conservano le favolose opere d’arte di A. Vicentino e G.P. Cavagna, di D. Carpinoni, L. Querena e A. Cifrondi, tutti e tre questi ultimi nativi di Clusone, dei veneti S. Ricci, G. Diziani, G.B. Cignaroli, del lucchese Pietro Ricchi.

Gli altari laterali furono soggetti ad una generale ricomposizione eseguita tra Sei e Settecento da B. Manni. L’altare maggiore (1702-1732) è di Andrea Fantoni, oltre al pulpito (1726), l’altare dei Morti (1720), quello dei Disciplini (1732), il raffinatissimo gruppo con il Crocifisso tra i Ss.Gaetano e Carlo (1698), le statue di S.Stefano (1702) e di S.Antonio (1723), il Crocifisso in legno di bosso intagliato (1710), l’ancona del Rosario (1724) e il banco dei parati del 1698.

Il grande coro di Domenico Visinoni e le cantorie dei suoi due figli Giovanni e Francesco sono opere settecentesche.

S.Maria Nascente nell’Abbazia di Morimondo (MI) .

Fondata da S.Bernardo (1136), col nome dell’abbazia francese di Morimond, saccheggiata dai pavesi (1237) e depredata dai Visconti, nel 1556 vide passare gran parte dei propri beni all’Ospedale Maggiore di Milano per volere dell’allora vescovo Carlo Borromeo.

La gotica chiesa abbaziale di S.Maria, iniziata nel 1182 e finita nel 1292, presenta una facciata a capanna con rosone centrale, bifore, monofore cieche e archetti pensili decorativi. Il portale d’ingresso è preceduto da un agile pronao (1736).

L’interno, austero e semplice, caratterizzato dall’uso del cotto, suddiviso in tre navate da possenti pilastri cilindrici che reggono alte volte a crociera, venne restaurato nel XV secolo. Splendido è l’affresco di Bernardino Luini (1480/85-1532) strappato e collocato sulla parete destra.

Nella zona absidale vi è il pregevole coro ligneo (1522), mentre sul lato destro della chiesa si apre il serafico chiostro più volte rifatto nel XIII, XV, XVI e XVIII secolo, su cui si apre la sala capitolare a due navate.

Santuario della Madonna del Bosco a Imbersago (LC).

Eretto sul luogo dell’apparizione a tre pastorelli della Madonna, nel 1617, venne terminato dall’architetto Carlo Buzzi nel 1646. Nel 1775 venne allargato il piazzale antistante e abbellito da una statua in pietra della Vergine, opera dello scultore Giudici di Viggiù.

Tra 1817 e 1824 venne eretta la scala santa.

La singolare struttura ottagonale del santuario, arricchita alla fine dell’Ottocento dall’aggiunta di una seconda parte ottagonale dove c’è l’altare maggiore, si caratterizza di interessanti opere d’arte come i marmi posti nell’abside, gli altari settecenteschi della prima cappella di sinistra e di destra, di una raffinata Pietà lignea e della pala della Deposizione di Giulio Campi.

Notevoli anche le tele con scene della Vita della Vergine, in special modo quella con l’Annunciazione e le tele, per lo più del XVIII secolo, conservate in sagrestia.

Nello scurolo il pittore genovese Carlo Barabino dipinse il Miracolo della Vergine che salva il bimbo azzannato dal lupo (1632).

Santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno (VA) .

Sorto sul luogo in cui nel 1447 un paralitico venne guarito dopo l’apparizione della Vergine, l’edificio iniziato nel 1498. Nel 1505 vennero affidati lavori a Beltramino da Breno ed entro il 1510 venne concluso il tiburio su progetto di Giovan Antonio Amadeo. Nel 1511 l’architetto Vincenzo Dell’Orto concluse l’opera. Paolo della Porta elevò la torre campanaria.

La facciata è articolata da un doppio ordine di colonne binate, da grandi nicchie e da statue, tra cui la Madonna e gli angeli sono di D. Bussola e C.A. Bono (1658).

Bernardino Luini affrescò l’abside, la cappella mariana, le volte e il tamburo, raffigurandovi scene della Vita di Cristo, lo Sposalizio della Vergine, la Natività, l’Adorazione dei Magi e la Disputa fra i Dottori, oltre alla serie di Santi, Evangelisti, Dottori, Sibille.

Nel 1534 l’opera di decorazione prosegu” con Gaudenzio Ferrari, che rappresentò nella cupola la Gloria degli Angeli musici osannanti attorno all’Eterno Padre. Inoltre, si conservano opere del Lanino, Procaccini e del Tibaldi, qui chiamato da S.Carlo per concludere definitivamente l’edificio nel 1578.

S.Vincenzo a Galliano a Cantu’ (CO).

Fondata verso la fine del X secolo, consacrata nel 1007 dal futuro (1018) vescovo di Milano Ariberto d’Intimiano, dopo lo spostamento del capitolo della pieve a S.Paolo a Cantù nel XVI secolo, andò lentamente in rovina, fino al 1801 quando in epoca napoleonica divenne casa canonica. Tra 1909-13 e 1932-34 il restauro salvarono il complesso.

