
Un girotondo alle Twin Towers?
«Allora il Pci diceva, con tono dapprima paterno poi burbero, poi aggressivo infine agitando il bastone: ragazzi, piantatela. Con le vostre radioline credete di fare delle cose buone e invece che cosa succederà? Succederà che si aprirà la strada per la privatizzazione dell’etere e in quella breccia che oggi voi aprite si infileranno i grandi capitalisti», scrive Franco (Bifo) Berardi su Alias. Ma guarda te. Anche Radio Alice era berlusconiana. *** «Quelle navali sono sotto il comando Usa. Senza neppure dover interpellare il nostro governo potrebbero finire in altri teatri di guerra. È indispensabile ritirarle e correggere la tendenza ad alimentare la ribellione in altri scacchieri del mondo», dice Giovanni Berlinguer al Manifesto. E per correggere la tendenza a buttare giù grattacieli pieni di gente, che cosa si fa? Un girotondo? *** «Indubbiamente il Biancofiore sta cercando di avere un po’ di visibilità», dice Alessandro Cè alla Padania. Mica tutti possono essere cauti e riservati come Umberto Bossi. *** «Del resto questo potere spinto in alto dalla congiuntura mondiale fa ciò che fanno gli altri Stati. Ma c’è da rallegrarsi per la sepoltura globale della democrazia?» scrive Giorgio Bocca sull’Espresso. Nella prima parte dell’articolo Bocca fa il suo solito stralunato comizio contro il “mostro Berlusconi” . Alla fine, però, invece di dire che così l’Italia si trasforma nella feccia del mondo, dice che queste cose succedono in tutte le democrazie globalizzate. Ma non c’è nessuno che gli riguarda i compiti? *** «Perché il grande attore come è nella tradizione più nobile (Shakespeare insegna) sbeffeggia il monarca di turno della commedia», scrive Antonio Tabucchi sull’Unità. In realtà la critica fatta a Roberto Benigni era quella di sbeffeggiare, con ampi consensi del “monarca” Roberto Zaccaria, il leader dell’opposizione a due giorni dal voto. Insomma più Krokodil che Shakespeare. *** «Un cantautore hutu assai popolare, Simon Bikindi, viene a sua volta accusato e, arrestato in Olanda, sta per essere trasferito ad Arusha e a sua volta processato, poiché le sue canzoni fomentavano al tempo stesso paura dei tutsi e odio nei loro confronti», scrive Claudio Gorlier sulla Stampa. Ma insomma perseguitare un artista perché fomenta l’odio. Ma dove va a finire la libertà della cultura? E il diritto all’odio di cui ci parla Massimo Fini sull’Unità? *** «È troppo cretina e volgare perciò i miei figli non li ho lasciati, non li lascio soli con la televisione», dice Margherita Agnelli de Pahlen alla Repubblica. Ma li lascia almeno giocare da soli con le macchinine?
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!