L’interno a due navate con presbiterio soprelevato sulla cripta è arricchito da affreschi (XI-XII sec.), unico ciclo di affreschi di quell’epoca tanto ricco in Italia, con Storie di S.Cristoforo, a destra, e Storie di Adamo ed Eva. Nell’abside: Maestà di Cristo e Santi, Vita di S.Vincenzo e Ascensione di Elia sul carro di fuoco. Di epoca successiva (XIII-XV sec.) gli affreschi della cripta, dell’ingresso, dell’ambone e dei plutei.

Alla destra della basilica si erge il Battistero di S.Giovanni degli inizi del XI sec., dalla struttura triconca, con protiro di epoca posteriore e con all’interno la presenza di matronei e l’originaria vasca battesimale monolitica.

Santuario della Madonna delle Grazie a Grosotto (SO).

Iniziato nel 1609 e consacrato da Federico Borromeo nel 1664, venne edificato a seguito dello scioglimento di un voto popolare, fatto nel 1487 per avere scampato un’invasione dei Grigioni. Dell’antica chiesa rimane parte dell’abside e un dipinto del ‘500 raffigurante l’Assunzione della Vergine. Architetti della costruzione furono i maestri luganesi Sebastiano Scala e Gaspare Aprile.

La semplice chiesa presenta il portale maggiore (1639) con pregevoli battenti lignei e un’elegante trifora in facciata. La torre campanaria iniziata dal luganese Pietro Petrini (1654) venne terminata dal Cristiano Pruneri (1705). L’ampio interno a una sola navata è decorato col Trionfo della Vergine da Eliseo Fumagalli (1922). L’altare maggiore presenta la monumentale ancona con la statua dell’Assunta di Pietro Ramus di Mu (1673-1680). Il coro è di Pietro Robustelli (1630), mentre l’organo finemente intagliato è del bresciano Paolo Scalvini (1706-7) e del trentino G.B. Del Piaz (1713-14). Il pulpito e il S.Michele sul baldacchino sono del locale G.Andrea Musatto (1606).

Le cappelle laterali affrescate nel 1764, sono chiuse da cancellate in ferro battuto, eseguite da G. B. Parolina di Capo di Ponte (1689-1694), mentre la venerata Beata Vergine delle Grazie è opera del ‘500, attribuita all’intagliatore Giovanni Angelo del Maino.

S.Maria Maggiore a Chiari (BS) .

Di fondazione duecentesca, ma ampliata nel Quattrocento, nel 1517 vi comp” una serie di lavori di riqualificazione l’architetto Stefano Lamberti. Presenta un’imponente facciata, a due ordini, dei quali quello superiore caratterizzato da due ampie volute, realizzata nel XVIII dall’architetto Antonio Marchetti.

All’interno si conservano interessanti opere d’arte come: il pulpito ornato di bronzi e le splendide cantorie lignee intagliate e dorate del XVIII secolo. Alle pareti delle cappelle la S.Lucia di Francesco Monti, il Sant’Antonio di Padova di Giuseppe Tortelli, i Misteri del Rosario e altre scene dipinte nel 1621 da Gian Battista e Giovanni Mauro della Rovere, detti i Fiamminghini, la pala dell’altare di S.Caterina di Antonio Paglia, l’Angelo custode di Marcantonio Franceschini e opere di Giuseppe Teosa.

L’ancona dell’altare maggiore è del bresciano Giovanni Antonio Carra (1619).

Santuario della Madonna del Soccorso ad Ossuccio (CO).

Situato sul declivio della montagna, di fronte all’isola Comacina, isolato, circondato da prati, uliveti e boschi, secondo la tradizione popolare, al santuario è legata la devozione di Maria, grazie ad una antica statua della Vergine e a un dipinto raffigurante la Vergine col Bambino Gesù e S.Eufemia (1501), ora su un altare laterale. La statua, oggi in una cappella votiva annessa al Santuario, ritrovata da una fanciulla sordomuta la guar”.

Edificato in epoche diverse, il corpo centrale fu completato nel 1537, mentre gli ampliamenti e le decorazioni si conclusero nel 1730, epoca di costruzione dell’organo. L’altare maggiore fu terminato nel 1740. Su uno degli altare laterali è collocata la ottocentesca tela di S.Giuseppe di F. Grandi, proveniente dalla Basilica vaticana, donata al Santuario nel 1963 da Giovanni XXIII.

In sagrestia si conserva un massiccio armadio in noce (1711), mentre il campanile, a picco sulla valle, in blocchi di granito, fu terminato nel 1719, dopo 20 anni di lavoro, su progetto dell’architetto G.B. Bianchi. Poco distante vi sono le 14 cappelle affrescate del Sacro Monte che racchiudono le scene della Vita di Gesù e della Madonna (1635-1710) con statue in stucco e terracotta di grandezza naturale della scuola Intelvese.

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